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La ricerca del seme perduto…

L’ASSOCIAZIONE CITTADINANZA ATTIVA PELLEGRINA

Nasce con la finalità di tutelare e valorizzare il Borgo di Pellegrina, la sua storia, le bellezze naturalistiche, i prodotti tipici e gli antichi mestieri.

https://agroalimentarenews.it/notizie/link-web/il-futuro-dei-grani-antichi/

Il Borgo di Pellegrina

Frazione di Bagnara Calabra http://www.comunebagnara.it/

Il centro abitato di Pellegrina nasce nei primi decenni del XVII secolo, anno in cui a conclusione di una contesa giudiziaria fra i due rami della famiglia Ruffo di Calabria, i duchi di Bagnara e i conti di Sinopoli e Principi di Scilla, viene sancita la fine della lite con un matrimonio che unisce i due casati.

A sancire la pace è stato il matrimonio tra don Francesco Ruffo II duca di Bagnara e Imara Ruffo figlia di don Vincenzo Ruffo, conte di Sinopoli e principe di Scilla.

Il luogo deputato ad ospitare la dimora della nuova coppia fu Pellegrina, territorio coltivato a gelsi, posto geograficamente fra i due grandi centri dell’epoca, Bagnara e Sinopoli, da dove provenivano Francesco e Imara.

A testimoniare la presenza dei Ruffo a Pellegrina.

L’antica chiesa della Ss. Annunziata, nata come cappella gentilizia e in seguito trasformata in chiesa economale, il Quadro della Ss. Annunziata con su impresso lo stemma dei Ruffo, e il calice con l’incisione dell’arme della famiglia Ruffo e Borbone.

Il pane di grano di Pellegrina

Il pane Antico di puro grano tenero locale.

Rinomato in tutto il territorio reggino ma che ormai ha travalicato i confini regionali

È realizzato secondo le antiche tecniche tramandate dalla tradizione panificatrice pellegrinese, con l’impiego di farine locali ricche di fibre, lievito madre, sale, acqua delle fonti pre-aspromontane e cottura nel forno a legna.

 

Mescoliamo e impastiamo lentamente e manualmente gli ingredienti.

Secondo tradizione panificatoria tramandata dalle massaie che producevano il pane per la famiglia con grano di produzione propria.

 

I forni utilizzati

Sono di tipo artigianale a fuoco diretto, anche detti “forni a caduta”, in quanto la cottura del pane non avviene a fuoco vivo.

Il forno deve giungere a temperatura, viene poi tolta la brace.

Nel mentre il calore incamerato “a caduta” provvede a conferire al pane la tipica crosta croccante e dorata che lo caratterizza.

I grani antichi

Fino agli anni ‘60/70 del secolo scorso una delle principali colture presenti nell’area pianeggiante che sovrasta l’abitato di Pellegrina, collocata alle pendici dell’Aspromonte e con affaccio sul Mare Nostrum, era quella del grano.

 

Tre le tipologie di grani teneri autoctoni: il Secrìa, il Maiorca e il grano Iermano (o Segale Calabrese), coltivati nelle principali Masserie.

 

Si trattava di grani, le cui spighe si presentavano molto più alte rispetto a quelli odierne, con basso contenuto di glutine che conferiva al pane stesso, maggiore digeribilità e leggerezza.

Sicuramente la percentuale limitata di glutine comportava una maggiore destrezza e manualità nella lavorazione del pane, doti che le massaie pellegrinesi ben conoscevano.

Considerato che le pagnotte una volta sfornate si caratterizzavano per la crosta croccante e il morbido interno.

La mietitura anticamente veniva effettuata a mano, con piccole falci “cuzzurapano” o grandi falci per lo più utilizzate dagli uomini, dette “Arpa”.

Solo negli ultimi anni si è svolta quella meccanica, con l’utilizzo della trebbiatrice.

A piccoli fasci, le “gregne”, il grano mietuto veniva trasportato nelle masserie, dove i massari realizzavano i cosiddetti “Frudhi”, grandi covoni.

 

Da qualche anno, grazie all’azione congiunta dell’Associazione Cittadinanza Attiva Pellegrina e della Fattoria Didattica Caratozzolo.

Abbiamo potuto recuperare l’antica semente del grano Secrìa, riavviando la produzione e la prima farina a Km 0.

 

Il pane di Pellegrina, oltre a essere l’elemento principe della tavola è per noi, simbolo di amicizia e raccontando la storia, i profumi e i sapori dei nostri territori.

 

Nasce il desiderio di promuovere la nostra iniziativa.

Si decide di creare La festa della Mietitura ospitando altri progetti per poterci confrontare con i risultati e il lavoro ancora da affinare e per instradarci al continuo miglioramento.

https://blog.giallozafferano.it/variabilicontaminazioni/dal-campo-e-dagli-antichi-semi-la-chiattulidda/

Foto, notizie di Paolo Scordo, Tony Rocchetta.

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Pubblicato da Enza Squillacioti

Enza amante della vita all’aria aperta e della natura da cui trae ispirazione per i suoi hobby Da pochi anni ha smesso di cucinare, pur restando con la testa e il cuore nel mondo del cibo. Specializzata nella cucina tipica piemontese, rustica. Ha collaborato come coach organizzando corsi di cucina. Appassionata di erbe spontanee mangerecce che utilizza e risalta nelle sue preparazioni La passione e la ricerca del buon cibo fanno da base. Coltiva il suo orto, con una particolare attenzione alle erbe aromatiche, alleva le sue ”polle” per avere uova fresche. Insieme al marito ha trasmesso la stessa passione ai figli che conducono le proprie aziende agricole, con allevamento ovino e caprino e produzione di formaggi e carni. Nasce o meglio rinasce come autrice, in tempo di “clausura” dovuti a molteplici fattori. Scrive e descrive con passione; le sue poesie raccontano stati d’animo e sensazioni. Non sempre elaborati sulla propria persona, ma come riflesso della nostra società. Un gioco di parole, consapevole a volte ripetitivo, poiché innamorata delle parole stesse. Riporta ciò che la circonda, nella quotidianità, tra la folla o semplicemente nelle sue peregrinazioni nella natura. Solitaria seppur estroversa, poliedrica nei suoi interessi, che mette in risalto in momenti alterni; tutti legati da un filo conduttore, il legame con la terra e le emozioni; che interagiscono con il plasmare forme ceramiche o legnose oppure circondarsi di sassi e forme naturali. Confluisce la stessa passione nel rapporto con le erbe, le piante e la cucina, passando per la musica i libri e la curiosità… Nel tempo libero si occupa di trascrivere il suo mondo sul blog Variabilicontaminazioni.blog

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