Hangikjöt (Islanda)

L’Islanda mi ha sempre attratto per l’Aurora boreale, un fenomeno singolare che vorrei tanto vedere almeno una volta nella vita, ma indubbiamnete si tratterebbe di un viaggio molto particolare, sotto numerosi punti di vista, primo fra tutti per il clima, ovviamente rigido, poi per la difficoltà degli spostamenti e non ultimo per il cibo.

L’arte culinaria sviluppata in Islanda ha come elementi principali l’agnello e il pesce: pietanze che hanno costituito, per molti secoli, l’unico alimento per gli abitanti dell’isola.

Le verdure sono quasi inesistenti nei piatti tradizionali, a causa delle temperature troppo rigide per la coltivazione.

Oggi, però, grazie agli scambi internazionali e all’impiego di serre riscaldate, è possibile trovare sull’isola qualsiasi alimento si possa desiderare (tranne il McDonald’s che è stato bandito dal suolo islandese nel 2008 dopo l’avvento della crisi economica).

Ad attrarmi è un piatto, che in realtà è un insieme di assaggi, dal nome Þorramatur, e dalle bizzarre combinazioni (vedi foto alla fine della ricetta).

Trattasi di una selezione di cibo tradizionale islandese, composta principalmente di carne e prodotti ittici curati in maniera tipica, tagliati a fette o pezzi e serviti con rúgbrauð (pane di segale denso e scuro), burro e un cicchetto di Brennivín (tipica acquavite islandese)
Questo piatto viene consumato durante l’antico mese nordico in gennaio e febbraio, e in particolare durante le celebrazioni della festa di Þorrablót, una festa di metà inverno che serve a celebrare l’antico mese di Þorri, il Gelo.

I tradizionali ingredienti sono:

Kæstur hákarl, carne di squalo putrefatto, lasciato marcire sottoterra per mesi fino a quando il veleno naturalmente presente nella carne sparisce, lasciando il posto a un forte sapore di ammoniaca e a un odore putrido. E così viene mangiato, senza alcuna cottura.

Súrsaðir hrútspungar, testicoli di pecora tenuti a bagno nel siero di latte e poi pressati fino a formare una torta
Sviđ , testa di pecora arrosto e bollita e servita con rape e patate, i cui scarti sono raccolti in una specie di gelatina.

Sviðasulta, insaccato di svið.

Lifrarpylsa, salsiccia di fegato impastata con farina di segale.

Blóðmör, sanguinaccio di sangue di agnello e sugna impastati con farina di segale e avena.

Harðfiskur, merluzzo o eglefino essiccato al vento e servito con burro.

Hangikjöt, carne di agnello affumicato.

Lundabaggi, lombi di pecora stagionati.

Hvalspik, grasso di balena fresco.

Selshreifar, pinne di foca.

Non potendo scrivete la ricetta di tutte le specialità, tra queste la mia scelta è caduta sulla carne di agnello affumicata, ovvero: Hangikjöt, che significa “carne appesa” .

Prima viene salata o messa in salamoia e poi affumicata e tagliata a fettine sottili.

Hangikjöt si consuma in particolare durante le festività natalizie e si accompagna solitamente a patate bollite con besciamella e piselli, oppure su una fetta di pane tradizionale.

  • DifficoltàAlta
  • CostoMedio
  • Tempo di riposo6 Giorni
  • Tempo di cottura40 Minuti
  • Metodo di cotturaAltro
  • CucinaEuropea

Ingredienti per Hangikjöt:

  • 1 kgCarne di agnello ( Cosce, gambe, zampe e/o fianchi )

Per la salamoia:

  • 20 lacqua
  • 10 kgsale grosso
  • 100 gsalnitro
  • 500 gzucchero

Preparazione

  1. Preparare la salamoia:

    Riscaldare l’acqua in ebollizione e mescolare con zucchero, sale e salnitro e cuocere per 5-10 minuti, o fino a quando il sale si scioglie. Filtrare e raffreddare il liquido.

    Pulire bene la carne e metterla in salamoia per 2-4 giorni, a seconda dello spessore dei pezzi di carne, quindi toglierla, asciugarla per 12 ore prima di appenderla nell’affumicatoio.

    Affumicare per circa 48 ore (in origine gli islandesi usavano una miscela di ontano e sterco di pecora secca).

    Appendere la carne in un luogo fresco per almeno 4 giorni per fare maturare il sapore del fumo e permeare la carne.

    Bollire la carne per circa 40 minuti per ogni kg, meno se tagliate a pezzi prima della cottura. 

    A cottura ultimata, togliere la pentola dal fuoco e lasciare riposare la carne nel liquido di cottura per circa 30 minuti prima di toglierla. 

    Tagliare e servire.

    Tradizionalmente con piselli, patate lesse e salsa besciamella. Può anche essere servito freddo sul pane.

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.

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