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Il gusto celtico della vita…La quercia

Il gusto celtico della vita…La quercia

La quercia antica

La quercia antica con le sue fronde al vento

Solea far ombra agli armenti stanchi

Di canti mattinieri con trilli e voli

Di annunci e nuove vite

Tra i rami sicuri.

E le farfalle grate riposano le ali

Greggi con greve belare annunciano il temporale

La quercia antica di epica saggezza

Offre rifugio e salvezza

Il sole all’orizzonte saluta il giorno

Cede il passo alla luna che illumina le notti di grilli e falene

L’attesa ninna nanna sulle tremule foglie

Dona quiete alla notte.

Nelle braccia sicure di sacra maestria

Nel soave abbraccio di antico sapore

Cullando i sogni di fresca speranza

Per il domani a divenire.

E.Squillacioti

La quercia

Fin da tempi remoti, fu considerata un albero sacro e oracolare. Sono molte, infatti, le popolazioni che nell’antichità veneravano questa particolare specie. Tra di esse troviamo i greci, i romani e soprattutto i celti.

Questa popolazione, tutt’oggi avvolta nel mistero, aveva uno stretto rapporto con la natura. Essa veniva venerata e rispettata in quanto fonte di sostentamento, di vita e di pace. Per questa particolare concezione (simile a quella degli indiani d’America) sappiamo con certezza che i celti non edificavano templi ma si recavano in specifici luoghi per collegarsi con il divino.

Ruscelli, valli, laghi, stagni e sorgenti erano dei siti “magici” in cui si potevano percepire le divinità e compiere rituali. Il bosco, comunque, rimaneva uno dei luoghi sacri per eccellenza e all’interno di esso erano venerate molte piante diverse tra cui la quercia (una delle più importanti) e il vischio.

Il profondo rapporto che i celti avevano con la natura, come abbiamo detto, li ha portati a sviluppare numerose credenze riguardanti gli alberi.

Una di queste, presente anche in molte altre religioni e culture, riguarda l’albero della vita. Esso è un archetipo che serve per rappresentare il mondo e l’universo, la conoscenza oppure il collegamento tra l’umano e il divino.

Questa immagine estremamente ricorrente rappresenta il fluire della vita e, in base alle culture, ha differenti sfumature. Ci sono, però, degli elementi comuni: tutti gli alberi della vita hanno radici forti, grandi e ben salde al terreno, i rami sono protesi al cielo, folti e ricchi di frutti (simbolo di nutrimento fisico e spirituale), le foglie hanno poteri curativi.

La maestosa quercia è un albero dal profondo significato. I suoi frutti sono in grado di sfamare uomini e animali, la sua grandezza le consente di ricavarsi molto spazio nel bosco, la sua longeva vita la dipinge come fonte di saggezza, le foglie possono essere utilizzate per curare un gran numero di malattie e di disturbi.

Per tutti questi motivi, quando si parla di albero della vita celtico, si trovano quasi unicamente rappresentazioni di grandi querce dai complicati intrecci.

Per la popolazione celtica il tronco dell’albero rappresentava il mondo fisico, quello in cui tutti noi siamo immersi e viviamo. Le radici, invece, che affondano nel terreno, rappresentavano il collegamento con i mondi inferiori e, al contrario, i rami protesi verso l’alto erano il collegamento con i mondi superiori.

L’albero della vita celtico altro non è che una metafora per spiegare il viaggio della vita di ogni uomo. Le radici rappresentano la parte più allo stato brado di se stessi che, però, può essere modificata crescendo e maturando. Il tronco e i rami sono il percorso di ognuno di noi, motivo per cui alcuni rami sono nodosi e si interrompono senza foglie. Questi particolari rami rappresentano le strade sbagliate, gli errori che non portano a niente ma che possono essere corretti.

Maturare spiritualmente, per questa popolazione, significava superare ostacoli, commettere errori e porvi rimedio. Per questo l’albero della vita è un forte simbolo di rinascita e di cambiamento.

Il gusto celtico della vita…La quercia l’albero della vita oggi

Questa associazione è molto comune e apprezzata ancora oggi. Esistono molti ciondoli che lo raffigurano e il suo profondo significato simbolico si adatta perfettamente anche ai nostri tempi. Spesso viene utilizzato come idea regalo in periodi di profondo cambiamento (nuova casa, nuova coppia, nuovo lavoro).

