Mi avete lasciata il giorno di Halloween a Porto Seguro e mi ritrovate nel Día de los muertos a Cittá del Messico.
Ora vi racconto come ci sono arrivata…
Martedí 31 ottobre io e mio padre siamo decollati da Porto Seguro alle 9.40 in direzione San Paolo dove siamo atterrati in anticipo di 30 minuti.
Lí, dopo una lunga attesa di 6 ore, ci siamo separati.
Mio padre è ripartito per fare ritorno in Italia, io mi sono imbarcata sul volo Latam delle 19.15 con destinazione Cittá del Messico e dopo lo scalo a Lima in piena notte, ho raggiunto per la terza volta il Messico alle 6.00 di mercoledì 1 novembre.
Trasferimento in taxi (dagli arrivi a destra, prima dell’uscita) al costo di 310 Pesos (circa 16 euro), in 40 minuti, all’Hotel El Ejecutivo 4 stelle che ha visto momenti migliori, ma comodo per raggiungere a piedi il centro storico della città.
Si trova sulla Reforma, una delle strade più importatni della cittá, ha stanze ampie e spaziose e una ottima colazione a buffet dalle spacialitá messicane con un supplemneto di soli 180 pesos (9 euro) a testa.
E indovinate chi ho ritrovate nella camera numero 301 ?
Stefano, ovviamente.
Anche lui partito il 31 ottobre, ma dall’Italia, con Air Canada, uno scalo a Montreal e l’arrivo la notte del 31 ottobre.
N.B. Con i voli che fanno scalo in Canada occorre un permesso di ingresso nel Paese chiamato eTA disponibile attarverso il sito ufficiale del Governo del Canada al costo di poco più di 5,00 euro.
Non fatevi abbindolare dalle agenzie on line che vi chiedono prezzi spropositati per compilare un semplice modulo.
Nonostante la mia evidente stanchezza, ci siamo immediatamente messi in moto per visitare la capitale addobbata a festa …
Con una lunga passeggiata abbiamo raggiunto El Zócalo, la piazza che rappresenta il cuore del centro storico di Città del Messico, dominata dalla cattedrale metropolitana in stile classico. Il cuore della città e anche la piazza più grande di tutta l’America Latina.
Tutti noi ricordiamo “007-Spectre” e la famosissima scena iniziale ambientata nel Día de los muertos a Cittá del Messico, dalla Plaza de la costitucíon….ecco quella piazza è El Zócalo e ci è sembrato proprio di rivivere la scena.
Abbiamo pranzato in una delle molte taqueria che si incontrano nel centro storico: Los cocuyos dove ci siamo divertiti a scegliere tra moltissime le proposte di tacos, optando per:
Surtida (misto), Suadero (con brisket), Longaniza (con salsiccia locale), Campechano (con brisket e salsiccia), al Pastor (con maiale marinato) e Pechuga empanizada (petto di pollo impanato)…difficile scegliere la migliore!
Per chi non sapesse cosa sono i tacos, si tratta di tortillas solitamente di mais farcite e fuori dal Messico servite piegate in due, da non confondere con i burritos che sono speciliatá tex-mex dove le tortillas di grano sono arrotolate e nemmeno con i tacos shell sempre tex-mex.
Nelle taqueria messicane i tacos sono più piccoli di quelli a cui siamo abituati, la farcitura è sopra e la carne asada utilizzata per farcirli ha l’aspetto di un kebab…
Nel pomeriggio abbiamo passeggiata tra i mercati locali che propongono sia cibo che artigianato… il San Juan e il Mercado do artesanias La Ciudadella.
Durante il periodo dei festeggimenti de Día de los muertos a Cittá del Messico, di giorno, lungo le strade del centro storico, ci si prepara truccandosi, acquistando abiti, corone, maschere, ma la vera festa comincia dopo le 18 e le strade si riempono letteramente di personaggi mascherati come in un carnevale a tema.
É stato bellissimo ritrovarsi nel cuore della festa che si espande in tutto il centro storico e la magia si é ripetuta anche giovedí 2 novembre ultimo giorno di festeggiamenti.
Margarita e Paloma in pieno stile messicano presso uno dei ristoranti della terrazza che si affaccia sul El Zócalo a cui si accede solo attraversando uno dei tanti negozi di gioielli, ma attenzione! Non fatevi fregare – come noi – da questa trappola per turisti!
Chiedete sempre il prezzo dei cocktails perché sono piuttosto cari e sproporzionati rispetto al cibo invece molto economico.
