Giorno 10: il viaggio continua

Il viaggio continua…scoprite dove in questo video:

Torniamo indietro di un giorno…


Ieri, domenica 28 marzo, dopo aver pranzato con Lucrezia e la sua famiglia sulla spiaggia di Anfi, accanto a noi, al ristorante “Mar de Tapas” con Chicken Cesar Salad e le nostre ultime tapas: chorizo parillado e ovviamente papas arrugadas con mojo, ci siamo diretti in aeroporto.

La riconsegna dell’auto ci ha confermato la poca efficienza della GoldCar. Non fate la fila per consegnare la chiave, semplicemente restituitela al banco. Non serve altro.

Aeroporto di Las Palmas grande, con un quarto di negozi aperti, voli in partenza prevalentemente per Madrid e le altre isole.

Primo volo: IBERIA per Madrid, imbarcati ore 19.15 locali (Canarie meno 1 ora rispetto all’Italia, anche con l’ora legale). Panico al check in: non volevano farci partire perché non abbiamo il volo di rientro. Pazientemente ho spiegato alla signora che parlava ben poco inglese, come un po’ tutti a Gran Canaria, che possiamo soggiornare in Brasile per un massimo di 90 giorni senza visto, che le normative Covid non prevedono restrizioni di carattere “aereo”, ma solo sanitarie. Alla fine si è convinta….

Secondo volo: IBERIA per San Paulo.
Ricordate come finisce “Il giro del mondo in 80 giorni”? Willy Fog vince la scommessa grazie ai fusi orari. Ecco, noi abbiamo rischiato di essere beffati proprio da un fuso orario. Madrid è un’ora avanti rispetto alle Canarie. Ce ne siamo resi conto solo atterrando, in ritardo di 20 minuti. Avevamo solo un’ora di tempo per imbarcarci sul volo, e Madrid è uno degli aeroporti più incasinati al mondo. 24 minuti per raggiungere il terminal S, percorsi in 12 minuti, di corsa, a perdi fiato. Non ce l’avremmo mai fatta se il volo non fosse partito con 20 minuti di ritardo causa approfonditi controlli.

Una volta quando si saliva su un aereo per una lunga attraversata (10 ore e 45 minuti) era già come essere in vacanza, adesso si viaggia come su un bus. Viene sbrigativamente servito il pasto dopo di che le hostess non si vedono più fino allo sbarco e i loro toni sono quello marziali del comando per il rispetto delle normative di bordo, che essenzialmente sono: indossa la mascherina. Non ci sono più i giornali di bordo, i film scarseggiano perché ovviamente le uscite cinematografiche si sono dimezzate.

Stamattina, lunedì 29 marzo, ore 7.45, terzo volo: LATAM per Porto Seguro.
Tutto regolare e tranquillo. A San Paulo abbiamo sdoganato i bagagli per imbarcarli sul volo domestico e abbiamo passato la dogana più veloce della storia brasiliana…solitamente ci vogliono ore, ce la siamo cavata in 5 minuti: ci hanno chiesto solo il passaporto e null’altro.

Totale ore di volo effettive: 14 e 40 minuti.

Siamo a + 5 ore rispetto l’Italia.

Vi state chiedendo come si arriva in Brasile, vero?
Se avete visto il video sopra in qualche modo ve l’ho spiegato, ma ecco nel dettaglio:

Tutti i passeggeri devono compilare la dichiarazione obbligatoria sulla salute on line (DSV); il modulo deve essere compilato da tutti i passeggeri (https://formulario.anvisa.gov.br/). Senza la presentazione della conferma via e-mail della DSV, l’imbarco sarà negato all’origine. Anche i passeggeri con collegamenti internazionali in Brasile devono presentare la dichiarazione sulla salute.

Venerdì abbiamo infatti fatto il tampone molecolare alla Clinica Scandinavica Puerto Rico la cifra di ben 130 euro a persona !!!! E io che credevo fosse già caro in Italia…ma non c’era altra soluzione e in Spagna i prezzi per i tamponi non rapidi sono questi (quelli rapidi, che sono sufficienti per il rientro in Italia, costano 60€).
Nel corso della settimana trascorsa abbiamo vagliato più ipotesi…abbiamo virtualmente girato il mondo e le due mete più facili da raggiungere, ovvero quelle senza necessità di tampone, sarebbero state: Messico (da cui, tra l’altro dopo due settimane saremmo addirittura potuti entrare negli Stati Uniti) e Costarica. In entrambi è tutto aperto. La difficoltà è nata per i voli: carissimi. Pur risparmiando con il tampone, le cifre erano davvero improponibili. Così abbiamo scelto il nostro Brasile. Tampone per tampone, spesa per spesa, tanto vale andare in quella che per noi è una sorta di “seconda casa”.

