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Pane di San Giuseppe

Pane di San Giuseppe o Pani “Pulitu”, un pane a pasta dura tipico della regione Sicilia, come già si prevede, è un pane che si prepara per la ricorrenza del 19 marzo.

Dopo l’arrivo dei santi: Gesù, Giuseppe e Maria impersonati da tre poveri.

Conosco questa ricorrenza da molti anni, avendo un cognato di origini siciliane, e ogni anno si prepara un pranzo da dedicare a questa giornata. In origine questa usanza risale al 1832 circa, e ogni anno simbolicamente e realmente si offre questa cena o pranzo ai ragazzi giovani e più bisognosi del paese.

Alla richiesta di “voto” per ottenere la grazie su problematiche di salute dei propri cari, si offre un pranzo, a cui non possono mancare i carciofi, i finocchi, la pignolata, pasta e ceci o lenticchie, pasta ammollicata, sarde fritte, gli sfingi. Si offre in dono, ai ragazzi ospiti: un carciofo, un’arancia, una lattuga, un finocchio o cardo e il pane.

Conosco forme e decorazioni diverse.

Si utilizza la farina di semola rimacinata, impastata con acqua e poco olio, semi di sesamo e papavero.

Un risultato bello da vedersi e buono da mangiare.

Molte famiglie festeggiano ancora questa ricorrenza anche senza pranzo ma preparando dei doni tra cui il pane e lo distribuiscono ai poveri.

  • DifficoltàFacile
  • Tempo di preparazione30 Minuti
  • Tempo di riposo12 Ore
  • Tempo di cottura40 Minuti
  • Porzioni2 forme di 24 cm circa
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana
  • StagionalitàSan GiuseppeTutte le stagioni

Ingredienti

Semola rimacinata, acqua, olio…

Per San Giuseppe la semola di Sicilia

500 g semola rimacinata di grano duro
300 ml acqua
35 ml olio di oliva
10 g lievito di birra compresso
1 cucchiaino malto (O zucchero, oppure miele)
2 cucchiaini sale
q.b. semi di papavero
q.b. sesamo
1 uovo (Per spennellare la superficie)

Strumenti

Una ciotola capiente per impastare, teglia per infornare, spianatoia, tarocco per tagliare la pasta, mattarello per spianare.

Cominciamo a impastare nella ciotola il pane di San Giuseppe

Passaggi

Suggerisco di preparare tutto l’occorrente per rendere il lavoro più scorrevole.

Si comincia con l’impasto…

In una ciotola versare la semola, il sale, e il malto o il suo sostituto e mescolare bene; aggiungere poi l’acqua con il lievito sciolto, l’olio. Impastare bene per almeno dieci minuti, coprire con pellicola e far riposare in frigorifero fino al mattino successivo o sera.

Con l’aiuto del mattarello spianare l’impasto e formare delle strisce e creare una panella come vedete in foto.

Dei tondini per formare delle trecce, che avvolgere per creare una spirale; spennellate con l’uovo leggermente sbattuto e cospargete di semini. Fate lievitare fino al raddoppio. Io consiglio un pentolino di acqua bollente dentro il forno, distribuirà calore e umidità.

Infornate a 200 gradi per 40 minuti circa. Sfornate e fate raffreddare prima di consumare (se ci riuscite

😋😜)

Si conserva come un pane comune, è possibile congelare dopo aver dato la forma e far lievitare prima della cottura. Ottimo con farinata di ceci, con melanzane in parmigiana, o polpette!

FAQ (Domande e Risposte)

Si può sostituire l’uovo?

Sì, con latte o acqua.

Sono allergica al sesamo.

Naturalmente in caso di allergie si possono non utilizzare i semi, e magari sostituirli all’interno con semi di finocchietto selvatico.


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Pubblicato da Enza Squillacioti

Bio Enza da cuoca a fonte di ispirazione nella cucina e nella vita La passione per la vita all’aria aperta e la natura ha sempre caratterizzato la sua vita che, pur avendo lasciato il mondo professionale della cucina alcuni anni fa, non ha mai smesso di nutrire l’amore per il cibo, specializzata nella tradizionale cucina piemontese e italiana rustica. La sua dedizione la porta ad essere non solo un’apprezzata cuoca ma anche una stimata coach di cucina, organizzando corsi per turisti desiderosi di scoprire i segreti di piatti genuini arricchiti da erbe spontanee edibili, le cui virtù sa valorizzare nelle sue preparazioni. La decisione di coltivare un proprio orto, ponendo particolare enfasi sulle erbe aromatiche, e l’allevamento di galline, le sue “polle” per avere sempre a disposizione uova fresche, manifesta il suo profondo legame con la terra. Questa stessa passione è stata trasmessa ai suoi figli, i quali hanno abbracciato la vita agricola, dedicandosi all’allevamento di pecore e capre e alla produzione di formaggi e carni di qualità. Nel corso degli anni, ha scoperto la poesia come forma di espressione personale, nella quale riflette non solo su se stessa ma anche sulla società, condividendo poi queste riflessioni attraverso il suo blog Variabilicontaminazioni.blog che diventa punto di incontro tra la passione per la natura, l’amore per il cibo e la creatività artistica e il benessere. La sua vita è un chiaro esempio di come le passioni possano tessere assieme gli aspetti più disparati dell'esistenza, creando un tessuto ricco di esperienze e condivisioni.

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