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Il migliaccio. La ricetta dei tempi passati.

Il migliaccio. La ricetta dei tempi passati. Il miglio è uno dei cereali più antichi coltivati dall’uomo, con origini che risalgono a migliaia di anni fa. Si ritiene che la sua coltivazione sia iniziata in Asia centrale o in India, per poi diffondersi in Europa e in Africa.
È proprio con il miglio che si preparava anticamente il migliaccio, che deriva dal latino “migliaccium”, termine che indicava una focaccia di miglio. In origine, infatti, questo dolce era preparato con la farina di miglio, cereale diffuso nella cucina contadina. Con il tempo, il miglio è stato sostituito con il semolino, più facilmente reperibile. Il migliaccio era un dolce povero, preparato con ingredienti semplici e facilmente disponibili. La consistenza era simile a quella di una polenta morbida, con un sapore delicato e profumato, aromatizzato con agrumi e vaniglia, e ricordava il ripieno della sfogliatella, altro dolce tipico napoletano. In alcune versioni si aggiunge il liquore Strega, molto utilizzato nella cucina del centro e sud Italia. Si comincia con la cottura del miglio o del semolino, per aggiungere poi la ricotta, lo zucchero e le uova. Una volta preparato il composto, si cuoce in forno.

In seguito, altre ricette di origine napoletana.

  • DifficoltàMedia
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di riposo1 Ora
  • Tempo di cottura30 Minuti
  • Porzioni8
  • Metodo di cotturaBollituraFornoFornello
  • CucinaItaliana
  • StagionalitàTutte le stagioni

Ingredienti

Dal miglio, latte, ricotta e…

Per il migliaccio… Serviva il miglio

300 g miglio, decorticato
600 ml latte
300 g ricotta
200 g zucchero
3 uova
scorza di limone (1 limone)
1 pizzico cannella in polvere

Strumenti

Una pentola per cuocere il miglio e mescolare, una teglia per il forno, diametro 24.

Passaggi

Cuocere, mescolare, cuocere…

Si comincia con il miglio e poi si fa il migliaccio

Innanzi tutto, dovete far cuocere il miglio. Io ho utilizzato la tecnica dell’assorbimento, avrei potuto utilizzare la farina, ma preferisco la granulosità delicata del seme. Fate bollire il latte con il miglio e lo zucchero, spegnete il gas e coprite. Fate raffreddare e, nello stesso tempo, il miglio assorbirà il latte e diventerà morbido. Dovrete poi sgranarlo con la forchetta e avviare l’aggiunta di:

Tutti gli altri ingredienti. Ho utilizzato la mia pasta di limone, le uova delle mie polle e, in seguito, gli ingredienti elencati.

Dopo aver mescolato bene, trasferite il composto in una teglia e fate cuocere a 180 gradi per 30 minuti circa; dipende dal vostro forno e dal tipo di miglio. La superficie sarà dorata, e la consistenza budinosa.

Durante la cottura si formerà una crosticina dorata.

La consistenza, una volta freddo il migliaccio, sarà di una polenta morbida. Un dolce povero e semplice, ma ricco di aromi e bontà. Leggero quanto basta e senza glutine, indicato anche per le persone intolleranti. Cereale altamente digeribile e facile da utilizzare per altre gustose preparazioni.

Si conserva in frigorifero per due o tre giorni. Come scritto sopra, il migliaccio ora si prepara con il semolino, modificando anche la consistenza, che resta più omogenea e cremosa. Potete scegliere con che cereale procedere.

FAQ (Domande e Risposte)

Posso utilizzare anche il riso?

In qualche ricetta viene utilizzato il riso. La consistenza è lievemente granulosa e gradevole; potete provare le tre versioni e scegliere.

Il miglio deve stare in ammollo?

Se utilizzate il miglio decorticato, non serve ammollare prima.

Quanto tempo ci vuole di riposo dopo la bollitura?

Un’ora circa di riposo a fuoco spento e pentola coperta.


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Pubblicato da Enza Squillacioti

Bio Enza da cuoca a fonte di ispirazione nella cucina e nella vita La passione per la vita all’aria aperta e la natura ha sempre caratterizzato la sua vita che, pur avendo lasciato il mondo professionale della cucina alcuni anni fa, non ha mai smesso di nutrire l’amore per il cibo, specializzata nella tradizionale cucina piemontese e italiana rustica. La sua dedizione la porta ad essere non solo un’apprezzata cuoca ma anche una stimata coach di cucina, organizzando corsi per turisti desiderosi di scoprire i segreti di piatti genuini arricchiti da erbe spontanee edibili, le cui virtù sa valorizzare nelle sue preparazioni. La decisione di coltivare un proprio orto, ponendo particolare enfasi sulle erbe aromatiche, e l’allevamento di galline, le sue “polle” per avere sempre a disposizione uova fresche, manifesta il suo profondo legame con la terra. Questa stessa passione è stata trasmessa ai suoi figli, i quali hanno abbracciato la vita agricola, dedicandosi all’allevamento di pecore e capre e alla produzione di formaggi e carni di qualità. Nel corso degli anni, ha scoperto la poesia come forma di espressione personale, nella quale riflette non solo su se stessa ma anche sulla società, condividendo poi queste riflessioni attraverso il suo blog Variabilicontaminazioni.blog che diventa punto di incontro tra la passione per la natura, l’amore per il cibo e la creatività artistica e il benessere. La sua vita è un chiaro esempio di come le passioni possano tessere assieme gli aspetti più disparati dell'esistenza, creando un tessuto ricco di esperienze e condivisioni.

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