Poco più in là abbiamo visitato Cala Feola che è una spiaggia raggiungibile percorrendo ancora una lunga scalinata, tra le poche ad essere una vera spiaggia sebbene con ghiaia e non sabbia. E accanto ci sono le piscine naturali che sono rocce piatte con grosse insenature che ricordano piscine, attrezzate solitamente con lettini e ombrellone e un particolare bar all’interno della roccia; ancora una volta si raggiungono percorrendo una stradina e diversi gradini.
Speriamo nei prossimi giorni di poter godere della bellezza di queste calette anche con un po’ di sole.
Pranzo accanto a noi nella zona di Punta Incenso al ristorante “Anna Punta Incenso” con un menù davvero molto vasto, per ora il migliore trovato, con tante specialità locali e tra queste abbiamo scelto la pezzogna che è un pesce piuttosto noto qui (da noi si chiama besugo ma è alquanto introvabile), accompagnata da patate al forno (deliziose!) e dalla cianfotta ponzese che non è altro che una ratatouille di verdure. Il pesce aveva un po’ troppe spine per i miei gusti, ma era davvero molto delicato. Come antipasto il solito ottimo misto di pesce e le polpette, questa volta fritte.
Pomeriggio piovoso e molto ventoso tanto che hanno annullato il traghetto del pomeriggio che solitamente riporta sulla terraferma.
Abbiamo passeggiato per le vie del Porto alla ricerca del percorso archeologico che però è risultato fallimentare perché tre dei punti del percorso, ovvero la cisterna Romana La Dragonessa, la villa romana e il cimitero (che è famoso perché una delle prime architetture cimiteriali italiane), risultavano chiusi. meglio informarsi prima per un eventuale visita.
Aperitivo in uno dei pochi bar dell’ isola che è anche una gelateria (Panoramica) e dove abbiamo ritrovato i volti e che da giorni incontriamo nell’isola perché sempre gli stessi pochi turisti a girare e ormai ci conosciamo tutti quasi fossimo in un gigantesco villaggio turistico.
Cena al ristorante “La Lanterna, da Silverio” (san Silverio è il patrono di Ponza e la sua icona o statuina come in ogni paese del sud che si rispetti è praticamente ovunque!), zona Porto, locale apparentemente “ruspante” nasconde invece una particolare attenzione alla presentazione dei piatti. Polpo e patate, spada marinato al fiore di cappero come antipasti e poi un tripudio di bontà con la ricciola al limone e contorno di scarola saltata con olive, capperi, pinoli e uva passa (qui la scarola è un contorno molto usato!) e paccheri con cozze e datterini per Stefano. Due piatti davvero top!
Non ho ancora citato i dolci fino ad ora, non perché Stefano non ne mangi, ma perché fino per adesso si è trattato prevalentemente di cheesecake e mousse e perciò nulla di tipico.
Domani altre previsioni metereologiche negative. Ci inventeremo qualcos’altro da fare..