Jericoacoara 3.3: con il “tudo fechado” si cucina brasiliano!

______________SITUAZIONE CORONAVIRUS JERICOACOARA________________

Questi primi giorni di tudo fechado anche qui a Jeri mi hanno fatto pensare (non posso fare molto altro visto che a parte i gatti che vivono qui in pousada non so con chi altro parlare!)… forse è la natura, non un improbabile complotto, ad aver creato il CoronaVirus come meccanismo di auto difesa. Ho sempre pensato che la natura fosse in grado di curarsi e di sopravvivere, questo è al sua risposta ai tanto citati “cambiamenti climatici” che hanno tenuto impegnati il mondo e il web prima del CoronaVirus. Un pausa. Meno inquinamento, meno interventi dell’uomo, meno spazzatura. Selezione naturale con caduta dei più deboli che, è brutto da dire, ma non credo che Boris Johnson abbia poi così torto: scelte opinabili, ma non solo le sue, anche quelle della nostra classe politica che avrebbe dovuto ordinare un tampone per tutti (come hanno fatto in Giappone con egregi risultati..) e isolare solo gli infetti (vi invito a seguire l’intervento su Facebook del dottor Fabrizio Lucherini QUI specialista in radiologia, responsabile del servizio di diagnostica per immagini al nosocomio romano Nomentana Hospital ) invece di dare il via a un “lock down” tanto progressivo quanto tardivo che avrà il solo merito di aver ucciso definitivamente l’economia italiana! Detto questo… qui per ora nessun infetto, tra il 25 febbraio e il 21 marzo in Brasile un totale di 1204 casi, di cui 84 nello stato del Cearà (dati estrapolati da Wikipedia).  Jericoacoara è deserta. Conterà ora al massimo 100 abitanti, forse meno. Sembra di stare su un’isola deserta…

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Questo blog non è però la sede corretta per considerazione di tipo politico/sociale, perciò non aggiungerò altro nei prossimi giorni… questo blog è prima di tutto un contenitore di racconti di viaggi e di cibo, e in questi tre mesi sarebbe dovuto essere il racconto di una esperienza di vita in un paese straniero, ma temo si trasformerà in un “diario di bordo”  di un viaggio nell’isolamento più o meno forzato… beh anche questa un’esperienza di vita!

Sabato

Cena “delivery”, ovvero a domicilio. Esperienza fallimentare… Nel pomeriggio ho ordinato la cena via Whatsapp al ristorante “Sapao” (Rua San Francisco) per le ore 19.30. I ragazzi si sono presentati alle 20, in due, e mi hanno consegnato la cena sbagliata. Così ho richiamato il ristorante che mi ha detto che c’era stato uno scambio con un’altra pousada e dopo un quarto d’ora gli stessi due ragazzi sono venuti a prendere il mio sacchetto per cambiarlo con quello dell’altra pousada (andare separatamente nelle due pousade era troppo difficile…) morale della favola il cibo mi è arrivato alle 20.30 e ovviamente freddo. Ma questo fa parte della classica “organizzazione” alla brasiliana. Non sono tagliati per il “delivery” e infatti dopo solo due giorni i pochi ristoranti che avevano deciso di farlo, hanno già cambiato idea!

Cena con una new entry: panelada, ovvero trippa di bovino con pomodoro e cipolle. Nulla di memorabile, ma buona. Peccato fosse poca e un po’ fredda…

Domenica

Dopo uno splendido tramonto che mi ha ricordato quelli che vedevo qui prima che arrivasse il turismo di massa qui e mi ha fatto riflettere anche sul fatto che la natura non è in lockdown …Mi sono data alla cucina. Ovviamente quella brasiliana, e credo che per i prossimi giorni non avrò altra scelta…

Carne do sol con una variante all’italiana, ovvero con l’aggiunta della pancetta (qui chiamata bacon) con cui ho fatto saltare la carne dopo averla tenuta in ammollo per 24 ore (e nonostante questo era troppo salata, la prossima volta la sciacquerò più volte), accompagnata da un purè di macaxeira fatto con il latte di cocco. I brasiliani fanno solitamente il puré di patate o di zucca e ora ho capito perché: la macaxeira è troppo dura, anche da bollita difficilmente diventa cremosa perché difficile da passare.

 

Buona continuazione… atè breve!

 

 

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.