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Pane nostrum…Storia di Pane

Il pane e la sua storia

Il pane cibo per tutti. Di antica provenienza, quando già gli Egizi scoprirono la “lievitazione”. Il pane Patrimonio Mediterraneo

La varietà dei pani italiani e incredibilmente ampia, ogni regione conta le sue.

Ultimamente c’è stata una rivalutazione di questo prezioso alimento, che non può mancare a tavola. Almeno per fare “scarpetta”

Cominciamo dalle prime produzioni.

La preistoria ci racconta che la produzione cerealicola si sviluppò soprattutto nella transizione del periodo Paleolitico verso il Neolitico. Circa 8000/7000 anni fa.

Uno dei primi cereali coltivati fu l’orzo di difficile lavorazione, ma furono i primi esperimenti di panificazione.

Poi il miglio e la segale, conosciuta già all’età del bronzo, venne coltivato per l’alimentazione e cominciarono le prime panificazioni. Arrivò poi il frumento che resta a oggi il miglior cereale da utilizzare a questo scopo.

La prima farina macinata fra due pietre, come anche oggi alcuni popoli fanno, era miscelata con acqua e forniva nutrimento. Con l’avvento del fuoco queste pappe si trasformarono in pappe cotte, e venivano cucinate su pietre arroventate sul fuoco.

Successivamente si passo a cuocere l’intruglio dentro delle buche rivestite di pietre, e il fuoco sopra. Il pane non aveva ancora raggiunto lo stadio della lievitazione. Furono proprio gli Egizi a perfezionare la lievitazione, che scoprirono per caso.

Nacque così il fornaio. Gli antichi Greci producevano circa 70 tipi di pane, differenti per cottura e ingredienti. I Romani importarono la conoscenza dai greci. La tecnica di panificazione resto quasi immutata per molti secoli. Ora le tecniche sono differenti e pure le farine utilizzate.

La ricerca del seme perduto

Dal campo e dagli antichi semi: Chiattulidda

Campo di grano

Le buone farine

Integrità della farina venne sostituita con farine più raffinate e nel contempo più povere di nutrienti.

Negli ultimi anni si sta rivalutando la farina macinata a pietra e il suo utilizzo nella panificazione, lasciando così pressoché intatti i nutrienti. La crusca non sempre viene separata dalla farina e si ottengono così pani qualitativamente superiori.

Fortunatamente in molte realtà si recuperano grani antichi che arricchiscono la biodiversità, con apporti nutrizionali completi. Varietà legate a ogni territorio, e quindi adattabili alle esigenze dello stesso in quanto non modificate come seme originario, e resistente alle varie difficoltà di coltivazione.

Il recupero dei semi antichi diventa una realtà e crea sinergia nel progetto di un sistema eco sostenibile di coltivazione.

Restituendo alla terra e alle coltivazioni un apporto maggiore di proprietà organolettiche nel prodotto finito.

Il pane diventa fonte di nutrimento, e apporto arricchito di nutrienti, che andrebbero persi utilizzando grani di agricoltura tradizionale e intensiva, in concomitanza di una raffinazione elevata rendono il prodotto finale impoverito.

Per ottenere un buon pane la farina dovrebbe essere macinata da poco tempo, proprio per conservare la giusta umidità e consistenza.

Lavorazione del pane Impasto pane

Per ottenere un buon pane con alveoli ben strutturati, necessita di una buona e lunga lievitazione.

L’idratazione delle farine deve dare morbidezza ed elasticità, per poi essere completata con una lievitazione idonea.

L’impasto del pane va lavorato a lungo, e con sistemico ritmo, abbinato alla giusta piegatura che regala preziose sacche d’aria. Ottenendo umidità e fragranza nel contempo con crosta consistente.

Le ricette delle varietà di pane sono infinite, ogni regione vanta un buon numero di forme, consistenze e aromi diversificati.

Talvolta arricchiti con altri ingredienti, conferiscono al pane unicità.

Sulle nostre tavole arrivano ora nuovi prodotti da forno, la tradizione italiana resta comunque al primo posto, senza dimenticare i pani antichi portatoti di storia e di tradizioni. I pani dimenticati di R. Monastero ci conduce alla scoperta di sapori persi nel tempo.

Se volete cimentarvi nella preparazione del pane seguite questa ricetta base e ne resterete innamorate.

Ricetta

1/2 kg di farina tipo 0 1/2 kg di farina tipo 1 – 6/700 cl di acqua a temperatura ambiente – 5 grammi di lievito di birra fresco – il 2 % di sale –

Far sciogliere il lievito in un bicchiere d’acqua. In un contenitore capiente impastate velocemente tutti gli ingredienti a ottenere un impasto disomogeneo. Lasciate riposare per un’ora circa a temperatura ambiente. Riprendete l’impasto e impastate con energia per 10 minuti. Coprite il contenitore e lasciate riposare in frigorifero fino al mattino successivo. Completato il riposo riprendete l’impasto, che avrà modificato il suo aspetto. Consistenza setosa, bolle d’aria consistenti ed elasticità. Date la forma desiderata, infarinate bene e coprite. Lasciate riposare fino al raddoppio del volume. Fate cuocere in forno già caldo a una temperatura di 220 gradi fino a doratura. Spegnere il forno e sfornare…

Provate anche questa ricetta: Pane-di-grano-verna

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Pubblicato da Enza Squillacioti

Bio Enza, una donna amante della vita all’aria aperta e della natura, da cui trova ispirazione per i suoi hobby. Sebbene abbia smesso di cucinare per lavoro da qualche anno, è ancora immersa nel mondo del cibo. È specializzata nella cucina tipica piemontese, rustica e tradizionale. Ha collaborato come coach organizzando corsi di cucina per turisti e condivide la sua passione per le erbe spontanee edibili che utilizza e valorizza nelle sue preparazioni. La passione e la ricerca del buon cibo sono le basi del suo stile di vita, Enza coltiva il proprio orto con particolare attenzione alle erbe aromatiche e alleva galline le sue “polle” per avere sempre uova fresche e genuine. Insieme al marito hanno trasmesso questa stessa passione ai figli e quali conducono le proprie aziende agricole dedicate alla allevamento di capre e pecore e alla produzione di formaggi e carni Enza si è riscoperta come autrice durante i periodi di clausura dovuti a vari fattori. Scrive con passione e descrive mediante poesie i suoi stati d’animo e le sensazione che prova; non sempre centrata su se stessa ma riflettendo la società nel suo complesso. Le sue poesie giocano con le parole diventando talvolta ripetitive poiché innamorata delle parole stesse; riporta ciò che la circonda nella sua quotidianità, che sia immersa nella folla o solitaria nella natura. Estroversa e poliedrica nei suoi interessi, che mette in risalto attraverso momenti alterni, tutti legati da un filo conduttore: il legame con la terra e le emozioni che la plasmano. La sua passione per le erbe, la cucina, le parole, le trascrive sul suo blog Variabilicontaminazioni.blog , in cui condivide le sue esperienze e le sue creazioni Cerca di creare un connubio tra la sua passione per la natura l'amore per il cibo e la creatività artistica aiutandosi con forme naturali che rappresentano l’armonia tra l’uomo e la natura In conclusione Enza è una donna aperta curiosa e appassionata che trova ispirazione nella natura e nel cibo la sua sensibilità si riversa nella cucina nelle poesie nell’arte e in tutte le sue passioni il suo blog è un riflesso di questo suo mondo variegato e contaminato da sapori sensazioni emozioni che animano la vita.

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