La vista dall’alto é unica, soprattutto durante la festa de El dìa de los muertos, ma spendere 50 euro, qui, per due cocktails é davvero esagerato!
Cena al ristorante Sanborns di Avenida Franciso I Madero 4 con parillada mista, ovvero una sorta di grigliata di carne che includeva, pechuga de pollo (petto di pollo), chorizo, cecina de res e de cerdo (carne disidratata di manzo e di maiale), queso panela (formaggio locale), cebola cambray (cipollotto grigliato), nopale (cactus) e guacamole.
Ieri, giovedì 2 novembre la lunga giornata che conclude le festivitá del Día de los muertos é cominciata con la diretta di ViaggiandoMangiando in tour dedicata proprio alla festa più importante del Messico.
In diretta Instagram dalla sala colazione, ho raccontato la storia della festa del morti.
É un vero e proprio inno alla vita in cui gli spiriti non sono esseri malevoli da cui fuggire in una notte oscura di terrore, ma sono accolti con gioia tra i vivi in una festa ricca di colori ed allegria.
Si fa visita ai cimiteri (come abbiamo fatto noi a Coyoacán) a e si adornano le tombe dei propri cari con candele, fiori, soprattutto flor de Cempasúchil, pane, vino e piatti speciali in onore degli antenati.
Vengono allestiti dei piccoli mercati di strada chiamati tianguis: le bancarelle espongono alimenti, candele, incensi e fiori, i famosi striscioni messicani colorati con immagini ritagliate e ovviamente tanto cibo come il Pan de Muertos che viene preparato solo in questo periodo dell’anno.
Vi ricordate lo splendido cartone animato Disney “Coco”?
Tutto quello che rappresenta questa festivitá é perfettamente raccontato nel film animato.
Avremmo voluto visitare la casa blu di Coyoacán dove nacque Frida Kahlo nel 1907 e ora diventata il Museo Frida Kahlo, ma non ci siamo resi conto che occorreva una prenotazione.
Sul sito internet dedicato al museo non c’é alcuna segnalazione, perché il vero sito internet dove acquistare il biglietto é: www.boletosfridakahlo.org.
Purtroppo al prima disponibilitá sará l’8 novembre e in questo periodo il Museo Dolores Olmedo Patiño dove si possono ammirare sia le opere della Kahlo che quelle del marito Diego Riveira, é chiuso.
Ma giunti a Coyoacán, con un viaggio di circa 1 ora dal centro storico con il MetroBus, abbiamo deciso di vistare la bella zona residenziale, ex sobborgo coloniale atraverso una piacevole percorso a piedi che é partito dalla vivace plaza Central e si é concluso a San Ángel, dove abbiamo pranzato al Ojo de Agua.
Enchillada suizas, ovvero tre tortillas arrotolate e ripiene di uovo strapazzato (ma potevamo scegliere anche il petto di pollo) e salsa verde poi gratinate al forno con formaggiomanchego e panna acida.
E insalata di cavolo con salmone, avocado, pistacchi, pomodorini e chips di patate dolci.
Nel pomeriggio ci fermati a Las Duelistas una delle poche pulquerie rimaste in cittá, per un pulque, una bevanda dolce e mediamente alcolica a base di estratto di agave, con ananas e uno bianco.
Abbiamo invece trascorso la serata nella zona Rosa, conosciuta per la sua vita notturna e la sua comunitá gay
Cena a La casa del toño con… ve lo racconto con il mio look a tema :
Concludendo cosí il nostro Día de los muertos a Cittá del Messico.
Ieri venerdí 3 novembre, molti degli altari sono stati disallestiti e ormai nessuno più indossa le maschere anche se domani ci sará ancora la sfilata dei carri.
Le strade che conducono a El Zòcalo sono state riaperte al traffico.
E noi abbiamo trascorso la mattinata tra il Bosque de Chapultepec, il parco urbano piú grande dell’emisfero occidentale, tra laghi artificiali, fontane, baracchini di cibo e artigianato, e il quartiere di Condesa, dal gusto piacevolemente europeo e i locali alla moda.
Siamo giunti nel quartiere di Roma, quello narrato da Alfonco Cuarón nelle pellicola Leone D’Oro nel 2018, per pranzo.
Al “La reyna de la Roma“, piccolo ristorante famoso per la sua carnitas, un piatto a base di carne suina preparata brasando o cuocendo a fuoco lento il maiale nell’olio nello strutto fino a quando diventa tenero.