La sua interpretazione può essere la seguente: ci vogliono radici salde per non dimenticare le origini, il passato e le relazioni importanti (familiari e amici), buona predisposizione al cambiamento e una vita ricca e piena, esattamente come l’albero lo è di foglie. Fabiana Latella

La ghianda, il frutto della quercia, un simbolo di potenza.

La ghianda per i miti celtici era associata alla vita, alla fertilità e all’immortalità. I Druidi inghiottendo la ghianda, riconoscevano le loro doti profetiche; le ghiande erano anche il frutto sacro, come Albero di Vita – l’albero di quercia, le foglie e le ghiande di quercia formano uno dei “magici” circoli di segni, che, secondo gli astrologi, raffigurano la protezione o l’abbondanza naturale.

La ghianda per molti popoli fin dai tempi antichi era considerata simbolo di vita, di fertilità, di salute, di virilità.

Il valore simbolico della quercia è dovuto al fatto maschile che la ghianda ricorda i testicoli di un uomo. La ghianda nei popoli germanici era considerata sacra, era l’emblema del dio Thor Gli antichi romani credevano che la ghianda avesse proprietà curative, che fosse in grado di ringiovanirti. In passato una ghianda indossata come un amuleto, ti proteggeva contro l’invecchiamento e l’alcolismo.

Il gusto celtico della vita…La quercia

E forse più di qualsiasi altro albero, la quercia è parte integrante di storia e folclore.

Pur non essendo un albero di origine inglesi, non solo, la quercia è l’albero nazionale.

Si riconosce da lontano con la sua sagoma regale.

In Inghilterra, più di cinque cento pub si chiamano Royal Oak, in onore alla quercia che cresce nei pressi del Boscobell House nello Shropshire, dove il futuro re Carlo II si nascose, per sfuggire ai puritani dopo la sconfitta della Battaglia di Worcester, nel 1651. L’albero che oggi si trova li, è un discendente di quello originario, ha treccento anni ed è noto come “figlio della Quercia Reale

Questa e altre notizie sugli alberi la potete trovare Qui

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Pubblicato da Enza Squillacioti

Bio Enza, una donna amante della vita all’aria aperta e della natura, da cui trova ispirazione per i suoi hobby. Sebbene abbia smesso di cucinare per lavoro da qualche anno, è ancora immersa nel mondo del cibo. È specializzata nella cucina tipica piemontese, rustica e tradizionale. Ha collaborato come coach organizzando corsi di cucina per turisti e condivide la sua passione per le erbe spontanee edibili che utilizza e valorizza nelle sue preparazioni. La passione e la ricerca del buon cibo sono le basi del suo stile di vita, Enza coltiva il proprio orto con particolare attenzione alle erbe aromatiche e alleva galline le sue “polle” per avere sempre uova fresche e genuine. Insieme al marito hanno trasmesso questa stessa passione ai figli e quali conducono le proprie aziende agricole dedicate alla allevamento di capre e pecore e alla produzione di formaggi e carni Enza si è riscoperta come autrice durante i periodi di clausura dovuti a vari fattori. Scrive con passione e descrive mediante poesie i suoi stati d’animo e le sensazione che prova; non sempre centrata su se stessa ma riflettendo la società nel suo complesso. Le sue poesie giocano con le parole diventando talvolta ripetitive poiché innamorata delle parole stesse; riporta ciò che la circonda nella sua quotidianità, che sia immersa nella folla o solitaria nella natura. Estroversa e poliedrica nei suoi interessi, che mette in risalto attraverso momenti alterni, tutti legati da un filo conduttore: il legame con la terra e le emozioni che la plasmano. La sua passione per le erbe, la cucina, le parole, le trascrive sul suo blog Variabilicontaminazioni.blog , in cui condivide le sue esperienze e le sue creazioni Cerca di creare un connubio tra la sua passione per la natura l'amore per il cibo e la creatività artistica aiutandosi con forme naturali che rappresentano l’armonia tra l’uomo e la natura In conclusione Enza è una donna aperta curiosa e appassionata che trova ispirazione nella natura e nel cibo la sua sensibilità si riversa nella cucina nelle poesie nell’arte e in tutte le sue passioni il suo blog è un riflesso di questo suo mondo variegato e contaminato da sapori sensazioni emozioni che animano la vita.

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