Gnudi è il nome fiorentino con cui si indica un delizioso primo piatto tipico della tradizione regionale toscana, che in pratica consiste in squisite palline di ricotta e spinaci che altro non sono che il classico ripieno dei ravioli: gli gnudi sono infatti chiamati così perché nudi, privi cioè della sfoglia esterna di pasta che circonda il ripieno.
Gli gnudi, detti anche malfatti (a Siena) e strozzapreti toscani (vedere nota), sono un piatto semplice, di antica tradizione contadina, sano e nutriente: la preparazione è facile, basta solo avere l’accortezza di usare una ricotta asciutta (non la ricotta fresca appena fatta, ma la ricotta del giorno prima messa a scolare, in frigorifero, sopra un colino o un telo) e gli spinaci ben strizzati, in modo che l’impasto non risulti troppo molle e che gli gnudi non si sfaldino troppo facilmente…in caso contrario si può sempre rimediare in extremis aggiungendo un po’ di farina in più, ma l’ideale sarebbe attenersi a queste semplici regole e limitarsi così ai due soli cucchiai di farina suggeriti nelle dosi qui sotto.
Gli gnudi sono un piatto al quale sono particolarmente affezionata, essendo una delle prima ricette imparate, appena sposata, dalla mamma di mio marito, un piatto subito fatto mio e presente spesso sulla mia tavola, molto gradito e spesso richiesto dai miei figli fin da piccini…spero che piacerà anche a voi 🙂
Gnudi ricotta e spinaci
Ingredienti per 4 persone
- ricotta ben scolata, 350 grammi
- spinaci, 400 grammi
- parmigiano o grana grattugiato, 100 grammi
- uova, 2 tuorli
- farina, un paio di cucchiai più q.b. per infarinare gli gnudi
- noce moscata q.b.
- sale e pepe q.b.
Per condire
- burro q.b.
- salvia, qualche foglia
- parmigiano q.b.
Preparazione
Lessare gli spinaci: lavarli bene e metterli a cuocere in una pentola con coperchio, gocciolanti ancora dell’acqua del lavaggio, senza aggiungerne altra (o solamente due dita, giusto il tempo che comincino a prendere calore cedendo così la loro). Appena pronti lasciarli raffreddare, quindi strizzarli perfettamente e tritarli finemente a coltello.
ln una ciotola impastare, aiutandosi con una forchetta (non usare il frullatore che renderebbe l’impasto troppo fluido), la ricotta (importante che sia ben asciutta, lasciata scolare in frigorifero dalla sera precedente) con gli spinaci tritati, i tuorli, il formaggio grattugiato, un pizzico di noce moscata, il sale, il pepe e un paio di cucchiai di farina: si deve ottenere un impasto perfettamente amalgamato e sodo. Lasciare riposare un paio d’ore in frigorifero.
Versare su un vassoio una certa quantità di farina. Riprendere l’impasto e prelevandone piccole quantità formare delle palline poco più piccole di una noce, facendole via via rotolare nella farina.
Cuocere gli gnudi in acqua salata a bollore, immergendone pochi per volta: saranno cotti quando inizieranno a venire a galla. Scolare gli gnudi con il mestolo forato, ponendoli via via in un tegame dove si sarà precedentemente messo a fondere un po’ di burro con la salvia. Dividerli nei piatti e servire in tavola, irrorandoli con ancora un po’ di burro e dando una generosa spolverata di formaggio. Un’alternativa può essere quella di sistemarli in una pirofila, condirli con burro e parmigiano oppure con salsa di pomodoro fresco e passarli poi in forno a gratinare per pochi minuti prima di servirli in tavola.
Nota
Il nome strozzapreti usato per gli gnudi è presente in molte regioni italiane, indicando tuttavia ricette molto diverse tra loro: qui di seguito metto le più note.
- strangulaprevati salentini: gnocchi di patate
- strangulapriévete napoletani: gnocchetti di farina, acqua e sale
- strangolapreti trentini: gnocchetti preparati con pane raffermo, spinaci, latte e grana trentino
- strozzapreti romagnoli: una pasta fatta a mano, ottenuta tagliando strisce di pasta di circa 1,5 cm di larghezza, piuttosto spessa
- strozzapreti umbri o strangozzi: pasta lunga, tipo tagliatelle, piuttosto spessa
- strangugiapreviti calabresi: gnocchetti di farina, uova e sale
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ho dovuto aggiungere molto più di un paio di cucchiai di farina. Forse una decina(rasi), altrimenti l’impatto non si amalgamava.
Per il resto tutto ok, molto buoni.
L’importante è che siano buoni e che riesci a trovare la giusta consistenza: dieci cucchiai mi sembrano molti. Dipende molto dalla ricotta che deve essere MOLTO ASCIUTTA e dagli spinaci che devono essere STRIZZATI AL MASSIMO. Io li preparo spesso, li ho fatti anche ieri sera e ho messo un solo cucchiaio di farina. 🙂
La ricetta è buonissima e mi sono proposta di realizzarli presto, ma grazie anche per tutte le informazioni che ci hai dato nel tuo articolo.
Proverò a farli anche io al più presto.. bravissima
sai che non li ho mai preparati!!!! ora mi hai convinto con la tua ricetta…grazie!!!
Una ricetta che conosco ma non ho mai preparato. Ecco l’occasione per provare. Grazie
buonissimi! ma sai che ho sempre voluto provarli? Adesso leggo bene la tua ricetta e provo a farli
Devono essere buonissimi ! Da provare subito
Vittoria non conoscevo questo piatto ma mi hai troppo incuriosita, sicuramente li proverò. Grazie 🙂
mi piace davvero tanto questa ricetta 🙂
Ma quante buone cose prepari! È un piacere venirti a trovare… bravissima!
Grazie mille per questa ricetta…devono essere veramente buonissimi…
Ottima ricetta. Io li amo molto
Li ho mangiati in Toscana e ne sono rimasta estasiata
Una volta li ho fatti e sono buonissimi!! Ma con gli spinaci non li ho mai mangiati, devono essere favolosi!! Li farò sicuramente 😉
non li ho mai assaggiati ma mi è bastato vederli in foto per innamorarmi di questa bella ricetta tradizionale, li proverò presto, grazie cara :*