Brigadeiros com chocolate e com castanha

Si narra che la ricetta dei brigadeiros sia stata inventata negli anni Quaranta e che questi dolcetti al cioccolato siano stati chiamati così in onore del “brigadeiro” Eduardo Gomes, uomo politico e militare molto famoso in Brasile. Il brigadiere era un bell’uomo, con un fisico prorompente, molto affascinante e celibe. 

Con lo slogan “Votate il Brigadiere che è bello e celibe”, il candidato ottenne buon successo tra le donne. 

Un gruppo di loro che viveva nel quartiere Pacaembu, nella città di San Paolo, organizzò diverse feste per favorire la sua candidatura. 

La storia racconta che in una di queste occasioni crearono un dolce che mescolava latte condensato, cioccolato e burro e lo battezzarono “Brigadeiro” in suo omaggio.

I brigadeiros sono probabilmente i dolcetti più famosi del Brasile e le pasticcerie e bar li servono con molte varianti.

La ricetta base è quella con il cioccolato, ma qui vi descrivo anche quella con “castanha” ovvero il l’anacardo, il frutto del caju, pianta originaria del Brasile.

  • DifficoltàMolto facile
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione5 Minuti
  • Tempo di riposo10 Minuti
  • Tempo di cottura10 Minuti
  • Porzioni8 dolcetti
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaBrasiliana

Ingredienti

  • 200 mlLatte condensato
  • 3 cucchiaiCacao amaro in polvere o anacardi tritati
  • 25 gBurro
  • 70 gcodette di cioccolato o anacardi tritati (Per decorare)

Preparazione

  1. In una pentola mettere il latte condensato, il cacao, o gli anacardi macinati, e il burro. Amalgamare bene gli ingredienti, a fuoco lento, mescolando sempre affinché il composto si rassodi e si stacchi dalla pentola (circa 10 minuti).

    Togliere la pentola dal fuoco, sistemare il composto su un piatto imburrato e lasciarlo raffreddare.

    Formare delle palline e guarnire con le codette di cioccolato o con il resto degli anacardi macinati.

    Metterle in pirottini di carta.

Che cosa è il Caju?

I brigadeiros com castanha non sono da confondere con i “Cajuzinho“, diminutivo di “caju”, vuol dire piccolo anacardio, che viene preparato con gli arachidi e la cui ricetta è completamnete differente.

Il termine “caju” deriva da “acaiu”, cioè “noce che si riproduce”.

È composto da due parti, il frutto vero e proprio e il suo pseudofrutto che è la parte che viene venduta come frutta secca, ma può essere mangiata anche cruda.
Il corpo principale è molto delicato e dev’essere acquistato fresco senza ammaccature sulla buccia.

La sua polpa viene utilizzata per creare succhi, dolci, frutta sciroppata, gelati, liquori, sciroppi e aceto.

La “piccola castagna” invece, conosciuta come anacardo o con il suo nome internazionale “cashew nut” si utilizza principalmente come snack, ma da essa si può ricavare un ottimo olio commestibile e la farina.

Persino la buccia dell’anacardo trova un suo utilizzo: molto dura e piena di olio viscoso viene trasformata e impiegata come materia prima per l’industria.

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.

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