Abbiamo assaggiato il piatto forte (vedi mia foto), accompagnandolo a: gorditas de carnitas (simili alle arepas venezuelane, fatte con un impasto di farina di mais e poi riepite come fossero una tassca), tacos chamorro (con stinco di manzo) e chilaquiles di pollo (tortilla spezzata con pollo e condita con salsa verde e formaggio).
Il commerciante di Coculiniano Juan I. Hernandez fondò la Sala “Tenampa” nel 1925, con la “Mariachi Cocula” e con il sostegno dei “Mariachi Reyes” di José Reyes.
Quell’anno iniziò quella che presto sarebbe stata la tradizione musicale di Plaza Garibaldi a Città del Messico, proprio dove nella serata abbiamo gustato i nostri Margarita a suon di Mariachi.
Cena all’elegante e alla moda (e caro!) “Sonora Grill” sulla Reforma, a base aguachile, il cevice messicano di cui trovate la ricetta sul blog, sopa atzeca, chicharron di polpo e un meraviglioso brisket.
Oggi sabato 4 novembre é stata la giornata dedicata al Desfile Dia de los Muertos.
Dopo 007 Spectre é nata la tradizione di sfilare lungo la Reforma fino a giungere El Zòcalo nel primo sabato che succede al 2 novembre.
La Reforma viene transennata e completamenete chiusa al traffico.
La nostra giornata è cominciata con un churros da uno dei tanti ambulanti, poi ci siamo diretti al Palacio Nacional, dove risiede il Presidente, per vedere i famosi murales di Diego Riveira.
La modalitá di ingresso (gratuita) prevede – e solo chiedendo lo abbiamo scoperto – che si prenda un badge nel palazzo rosso di fronte e si possa entrare solo con una visita guidata. Peccato che quelle in inglese erano giá esaurite.
Ancora una volta: niente Diego Riveira per noi.
Così dopo la visita ad uno dei pochi grossi supermercati della cittá (conoscete la mia passione per i supermercati all’estero…) abbiamo scelto una zona dove attendere la parata.
Orario del Desfile ore 14,00, ma é cominciato alle 16.30
Nulla a che vedere con l’eleganza della scena cinematografica con James Bond, si tratta di una sfilata di carri e personaggi sul tema Dia de los muertos, con carri allegorici artigianali accompagnati da danze.
Dura quasi due ore e la bellezza sta soprattutto nelle festa che si crea attorno, con cibo per strada, famiglie, gruppi di amici, tutti ordinati, educati e in attesa dell’evento.
É stato bello attendere immersi nelle cultura, ma anche nella quotidianità del popolo messicano.
Ultima cena a Cittá del Messico al ristorante “El Bajio” av. Paseo de la Reforma 22 con chicharron messicano (nella foto) ovvero cotiche di maiale fritte e servite come fossero delle patatine, empanada de platano, tostadas michoacanas, ovvero con trippa comdita con limone.
Per continuare con pechuga de mole per Stefano e huarace, preparato con l’impasto delle tortillas di mais farcito con fagioli dalla forma allungata, con costilla de res.
Una ottima cena con piatti tradizionali e abbondanti.
Domani lasceremo Cittá del Messico alla volta di Cancun e quindi dell’Isla Mujeres dove trascorreremo in relax il resto della nostra vacanza.
Ma prima di lasciarvi mi piacerebbe fare alcune considerazioni sulla cittá.
Non fatevi condizionare dalla cattiva nomina di Città del Messico, bollata troppo spesso come “città pericolosa”, perché non lo é, almeno non più di una qualsiasi grande cittá.
Pulita, ordinata, ricca, alla moda, carica di storia, Messico, cosí come viene chiamata dai locali, merita una visita di almeno 4 giorni (ce ne vorrebbero altri per visitare anche i dintorni).
Vi stupirà!
Troverete una cittá bella ed animata, dal piacevole gusto europeo che ben si coniuga con un pizzico di America e tanta buona aria messicana.
Pattugliata e protetta, le sue strade sono tanto trafficate quanto sicure e i suoi quartieri alla moda.
Non troverete baraccopoli né sporcizia nel suo centro storico, e nemmeno nelle immediate vicinanze.
I taxi e i mezzi pubblici (ottima rete Metrobus, con carta ricaricabile a 21 pesos e viaggi da 6 pesos) sono sicuri, efficienti ed economici, con zona rosa dedicata alle donne. Wi-fii libero ovunque.
Non resta che conoscerla meglio… magari anche attraverso questo video dedicato alla sua più grande festa…
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