Dal 5 febbraio al 18 marzo ViaggiandoMangiando “Versione giapponese”

A quasi un mese dal nostro ritorno dal viaggio a Tokyo, in Giappone, come promesso il blog si trasformerà in “versione giapponese”, nelle prossime settimane vi racconterò infatti le specialità assaggiate diurante il nostro soggiorno nipponico, attraverso ricette, foto e curiosità.

La tradizione culinaria giapponese è molto antica e radicata nel loro modo di vivere, non si può pensare di andare in Giappone e prescindere dalla sua cucina, vivere il Giappone significa immergersi nelle sue tradizioni siano esse legate al cibo o ad un passato antico e glorioso.

In Giappone, il consumo di cibo è organizzato intorno a tre pasti principali:

  • la colazione, la quale può essere tradizionale o occidentale;
  • il pranzo, il quale viene spesso consumato rapidamente al lavoro o a scuola, ed è solitamente composto da pasti preconfezionati o preparati precedentemente in casa in scatole apposite per il cibo (bentō).
  • La cena, più rispettosa della tradizione. È consuetudine consumarla in piccoli ristoranti o bar quali izakaya o nelle bancarelle in strada (yatai).
    Il tradizionale spuntino pomeridiano è chiamato oyatsu ed è composto da una bevanda e da stuzzichini detti o-kashi. Usanza che risale almeno al periodo Edo; la bevanda può essere calda o fredda (ma non alcolica) mentre l’o-kashi può essere dolce o salato, industriale o artigianale, come ad esempio i cioccolatini.

Posso confermare che i giapponesi mangiano continuamente e ovunqe, sebbene per loro sia disonorevole farsi vedere mangiare per strada,  infatti li vedi perennemente in coda per acquistare cibo, ma non li vedi mai mangiare.

Il menu tipico segue la filosofia dell’ichijū sansai (一汁三菜? “una zuppa e tre piatti”), in cui la portata principale è composta da riso o da una zuppa, più tre piatti di contorno.Questi ultimi sono chiamati okazu e sono generalmente serviti in piccole quantità; la cucina giapponese presta particolare attenzione alla varietà dei gusti, dei colori e delle forme di preparazione, scegliendo i contorni più adatti tra le seguenti categorie:

  • nimono, qualcosa di bollito
  • sumono (o namasu), qualcosa con aceto
  • yakimono, qualcosa alla griglia
  • namamono, qualcosa di crudo, solitamente strisce di sashimi o verdura
  • mushimono, qualcosa al vapore
  • agemono, qualcosa di fritto, di solito il tempura
  • tsukemono, qualcosa in salamoia: si tratta di un piatto a base di sottaceti, di solito conditi con verdure e sale.

I piatti della cucina giapponese vengono generalmente classificati in base al modo in cui gli ingredienti sono cucinati. I nomi dei piatti contengono spesso il nome della tecnica utilizzata (ad esempio yakitori, ove il prefisso yaki indica qualcosa di grigliato); ai piatti di contorno viene invece aggiunto il suffisso mono (come ad esempio yakimono). In altri casi, il suffisso yaki indica la cottura alla piastra.

Nella cucina giapponese, il taglio e lo sminuzzamento del cibo riveste un ruolo fondamentale, e va fatto in modo che il boccone sia facilmente afferrabile con le bacchette (hashi), attenzione, però, ad usare le bacchette nel modo più appropriato: non servono per tagliare, né tanto meno per “infilzare” pezzi di cibo difficili da prendere per dita occidentali inesperte: occorre tenere presente che conficcare hashi nel cibo è uno degli atti più sgradevoli che si possano compiere, a tavola.

Molti associano la cucina giapponese al sushi e al sashimi, credendo che i giapponesi mangino tutti i giorni pesce crudo. Niente di più sbagliato. E’ vero che il pesce è l’ingrediente principale, ma esistono tantissimi altri ingredienti e tantissimi altri piatti.

Io ne ho scelti tredici, due per ogni settimana (a partire da mercoledì 5 febbraio, fino ad arrivare al 18 marzo), eccoli:

Vi aspetto perciò ogni mercoledì e ogni venerdì per l’appuntamento con la cucina giapponese, le sue tradizioni e la sua originalità alla scoperta di un mondo fatto di colori, bellezza e gusto!

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.