Hummus (Libano)

Il Libano è forse tra i paesi del Medio Oriente quello che mi affascina di più, per la sua storia, per la sua capitale Beirut, soprannominata “la Parigi del Medio Oriente“, caratterizzata da una storia millenaria costellata da conflitti e invasioni, e per la sua cucina, vera culla di tutta la cucina del Medio Oriente.

Purtroppo, anche il Libano, come altri stati mediorientali, vive in un continuo alternarsi di pace e guerre, soprattutto interne e religiose.

Le confessioni riconosciute sono 18, tra le quali la cristiana greco-ortodossa, l’armena apostolica, la sciita, la sunnita, l’ebraica, la protestante e la copta.

La comunità religiosa musulmana rappresenta la maggioranza, mentre qualche decennio fa il primato spettava ai cristiani.

Recentemente, dopo un periodo pacifico durato quasi 3 anni, dal 2011, nel corso della guerra civile siriana, si è determinato un riacutizzarsi dello scontro settario libanese che vede le fazioni sunnite sostenere i ribelli, mentre quelle sciite, e in particolare la milizia Hezbollah, sostenere anche militarmente il governo siriano.

Una delle più antiche epopee conosciute, quella di Gilgamesh, aveva luogo qui, nel Paese dei cedri, albero che funge da emblema nazionale.

La cucina libanese appartiene alla grande famiglia delle cucine levantine, e tra queste è quella considerata la migliore sia dal pubblico che dalle riviste che dalle agenzie specializzate.

Gli elementi sono quelli della cucina levantina: cereali, legumi, verdure, pollame, molto pesce e condimenti tipici dell’area come olio di oliva, limone, aglio, sesamo, prezzemolo e erbe aromatiche, in particolare la menta.

In un viaggio in Libano, non si può non provare l’hummus, che si dice sia stato inventato proprio in questo Paese, ma sono molti, i paesi, a contendersene la paternità.

Considerato un classico della cucina mediorientale (l’hummus sta al Medio Oriente come il ragù sta a noi italiani), si tratta di una salsa di ceci e tahina (pasta di sesamo).  

Il nome completo è in realtà ḥummuṣ bi ṭaḥīna, che significa “ceci con tahini”.

La stessa parola “hummus” proviene dall’arabo e significa appunto ceci, un legume che è stato coltivato in Medio Oriente per la prima volta diecimila anni fa

  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione5 Minuti
  • Porzioni10 persone
  • Metodo di cotturaSenza cottura
  • CucinaLibanese

Ingredienti

  • 300 gceci secchi (0 600 gr ceci in scatola)
  • 50 gtahina
  • 1limone (succo)
  • 2 spicchiaglio
  • 50 mlolio di oliva
  • q.b.sale
  • q.b.paprika (opzionale)
  • q.b.sesamo (opzionale)

Preparazione

  1. Mettete in ammollo i ceci per 12 ore nel doppio del loro volume ( 600 ml di acqua). Trascorso questo tempo, scolateli, sciacquateli molto bene e metteteli a cuocere per circa 2 ore (o sino a quando non saranno ben morbidi). Sciacquate i ceci cotti sotto l’acqua e muoveteli con le mani per togliere le piccole bucce che li ricoprono. Ricordatevi di tenere da parte un bicchiere di acqua di cottura.

    Nel caso in cui usiate i ceci già cotti in scatola non serve tenerli in ammollo, ma ricordatevi di tenere da parte un po’ dell’acqua del barattolo dei ceci.

    Se volete potete scaldare i ceci in una padella prima di frullarli.

    Frullate i ceci in un robot aggiungendo la tahina, l’aglio, l’olio, il limone e il sale. La crema che dovrete ottenere dovrà essere densa e senza grumi; se ce ne fosse bisogno, per renderla più cremosa, è possibile aggiungere un po’ di acqua dei legumi.

    Servite, se volete, con un filo di olio, decorando con i semi di sesamo e paprika

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.

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