Giorno 2: la Reggia di Venaria

Dopo una colazione discreta (gentilmente mi hanno fornito anche biscotti e fette biscottate senza glutine) a buffet, con un ingresso privilegiato rispetto alla Reggia di Venaria Reale, perché il Relais Cascina di Corte si trova proprio all’ingresso, abbiamo visitato la splendida Reggia con un percorso con audio guida di circa due ore e mezza, compreso i giardini (escluso solo le scuderie).

Indubbiamente da visitare, la Reggia di Venaria è aperta al pubblico da pochi anni, dal 1823 la Reggia è stata una caserma militare e solo nel 1998 sono iniziati i primi restauri per riportare alla luce la magnificenza di una reggia di caccia di dominio Savoia per secoli.

Giro nel paese di Venaria Reale, che si sviluppa in una via molto retrò proprio davanti alla Reggia.

Mega aperitivo all’Osteria Al Cantun (5,00 euro a testa con stuzzichini da fare un vero e proprio pasto!) e pranzo al ristorante “Il capitolo , fuori centro, con battuta di vitello e uovo poché (uovo in camicia), un must piemontese che non si può non provare, filetto di maialino con fichi e riduzione di Porto per Stefano e una entrecôte di Angus per me e, per digerire, due sorbetti limone e salvia.

Sconto del 20% con The Fork, ma prezzi non bassissimi.

Locale moderno, personale giovane e gentile, la battuta di vitello ottima!

Battuta di vitello e uovo poché al ristorante “Il capitolo” di Venaria.

Arrivati a Chieri, città nota per la manifattura tessile (c’è infatti un museo tessile), abbiamo fatto un giro per il centro illuminato già natalizio, abbiamo preso un the al caffè “Oche rosa” nella via principale, locale grande e ben fornito.

Poi ci siamo diretti alla “Cantina del Convento Maison“, dove alloggiamo in una suite duplex, ovvero l’unica stanza della struttura, due piani, una sorta di mini appartamento con uno splendido letto dei primi del ‘900 e un arredamento che cura molto il dettaglio  (anch’esso shabby).

Cena nel bistrot della struttura, che vanta un menu da 10 e lode, dai piatti tipici piemontesi, agli hamburger gourmet, all’apericena extra large, ai vini pregiati…

Noi abbiamo optato per: rösti all’occhio di bue per me (c’è una vera e propria carta dei rösti!) e mezzaluna di tartufo al Castelmagno per Stefano e poi due piatti della tradizione: cinghiale all’astigiana servito con patate al forno e la Doba’ alla provenzale per me.

Quest’ultimo un tipico piatto del cuneese, ma di origine francese: uno stracotto di fassona cotto nella pentola di ghisa con la Barbera.

Davvero eccezionale!  Si scioglieva letteralmente in bocca..

Rosé del Monferrato e cheesecake ai lamponi.

Sconto del 10% perché ospiti alberghieri.

Locale giustamente affollato, alla moda e da non perdere!

Domani andremo in Egitto…😊 ma a Torino!

5,0 / 5
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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.