Vermut

Durante un nostro lungo week end piemontese, ci siamo fermati anche a Chieri, dove abbiamo dormito e cenato.

Poco distante, a Pessione di Chieri, c’è Casa Martini, il museo dedicato al “Martini” e anche una splendida location per eventi.

Il Martini, la cui ricetta è basata su una miscela di erbe aromatiche, spezie dolci e florealiche, altro non è che un Vermut.

Foto dal sito www.piemontetonews.it

Per visitare Casa Martini occorre obbligatoriamente acquistare il biglietto di ingresso on line (da 20,00€) con possibilità di scelta di tre esperienze diverse, e ognuna prevede la visita guidata dello stabilimento produttivo, dove il “Martini” viene prodotto ed esportato in tutto il mondo, e la degustazione finale.

Quando e dove è nato il vermut, o vermutte, oppure vermouth in grafia francese o vèrmot in quella piemontese?

Vino liquoroso, aromatizzato, nato nel 1786 a Torino,  fu inventato da Antonio Benedetto Carpano che scelse questo nome riadattando il termine Wermut, col quale in tedesco viene chiamata l’artemisia maggiore, (cioè la pianta che costituisce l’ingrediente più caratteristico del vermut).

Prendendo spunto dai vini speziati di epoca greca e romana e dagli infusi nati in Italia nel 1500, in una bottega di piazza Castello a Torino Carpano addizionò del Moscato di Canelli con spezie ed erbe.

Dalla fine del 1700, il Vermut divenne quindi un’eccellenza italiana e piemontese in particolare, e iniziò a essere prodotto dalle aziende più note, dalla stessa Carpano fino alla Cinzano e alla Martini&Rossi.

Il vermut ebbe il merito di permettere l’utilizzo di vini giovani ad alta gradazione, surrogando le sapidità tipiche dell’invecchiamento attraverso l’aggiunta d’una particolare miscela di erbe aromatizzanti.

La mistura registrò una grande diffusione, sia per la gradevolezza, sia per l’inferiore costo di produzione, e fu subito adottata in gran parte dell’Europa.

Il vermut si beve soprattutto come aperitivo ed entra nella composizione di molti cocktail, tra quali i più famosi sono: il Martini, l’Americano ed il Manhattan o il Negroni, oppure il Gibson, ma può anche essere usato per cucinare carni.

Il vermut deve essere composto da almeno il 75% di vino bianco dolcificato ed aromatizzato.

Anche la percentuale di zucchero è regolamentata, ma varia, come la gradazione alcolica, a seconda del tipo di vermut.

Ci sono vari stili di vermut, in generi distinti per colore (rosso, bianco e rosato) e per gusto (dolce, secco, extra secco e chinato).

Il vermut, bianco e rosso, deve esprimere una gradazione alcolica non inferiore ai 15,5% vol e un tenore zuccherino minimo del 14%; il vermut secco (dry), invece, deve avere una gradazione alcolica minima di 18% vol e il 7% massimo di zuccheri.

Anticamente, in alcune aree del Piemonte, il vermut era prodotto nel periodo invernale, mettendo le erbe in infusione in botti di media capacità, da 12 a 16 brente (la brenta era pari a 50 litri).

Le botti erano messe sotto le tettoie, esposte al freddo in modo che l’infusione fosse lenta e che i tartrati cristallizzassero, precipitassero sul fondo, insieme alle impurità in sospensione, stabilizzando il vino.

L’infusione avveniva in un liquido a circa 20/22 gradi, ottenuto miscelando vino ed alcol con diverse erbe la cui ricetta segreta variava a secondo della famiglia.

Gli aromi presenti nella ricetta derivano da:

  • foglie o piante intere di artemisia o assenzio, di camedrio, di cardo santo, della centaurea minore, della coca, dell’issopo, della maggiorana, della melissa, del dittamo, del timo, della salvia;
  • i fiori di camomilla, di luppolo, di sambuco, di zafferano, chiodi di garofano;
  • i frutti di anice stellato, di finocchio, di coriandolo, di cardamomo, di arancio (cortecce), macis, noce moscata, fava tonka, vaniglia;
  • le radici di angelica, di calamo aromatico, di enula campana, di galanga, di genziana, d’imperatoria, di ireos, di zenzero, di zedoaria;
  • le scorze di cannella, di china, di melograno;
  • il legno di quassia;
  • il succo di aloe.

Il vermut va servito sempre freddo, ad una temperatura di partenza di 12 gradi.

Liscio oppure con solo ghiaccio, anche se il top è 2 cubetti di ghiaccio, una fetta di arancia e la classica buccia di limone, che deve essere strizzata sopra il vino prima di inserirla nel bicchiere.

E se vi state chiedendo anche ….Quale è la differenza tra il vermut e il bitter?

Posso dirvi che nel primo caso, si tratta di una bevanda a base di vino; nel secondo caso, invece, parliamo di macerazione o infusione di erbe, spezie e radici.

Tra i bitter più noti: l‘Aperol e il Campari, utilizzati per l’italianissimo Spritz.

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.