Il nome Paraguay significa “l’oceano che va verso l’acqua”, dalle parole guaraní: pará (“oceano”), gua (“a, verso/da”) e y (“acqua”).
La prima colonizzazione residenziale fu la fondazione della città di Asunción il 15 agosto 1537 da parte dell’esploratore spagnolo Juan de Salazar y Espinoza.
Tra 1904 e 1954 il Paraguay ha avuto trentuno presidenti, la maggior parte rimossi da sommosse, aggressioni e colpi di stato.
Negli anni trenta il Paraguay ha combattuto la Guerra del Chaco contro la Bolivia, vincendola ed ottenendo la conservazione della sovranità su buona parte del territorio del Chaco.
La serie di governi instabili sfociò nel 1954 nel regime del dittatore Alfredo Stroessner, di connotazione politica profondamente conservatrice che produsse in una certa misura una modernizzazione, ma il cui governo si caratterizzò di violazioni dei diritti civili, corruzione e brogli elettorali, per l’uso metodico della violenza come arma politica, e durò 35 anni.
Lo stato di degrado del paese, l’isolamento internazionale, l’età del dittatore, il disastroso stato delle finanze, indussero la creazione di uno stato di opposizione, sfociato in una serie di dimostrazioni pubbliche contro il regime in epoca precedente alle elezioni generali del 1988.
Nel 1989 il presidente Alfredo Stroessner, ormai divenuto insostenibile, venne deposto per mano di un altro membro del suo partito e suo consuocero, il generale Andrés Rodríguez, permettendo quindi al partito conservatore di mantenere il controllo del governo per un ventennio.
Nell’aprile del 2008 il candidato progressista (ex vescovo) Fernando Lugo ottenne una storica vittoria nelle elezioni presidenziali in Paraguay, sconfiggendo l’avversario, ed interrompendo 61 anni di dominio conservatore.
Dopo alcuni scandali (tra i quali aver avuto dei figli) e alcune promesse non rispettate, la fiducia della popolazione verso di lui scemò. I proprietari terrieri e gli avversari politici ne approfittarono e, con un pretesto, promossero l’impeachment.
Il suo successore fu il ricco proprietario terriero Horacio Cartes, spiccatamente omofobo, arrestato per sette mesi con l’accusa di frode fiscale, da cui è stato assolto per due volte.
A lui vennero attribuiti legami col narcotraffico. A succedergli un nuovo esponente del Partido Colorado: Mario Abdo Benítez.
Il Paraguay è oggi uno dei Paesi con il tasso di disuguaglianza più alto dell’America del Sud.
La cucina del Paraguay, molto simile a quella dell’Uruguay, fa molto uso di amido di manioca, cassava, fagioli, arachidi e grano.
Secondo alcuni studiosi della storia sociale del Paraguay tutta la cucina tipica del paese contempla piatti ricchi di calorie in seguito alla Guerra della Triplice Alleanza, che causò un vero genocidio nella popolazione e una marcata penuria di cibo.
L’apporto di un numero elevato di calorie avrebbe così aiutato la sopravvivenza anche a chi non fosse stato in grado di mangiare ogni giorno.
Ci sono ben 70 varietà di chipa’í o chipacitos (focaccie) in Paraguay.
La maggior parte dei chipa’í o chipacitos sono fatti di amido di manioca e farina di mais.
Tra questi la mia scelta: il mbejú, sorta di focaccia composta per lo più da amido di manioca, perciò gluten-free, e formaggio.
Il piatto costituisce una delle ricette più antiche della cultura guaraní: assieme alla chipa ed alla sopa paraguaya compone il “Tyra”, termine che designa ogni alimento che possa accompagnare il mate cocido, il latte o il caffè, oppure che funge da complemento ad altri alimenti.
- CostoMolto economico
- Tempo di preparazione5 Minuti
- Tempo di cottura5 Minuti
- Porzioni8 persone
- Metodo di cotturaFornello
- CucinaSudamericana
Ingredienti per Mbejú:
- 1 kgamido di manioca
- 250 gfarina di mais
- 1 kgformaggio (feta o quartirolo)
- 200 gburro
- 150 mllatte
- 100 mlacqua
- q.b.sale
Preparazione Mbejú:
Mescolare gli ingredienti secchi in una grande ciotola, cioè l’amido di manioca, la farina di mais e il sale a piacere. Formare un vulcano e al centro aggiungere il burro fuso e metà del composto di latte e acqua. Iniziare a impastare con le mani.
Aggiungere il resto del latte e dell’acqua e continuare a impastare. Quando vedrete che gli ingredienti sono integrati e la pasta diventa sabbiosa, aggiungete il formaggio fresco sbriciolato e continuate ad impastare.
Dopo aver posto una padella sul fuoco in modo da portarla ad una temperatura elevata, ci si versa circa un centimetro e mezzo del preparato appiattendo i bordi con il dorso di un cucchiaio.
Si lascia cuocere il tutto per qualche minuto, muovendo la padella perché non si bruci, e poi si gira il “mbejú” per farlo cuocere anche dall’altra parte.
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