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Cucina di Romagna piadina e ricordi al casolare

Cucina di Romagna piadina e ricordi al casolare

Nel corso degli anni, pur non avendo vissuto in Romagna, mi sono intrisa di usanze Romagnole.

E per conoscere meglio queste origini ne ho sposato uno di romagnolo, attaccatissimo alle tradizioni, e ogni tanto gli viene in mente le pietanze che mangiava a casa della nonna, che conobbi un giorno di molti anni fa proprio mentre tirava la sfoglia all’uovo per fare le tagliatelle.

Mentre il primo pranzo a casa di mia suocera mangiai i cappelletti e poi i passatelli, vuoi mica non utilizzare quel buon brodo di gallina che aveva cucinato a fuoco lento per ore, mentre Anita, faceva grigliare i pomodori ripieni sul balcone di casa, perché non c’era romagnola senza la griglia sul balcone o nel cortile. Erano molti gli alimenti che venivano cucinati con questa tecnica, ora un poco si è perso il gusto di cucinare, ma per fortuna ancora resiste bene nei piccoli centri.

Il primo paese fu Bagnacavallo, per poi conoscere la riviera con la sua piadina, con la sua sfoglia sottile e croccante farcita con salumi, formaggi e verdure e salse. Lugo con il suo Pavaglione.

Mia suocera mi ha insegnato e trasmesso molte ricette, che continuo a fare ogni anno, e che i miei figli continuano ad apprezzare e preparare nella loro cucina.

Emilia Romagna la regione nella sua totale appartenenza e la Romagna è una parte di questa magnifica regione, ricca di attività, campi e grandi opere. Ricca di sapere e storia che portano dietro con fierezza.

Seppur nel tempo sopratutto nelle città maggiori, la tradizione del buon cibo ha subito un’influenza, e perso un poco identità, favorendo piatti divenuti famosi nel tempo, mentre alcuni restano di proprietà delle donne che ogni giorno in casa portano avanti il sapere trasmesso.

Cucina di Romagna piadina e ricordi al casolare

Il mio sapere è cresciuto nel tempo, tra certosini, lasagne, tagliatelle; senza dimenticare i garganelli rigati uno per uno come faceva lei, appoggiati in fila sul vassoio per non farli attaccare, gialli carichi di uova fresche, i pomodori grigliati le ciambella e la zuppa inglese.

Questa è solo una piccola parte di ciò che resta, e non ci sono feste senza un mix delle mie radici in combinazione con la Romagna e il Piemonte

E scriviamo ancora e vi regalo qualche ricetta.

Maltagliati con fagioli bianchi e cipolla, lardo, olio di oliva e conserva.

Un soffritto di cipolla, si uniscono i fagioli, si regola di sale e pepe e si aggiunge acqua sufficiente e conserva. Si cucinano piano, piano fino a sfaldare i fagioli, si unisce altra acqua, si fa bollire e si aggiungono i maltagliati. Una parte di fagioli verrà ridotta in purea per dare densità alla minestra.

Si chiama “azdora” la cuciniera della casa, colei che mantiene la tradizione.

In un litro di latte fate cuocere 300 grammi di riso. Cucinate, ma lasciatelo un poco al dente. Unite poi 50 grammi di burro. 100 grammi di forma. Che sarebbe il Parmigiano, una buona tazza di ragù e due o tre uova. Trasferite in uno stampo da ciambella e fate cuocere in forno per un’ora circa. Ma per aiutarvi a staccarlo bene, imburrate la teglia e passateci del pane grattugiato. Sfornate questo timballo e gustatelo bollente. Ma vi garantisco che il giorno successivo è ancora buonissimo.

La Romagna terra di contadini e marinai

Le radici della cucina romagnola affondano nelle tradizioni contadine e marinare. L’uso di prodotti locali come cereali, legumi, carne, pesce, verdure ha sempre caratterizzato la tavola Romagnola..

Nel corso dei secoli la cucina romagnola ha subito l’influenza di diverse culture, dal periodo romano fino al dominio pontificio. Queste influenze hanno arricchito la tradizione culinaria locale dando vita a piatti unici. E variegati.

