Giorno 3: Disneyland Tokyo

Per la nostra prima esperienze in Giappone abbiamo deciso di dedicare una intera settimana a Tokyo motivo per cui ci siamo permessi di andare un intero giorno a Disneyland diversamente non ne varrebbe la pena perché meriterebbe  di più prima, sicuramente, vedere la città e tutti i suoi quartieri.

Perciò il nostro consiglio è che se non avete bambini ( il che è difficile con un viaggio di questo tipo): non andate a “Disneyland Tokyo“.

Noi questa mattina ci siamo alzati presto per raggiungere il parco di divertimenti e abbiamo scelto, tra i due parchi a tema, quello dedicato al mare ovvero il “Disney Sea” (l’altro parco è il classico Disneyland).

Nella prima mattinata  abbiamo raggiunto il parco attraverso la metropolitana e la monorotaia Disney il tutto incluso nella nostra “Suica welcome card”.

Il “Disney Sea” a è suddiviso in 7 aree tematiche ovvero: il Mediterraneo, la zona americana, la zona del l’isola misteriosa, quella delle sirene, la costa Arabica, il fiume perduto e il porto discovery e ogni zona rappresenta una diversa nazionalità, per esempio, nella zona del Mediterraneo c’è una parte interamente dedicata a Venezia e un’altra a Firenze e un’altra ancora a Portofino.

Molte le attrazioni tra cui grandi classici come “Tower of terror”, Nemo e Indiana Jones, ma anche altre attrazioni del tutto nuove come “Viaggio al centro della Terra” e “Rangig Spirit”.

Purtroppo però per noi oggi è stata una mezza delusione, a deluderci non è stato sicuramente il parco in sé, che è come al solito magico, curato nel dettaglio, estremamente caratteristico e in questo caso anche molto originale, ma oggi le code infinite ci hanno veramente distrutto e ci hanno impedito di goderci la giornata perché siamo riusciti a fare ben poche attrazioni nonostante la presenza del fast pass.

Non è la prima volta che ci rechiamo in un parco di divertimenti nel periodo delle festività natalizie e molte altre volte abbiamo trovato tanta più gente rispetto ad oggi, però le code infinite a cui abbiamo assistito quest’oggi sono state veramente una novità per noi.

Abbiamo pensato molto al motivo di queste code, e il perché non è che c’era più gente del previsto, probabilmente sono i giapponesi che hanno difficoltà a smaltire, infatti molte delle attrazioni partivano semi vuote nonostante code di quasi 240 minuti!

Il popolo orientale in generale è un popolo molto educato e a modo, ma lo potremmo definire, in maniera bonaria, un po’ tonto perché non ha quella brillantezza e quel brio che caratterizza noi occidentali, perciò fanno fatica a smaltire velocemente qualsiasi cosa, si tratti di una coda per fare un gioco o una coda per entrare al ristorante, inoltre abbiamo notato che ai giapponesi probabilmente piace molto stare in coda perché ce ne erano altrettante addirittura per mangiare i pop corn che ci auguriamo siamo davvero buoni perché altrimenti non ci spieghiamo code di quel genere!

E questo non accade solo a “Disneyland Tokyo”, ma in generale anche in città .

Il parco apriva molto presto (alle ore 8:00) e noi siamo arrivati intorno alle 9:30, faceva freddo e abbiamo terminato la nostra giornata disneyana intorno alle 17:00, pranzando nella zona americana all’interno e di una nave d’epoca al “The Roosevelt lounge” con sandwich al pastrami e un tris di specialità inglesi: pasticcio di carne, salsiccia e pollo grigliato, da segnalare sicuramente in positivo il fatto che il costo dei ristoranti è decisamente inferiore a quello per esempio di “Disneyland Paris” .

La qualità buona.

Dopo una passeggiata a Shibuya nel tentativo di trovare un ristorante per domani sera, ma a quanto pare domani sarà tutto chiuso e ci chiediamo dove andremo a mangiare, siamo andati nel quartiere di Miniato per cenare.

Avremmo dovuto usare il nostro Groupon per un yakiniku a volontà, ma purtroppo mi sono resa conto che il ristorante prenotato era in una zona fuori Tokyo, si trattava dello stessa catena, ma nella zona sbagliata. Prestate molta attenzione quando prenotate un Groupon sul sito giapponese,  c’è la difficoltà di comprendere la lingua e soprattutto ci sono molte catene dagli stessi identici nome in zone totalmente diverse. Altra difficoltà è quella di trovare i ristoranti segnalati sia su Tripadvisor che sulla guida perché molto spesso le insegne sono in lingua giapponese oppure i ristoranti si trovano all’interno di palazzi e occorre fare caso ai piani che sono indicati in piccole insegne .

In ogni caso la scelta del yakiniku  (grigliata alla coreana) era ormai presa e così ci siamo fermati in un altro ristorante della zona il cui nome è “Zeniba” e abbiamo consumato la nostra cena a base di carne di wagyu (bovino giapponese noto da qualche tempo anche in Italia e famoso per la sua carne memorizzata e gustosa) e di maiale accompagnata da riso bianco con curry di wagyu; non dovete pensare al nostro alla nostra grigliata di carne perché è completamente diversa,  ti servono delle strisce di carne che vanno poi cotte su una piastra e  condite nelle salse e la quantità sicuramente non è  abbondante però la qualità è buona ed è particolare il fatto di cuocere la carne direttamente sulla piastra da soli. Spesa non eccessiva: circa 35,00 euro in due compresa la birra.

Yakiniku (grigliata di carne giapponese)

Tornati in centro Shibuya abbiamo voluto assaggiare anche i yakitori (spiedini) in questo caso di kobe (la carne più pregiata giapponese) e di bovino: street food mangiato per strada. Concludendo la serata al “Good Beer Faucets” birreria nota per i suoi 40 spillatori. Non sono in molti a sapere, e noi eravamo tra questi, che il Giappone vanta una discreta quantità e qualità nella produzione della birra infatti Stefano ha assaggiato una delle tante birre locali artigianali ed era buona,  con un costo simile alle nostre.

Domani, ultimo giorno del 2019, sarà dedicato al palazzo imperiale e al quartiere di Mariunochi per poi trascorrere il Capodanno… come? È ancora l’incognita anche per noi .

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.