Il Brasile non preclude l’ingresso per turismo e la Spagna non vieta i viaggi per turismo, perciò il nostro viaggio è regolare. Non lo sarebbe stato se fossimo partiti dall’Italia da dove si può raggiungere il Brasile solo per motivi famigliari o di lavoro, sempre che si trovino dei voli, che sono assai scarsi.

Ed eccoci qua. Per me è quasi come essere tornata al punto di partenza. Un anno fa ero in Brasile, durante il lockdown. Ora mi trovo in Brasile in una sorta di “fuga” da una Italia che ci ha blindato e tolto ogni libertà di scelta in poco più di un anno.

Siamo già stati a Porto Seguro, nel settembre 2010, o meglio, ad Arrajal d’ajuda, piccolo borgo esclusivo che si raggiunge attraverso l’imbarco su una chiatta che attraversa un fiume: il paesello si trova al di là, zona sud rispetto Porto Seguro.
A Porto Seguro, mio zio, che vive però in Italia attualmente, ha con altri soci, in costruzione una struttura residenziale che affitta, perciò abbiamo un appoggio. Jericoacoara sarebbe stata la nostra scelta, ma per le normative Covid, lo stato del Cearà è entrato in semi lockdown, ovvero si trova nella situazione in cui mi trovavo io lo scorso anno: tutto chiuso, ma nessuno chiuso in casa. Ma attenzione, lo stato si trova in questa situazione solo da metà marzo, e da agosto scorso, quando ha riaperto tutto, non ha subito altre chiusure…ora, in bassa stagione, il governatore ha scelto di entrare in lockdown.

Nello stato di Bahia, dove ci troviamo ora, le norme sono differenti: coprifuoco dalle 18 fino alle 6, con chiusura ristoranti e bar, ma se si alloggia in una struttura alberghiera (compreso le pousade) si può cenare all’interno della struttura. Dalle 6 alle 18 è tutto aperto. Spiaggia compresa.


La nostra scelta, questa volta, è caduta su Santo André, a circa un’ora di strada dal centro di Porto Seguro.

Una volta atterrati abbiano noleggiato l’auto prenotata attraverso booking.com al Foco, che si raggiunge con la navetta gratuità fuori dall’aeroporto, una Volkswagen Gol (auto solo per il mercato brasiliano) e sulla stasa per Santo André, nella zona della balsa, ovvero dove ci si imbarca per andare al di là del fiume (anche Santo André si trova al di là, ma verso nord rispetto a Porto Seguro) ci siamo fermati a pranzare nel paesino piccolo, ma ben ricco di locali di spiagge incontaminate: Cabralia, ristorante Tropical. E ovviamente…Picanha con aipim frito e caipi: triade perfetta..

Primo pranzo brasiliano!

Costo di attraversata per due persone con auto: 23 Reais, ovvero circa 4 euro.

Nel tragitto per raggiungere la nostra pousada abbiamo, per ora, notato che le mascherine vengono indossate a proprio piacimento, ovvero nei centri urbani sono più presenti che in quelli piccoli. Il cameriere del ristorante, il personale della pousada e in aeroporto la indossavano tutti.

Abbiamo la villa numero 30 all’interno della pousada Vila Araticum che è una via di mezzo tra un resort e una pousada semplice perché è molto chic e più grande delle strutture similari, è una sorta di eco resort direttamente sulla spiaggia, ha due ristoranti, uno sul mare e l’altro per la sera. Noi abbiamo fatto un giro breve sulla spiaggia nel pomeriggio: molto particolare perché zona protetta per le tartarughe infatti non si può accedervi oltre le 18 per non disturbarle.
Questa sera ovviamente mangeremo qua…. Perché non si può fare altrimenti, e vi diamo appuntamento ai prossimi giorni….

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.