La sfoglia, soprattutto all’uovo, tirata a mano, è un elemento fondamentale della cucina Romagnola, utilizzata per preparare tutti i primi piatti dai Cappelletti ai tortellini, tagliatelle, tagliolini, tortelli e garganelli strichetti (farfalle) e strozzapreti; insomma una varietà notevole di pasta, sia ripiena che semplice da condire a uso della corte.

La carne, soprattutto di maiale, altra protagonista della cucina romagnola. Cotta alla griglia o in umido, accompagnata. Dalle verdure coltivate nell’orto.

E torno al rigo sopra con la griglia sul balcone per cuocere il castrato di pecora, e la salsiccia, le costine e le braciole.

E c’è poi la Romagna che si affaccia sull’Adriatico, che offre una varietà di pesce fresco per preparare zuppe, fritti e secondi piatti.

I vini dove li mettiamo in questo nostro viaggio?

E tutte queste bontà accompagnate dai vini Romagnoli, prodotti. Nelle zone. Che vanno da Castel San Pietro Terme. A San Giovanni in Marignano. Tra i comuni di Faenza, Lugo, russi e in tutta la provincia di Ravenna. Patrimonio enologico di grande valore varietà.

Albana di Romagna, Trebbiano, vino bianco leggero, piacevole lievemente acidulo e non adatto all’invecchiamento.

Sangiovese: vitigno conteso. Tra Romagna e Toscana. Si producono vini novelli, fruttati e gradevoli, ideali per tutto il pasto. Ha sapore secco, armonioso con una punta tannica e un retrogusto lievemente amaro. Delicato, profumato al sentore di viola, lampone e ciliegia.

Per ora concludo qui, questo mio viaggio nella tradizione Romagnola con la promessa di tornare a scrivere ancora qualcosa. Il viaggio breve verso le spiagge con spiagge infinite, e l’acqua che lambisce i piedi per centinaia di metri, il pedalò e la piadina mangiata in spiaggia, dopo aver già visitato le vicine foci del Po, la casa di Anita Garibaldi, ma siamo usciti anche dal territorio Romagnolo, e restano ancora nella mente la Ravenna degli affreschi e….

Scrivo di benessere e di viaggi che posso fare quando il lavoro si ferma, alla ricerca di nuove emozioni, di cucina e alimenti, di erbe spontanee e se vi fate un giro tra le pagine del blog, troverete anche le mie poesie; e sarò lieta di aver catturato la vostra attenzione.


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Pubblicato da Enza Squillacioti

Bio Enza da cuoca a fonte di ispirazione nella cucina e nella vita La passione per la vita all’aria aperta e la natura ha sempre caratterizzato la sua vita che, pur avendo lasciato il mondo professionale della cucina alcuni anni fa, non ha mai smesso di nutrire l’amore per il cibo, specializzata nella tradizionale cucina piemontese e italiana rustica. La sua dedizione la porta ad essere non solo un’apprezzata cuoca ma anche una stimata coach di cucina, organizzando corsi per turisti desiderosi di scoprire i segreti di piatti genuini arricchiti da erbe spontanee edibili, le cui virtù sa valorizzare nelle sue preparazioni. La decisione di coltivare un proprio orto, ponendo particolare enfasi sulle erbe aromatiche, e l’allevamento di galline, le sue “polle” per avere sempre a disposizione uova fresche, manifesta il suo profondo legame con la terra. Questa stessa passione è stata trasmessa ai suoi figli, i quali hanno abbracciato la vita agricola, dedicandosi all’allevamento di pecore e capre e alla produzione di formaggi e carni di qualità. Nel corso degli anni, ha scoperto la poesia come forma di espressione personale, nella quale riflette non solo su se stessa ma anche sulla società, condividendo poi queste riflessioni attraverso il suo blog Variabilicontaminazioni.blog che diventa punto di incontro tra la passione per la natura, l’amore per il cibo e la creatività artistica e il benessere. La sua vita è un chiaro esempio di come le passioni possano tessere assieme gli aspetti più disparati dell'esistenza, creando un tessuto ricco di esperienze e condivisioni.

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