Giorno 11: i castelli e la pizza di Napoli

Non è la prima volta che veniamo a Napoli, questa per me è la quarta volta, perciò Cristo Velato, Napoli sotterranea, Piazza del Plebiscito, Posillipo e funicolare che porta al Vomero li ho già vissuti, e questa volta abbiamo voluto dedicarci ai Castelli della città; abbiamo così visitato il Castel dell’ovo, che abbiamo scoperto chiamarsi così perché una leggenda narra che fu Virgilio, allora considerato una sorta di mago, a posizionare un uovo dentro una gabbia e appenderlo in una stanza del castello come attrazione del negativo, dicendo che finché quest’uovo non si fosse rotto il castello sarebbe stato protetto.

Oggi il Castel dell’ovo è soprattutto un zona di uffici e potrebbe essere molto più sfruttato a livello culturale, ma purtroppo, come molto altro a Napoli, è lasciato un po’ a se stesso.

L’ingresso è gratuito, ma in questo periodo è obbligatorio fare la prenotazione attraverso il sito: http://ingressi.comune.napoli.it/castelovo/  per la scelta dell’orario in quanto gli ingressi sono contingentati.

Con una passeggiata lungomare napoletano abbiamo raggiunto il ristorante “La Piazzetta” dove abbiamo pranzato grazie ai punti di The Fork quasi gratis, con vista direttamente sul Vesuvio.  Finalmente mozzarella di bufala e prosciutto crudo, e per me un trittico marinato a seguire grigliata mista con gamberone, polpo, calamaro mentre Stefano ha apprezzato l’abbondante baccalà in cassuola a suo dire davvero eccezionale.

In effetti abbiamo deciso di dare vita ad una nuova gara: scoprire il ristorante dove si mangia male qua al sud!

Fino ad ora impossibile da trovare.

Passeggiata (rigorosamente con mascherina perché qui in Campania è obbligatorio utilizzarla anche all’esterno così come un’ordinanza di due giorni fa impone il divieto di vendere alcolici da asporto dopo le 22)  tra le vie di Napoli che ancora una volta mi ricordano quanto questa città sia particolare e quanto davvero mi piaccia.

Io credo che rappresenti un po’ l’Italia e l’italiano medio, con tutte le sue contraddizioni.

Napoli è una città sporca, incasinata eppure la amo perché è vera, calda, vissuta, accogliente e reale e tutti questi sono secondo me anche le caratteristiche tipiche dell’Italia e dell’italiano che in qualche modo, nel bene e nel male, si sa sempre arrangiare e nonostante gli evidenti difetti sa farsi amare.

Alle 16 avevamo prenotato l’ingresso anche all’altro Castello napoletano ovvero il Maschio Angioino conosciuto anche con il nome di Castel Nuovo, dove con €14 abbiamo fatto una visita di guidata di circa 50 minuti che ci ha condotto nelle prigioni, nella stanza del trono, sulla terrazza; il biglietto include anche il museo civico sebbene sia abbastanza trascurabile. In generale il castello è solo qualche pietra buttata lì, ma grazie all’introduzione della brava guida abbiamo conosciuto e apprezzato un pezzo della storia napoletana.

Vorrei aprire una parentesi dedicata allo Street Food napoletano che davvero è incredibile, e non lo ricordavo così, posto qui alcune foto dei dolci da Street Food perché probabilmente noi non avremo modo di assaggiarli (io non posso e Stefano come sapete ama solo il cioccolato ) ma le vetrine che li espongono sono davvero da fotografare, così come  le altre numerose esposizioni di Street Food tipici della città come: la frittata di maccheroni, il cuoppo, la pizza fritta e moltissimi altri ancora…

Stasera finalmente il momento che attendevo da tutta la vacanza: la pizza napoletana.

Ho cercato su internet e ho trovato una pizzeria che fa la pizza napoletana senza glutine, proprio qui in via Toledo, si tratta dei “Pizzaioli Veraci Toledo“, (che hanno anche una sede a nella zona di Fuorigrotta) e stasera siamo andati con lo sconto del 50% con The fork.

Mi sono quasi commossa quando ho mangiato, come antipasto, due Montanare, ovvero delle pizzette fritte con ragù di pomodoro e mozzarella di bufala, così chiamate perché “i montanari” solevano mangiare il panino ripieno di bufala e pomodoro ed è nato così il nome dedicato a loro.

E ovviamente, questa sera, Stefano si è dedicato a o’cuoppo (cono con fritti napoletani) composto da: crocché ripiene di patate formaggio e pancetta, frittattine (che sono delle frittate alte di pasta) montanare e ciurilli ripieni, ovvero i fiori di zucca ripieni di ricotta.

Vi lascio immaginare la bontà.

E poi lei, sua maestà la pizza napoletana.. io ho scelto “‘A verace al piennolo” ovvero con pomodorini Piennolo, bocconcini di mozzarella di bufala e basilico, Stefano la “‘A Verace”, classica, con pomodori San Marzano e bufala.

Questa sera non poteva mancare uno dei dolci tipici napoletani: la Caprese seguita da un classico limoncello per digerire l’intera cena.

Sono andata via davvero felice …

Domani ultimo giorno a Napoli dedicato interamente alla città, e ai suoi luoghi più caratteristici.

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.