Jericoacoara 3.6: #tudovaficarbem (#andràtuttobene)…prima o poi – COVID-19

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#tudovaficarbem #andràtuttobene…prima o poi

_________SITUAZIONE CORONAVIRUS JERICOACOARA________________

Per una strana concatenazione di eventi recentemente mi trovo a confrontarmi spesso con il tema: “guerra”… prima nella serie televisiva che ho visto in streaming (“La guerra è finita”), poi nelle mie letture (“La custode dei profumi perduti” F. Valpy e “Guerra e pace”) e anche per una mia predisposizione particolare al tema (amo molto i film bellici). Così ho riflettuto sulle analogie tra la guerra e quello che il mondo sta vivendo oggi con il Coronavirus. C’è stata la guerra di trincea, quelle delle persecuzioni razziali, e adesso c’è la guerra batteriologica, non quella che molto spesso abbiamo visto nei film (quelli catastrofici invece non li amo affatto!), ma una guerra più complicata, più profonda, quella con noi stessi. Perché questo virus, nel bene e nel male, ci sta costringendo  a confrontarci con noi stessi (oltre che con la morte),  con le nostre paure, i nostri più reconditi timori e con quello che siamo davvero, e ognuno di noi combatte al sua guerra interiore in modo differente, ha una percezione differente di quello che sta accadendo, di quello che sarà il dopo, di come affrontare l’emergenza, ognuno di noi sta scoprendo chi ha davvero accanto, chi sono le persone, realmente. Non voglio essere retorica, ma davvero nulla sarà mai più come prima. Speriamo solo sia meglio… ma ne dubito…

Mi ero ripromessa di non affrontare questo tipo di discorso, e concetto, sul blog. Scusate.

Ci sono ricaduta.

Situazione Virus in Brasile: 9720 casi, 431 morti. Nel Cearà 730 casi confermati con 22 morti.

Situazione mio rientro in Italia: hanno cancellato tutti i voli Alitalia fino alla fine di aprile, perciò i famosi rimpatri assicurati del Governo se ne sono andati a farsi benedire! Devo (e spero) rientrare con la compagnia di bandiera francese, che al contrario, come KLM, è sempre stata l’unica compagnia aerea a non aver mai sospeso i voli.  Pare che il Consolato di Recife stia organizzando un charter di rientro in Italia da Fortaleza, ma non si sa quando.

#tudovaficarbem #andràtuttobene

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Proseguono le mie delicie brasileire…sobremesa come si chiama qua:

  • Bolo de mesclado (da “mischiato” per i due colori bianco e nero mischiati), altra torta tipicamente brasiliana, fatta con ricetta reale e non modificata, e portata martedì per la cena a casa di Andrea con Gina, una sua amica brasiliana ovviamente mantenendo le dovute distanze e rispettando il più possibile le regole.

  • E per me un’esperimento… bolo de coco e ? Secondo voi quale è l’altro ingrediente di questa torta??

Bolo de coco e madioca (manioca a pezzi) fatta con polvinho, ovvero fecola di manioca, al posto della farina di trigo, e olio di semi al posto della margarina, e ovviamente solo cocco e non formaggio; la ricetta originale è QUI.

Il rischio con le farine alternative è quello che rimanga tutto troppo secco, io avrei aggiunto 200 ml di latte di cocco per renderla più morbida.

Questi sarebbero dovuti essere i giorni della “vacanza”, Stefano sarebbe arrivato il 27 marzo e fino a oggi, 5 aprile, avremmo vissuto Jeri insieme come fossimo in vacanza, con un post al giorno che avrebbe dovuto raccontare i nostri pranzi e le nostre cene… e invece… lui non è mai arrivato e io sono confinata qui, con solo un piccolo supermercato dove acquistare il necessario per farmi da mangiare.

Un vero peccato, perché avevo attentamente studiato i menù di quasi tutti i ristoranti di Jericoacoara, li avevo fotografati, comparati per tipologia di piatti, prezzi, quantità e avevo scelto quelli che per esperienza potevano essere i migliori. Alcuni li ho provati nel mese e poco più in cui tutto era ancora normale, non solo qui, ma in tutto il mondo, gli altri li avrei provati con Stefano.

Avrei provato…

La moqueqa di carangejo (granchio), mai assaggiata prima, al “Sabor da Terra“, proprio qui nella Rua do Forrò, accanto alla pousada, il polvo grelhado (polpo) al “O Bigode 2”, nella Rua Principal, in alto, e avrei tentato con un picanha o la carne do sol al “Villa Terra Viva” soprattutto per la location, al fondo della Rua do Forrò, una casa stile coloniale con un patio esterno splendido. E poi ancora sarei tornata al “Nativas” proprio di fronte al “Terra Viva” dove ero stata già la prima volta che venni a Jeri, nel 2007, per provare questa volta la sua moqueqa di arraia (razza) , e la sera dopo, risalendo un poco lungo la via, avremmo potuto tentare con un risotto all’aragosta alla “Cantina di Jeri“, ristorante gestito da un italiano. Una pizza gigante con la calabresa come aperitivo al “Senzala” proprio accanto all’ingresso della spiaggia, e poi la famosa zuppa di pesce al “Pescador“. Al “Bistrogonoff“, nella Rua San Francisco, avrei avuto il piacere di assaggiare dopo anni l’arrumandinho  (fatto con manioca o manzo, farofa, vinaigrette e fagiolini, il tutto messo lato a lato – arrumado –  e poi mischiato) e da “Dona Amelia“, forse il ristorante più  noto di Jericoacoara, avrei potuto scegliere qualsiasi specialità perché il suo menù  è tra i più ricchi quaggiù. Altrettanto storico il “Peixe Brasileiro”  che ha gli stessi tavoli rossi di plastica e le stesse sedie gialle che aveva 13 anni fa e propone solo il pescato del giorno. Infine avremmo provato anche qualche locale più “alla moda” come il recente “Surf & turf”, per le sue costele e il “Bistro Caiçara” (tra i più cari di qui!) per la sua location – terrazza sul mare – e il suo menù originale sebbene di taglio internazionale, e se ci fosse stato ancora tempo io sarei tornata all'”Espaço Aberto” per provare, finalmente, insieme a Stefano, il famosissimo e gustosissimo filet mignot,  e chissà… un altro vatapà, questa volta con l’aragosta, al ristorante “Roma“, o ancora una trinhas de picanha (tagliata di picanha) al “Jangada Jeri“.

Invece….

Invece tutto è andato per il verso sbagliato. Ma qualche piatto l’ho assaggiato, qualche ristorante l’ho provato e come promesso all’inizio di questa avventura, stillerò poi una classifica dei migliori ristoranti, anche se non sarà una vera e propria guida.

Per ora mi accontento dei piatti “fai da me”:

Venerdì: “farofa do chef“, ricetta presa dal retro della confezione di farina di manioca bianca. La farofa è il tipico contorno della cucina brasiliana, economico e perciò molto diffuso, fatto con farina di manioca o di mais saltata in un condimento grasso con l’aggiunta di altri ingredienti come pancetta, salsiccia, fagioli etc. Facilissima da fare, io ne ho realizzato una versione con linguiça calabresa e prosciutto cotto, perché il bacon è ormai introvabile!

Farofa con calabresa e presunto

Ieri sera, sabato, ancora una volta in diretta sulla pagina Facebook dell’ Art Space, ho realizzato due classici dello street food made in Brazil, con ricette prese proprio da questo blog: bolinhos, ma di pollo anziché di baccalà, e pasteis di carne.

Trovate la diretta QUI.

#tudovaficarbem #andràtuttobene

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.