"Vorrei tanto che ci fosse un libro di cucina anche per la vita, con tutte le ricette che ti dicono come affrontarla nel modo giusto!... Lo so, adesso lei mi dirà:- Si impara sbagliando!-… " No, quello che stavo per dirle, e lei lo sa meglio di tutti, è che sono le ricette che uno si inventa quelle che funzionano meglio di tutte!"

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Ciambellone soffice alle mele e pere di Virna Maffeis

Ingredienti

260di farina x dolci setacciata (io integrale)
60gr di amido di mais
180gr zucchero di canna
4 uova
170ml latte
180ml olio di mais o girasole
1 bustina di lievito
la buccia gratt di un limone
polvere di cannella q.b.
2 grosse mele e 1 pera tagliate a dadini

Procedimento

mettere tutti gli ingredienti nella planetaria o roboot.
mescolare molto bene, almemo 5 minuti
aggiungere le mele e pera a dadini e
mescolare bene con un cucchiaione,
oliare e infarinare un testo per ciambella ,versare il composto
mettere in superficie una spolverata di zucchero di canna.
Infornare a 170 gradi x circa 45/50 minuti fate prova stecchino.

Danubio Gusto Pizza

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Questo danubio in versione salata nasce per esaltare tutti i sapori del mediterraneo ed è per questo che noi ci siamo affidati ai pomodori di Costa dei Sapori che richiamano tutti i profumi della genuinità e della bontà.

Vediamo come procedere

Ingredienti
250 gr di farina 00, 250 gr di farina 0, 2 cucchiai di olio evo, 1 cucchiaino di sale, 250 ml di acqua, 20 gr di lievito di birra fresco.
Per il ripieno:
Salsa di pomodori Datterini, olio, sale, formaggio filante.
Unite le due farine, aggiungete l’olio, il sale, il lievito sciolto nell’acqua tiepida. Impastare il tutto , formare un panetto, mettetelo in una ciotola coperto con la pellicola, e lasciarlo lievitare per almeno 2 ore, deve raddoppiare.
Trascorso il tempo riprendere l’impasto e ricavate 9 palline, ( io le ho fatte di circa 80 gr), stendetele una alla volta con il mattarello, condite la salsa di pomodoro con olio e sale e mettete un cucchiaio abbondante al centro della pallina, sul pomodoro due piccoli pezzetti di formaggio filante E richiudete a modo di sacchettino. Porre le palline in un testo circolare, leggermente distanziate, coprire con un panno e lasciale lievitate ancora 30 minuti. Prima di infornare mettere un po di salsa di pomodoro condita con olio sale e origano sopra ogni palla.
Trascorso il tempo, cuocere a 190 gradi per 25/30 minuti

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Le Valkirie in Cucina

Torta al cioccolato e pistacchi

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Il pistacchio ha notevoli proprietà benefiche e nutrizionali.
Io personalmente lo adoro e mi piace usarlo sia in preparazioni dolci e salate.
Oggi vogliamo proporvi una versione dolce con il cioccolato, un dolce buono per la prima colazione ma anche per accompagnare un thè.

Torta di pistacchi

125 gr di burro fuso
300 gr di zucchero
3 uova
300 gr di farina
150 gr di granella di pistacchi
100 gr di gocce di cioccolato
250 gr di yogurt bianco intero
1 bustina di lievito per dolci

Per la decorazione

Nutella qb
50 gr di granella di pistacchi

Montare lo zucchero con il burro, aggiungere le uova una per volta, la farina a più riprese a seguire lo yogurt la granella di pistacchi e le gocce di cioccolato.
In ultimo il lievito.
Imburrare e infarinare uno stampo a cerniera da 22/24 cm e versare il composto.
Cuocere forno caldo 170° x 45 minuti.
Spalmare la superficie e i lati della torta con la nutella e ricoprire con la granella di pistacchi.

Crostata con cachi mela e confettura albicocca

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Il caco mela è un frutto tipicamente autunnale, ed è adatto a tutti i regimi nutrizionali per il più basso contenuto dei zuccheri rispetto al caco normale.
Grazie alla collaborazione con FruitAma abbiamo pensato di abbinare una buona confettura di albicocca con il caco mela per realizzare una crostata dai sapori decisi.
FruitAma è un prodotto innovativo, una valida alternativa alla classica confettura/marmellata nel vasetto.il packaging inusuale rende il prodotto ancora più accattivante. Contenute in tubetto simile al dentifricio le confetture sprigionano tutta la bontà di frutta fresca e sono anti-spreco.

Vediamo come realizzare la crostata caco mela e confettura albicocca

Ingredienti:

300 gr di Farina 0
1 uovo
1 tuorlo
130 gr di burro temperatura ambiente
80 gr di zucchero
1 cucchiaino di lievito per dolci
2 tubetti Confettura Albicocca FruitAma
2 cachi mela
1 teglia per crostate da 26cm

Lavorare con una forchetta zucchero uova e tuorlo e aggiungere piano per volta il burro. Incorporare in maniera graduale la farina e in ultimo il lievito. Compattare il panetto ottenuto. È un impasto molto friabile. Se avete un robot o un cutter da cucina vi consiglio di usarlo.
Stendere il panetto di frolla fra due fogli di carta forno e trasferire in uno stampo da crostata rivestito di carta forno.
Spalmare con la confettura di Albicocca e disporre il caco tagliato a fette a raggiera, spolverizzare con poco zucchero.
Cuocere in forno caldo 175° × 25 minuti circa.

Pane con lievito madre e Farina di grano tenero Molino Pagani

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Oggi vi proponiamo un ottimo pane realizzato con lievito madre e Farina di grano tenero macinata a pietra Molino Pagani

Ingredienti
5oo gr di farina di grano tenero macinata a pietra Molino Pagani http://www.molinopagani.it/index.php?/farine/detail/farina-sapore-antico-1-kg
320 ml di acqua
120 gr di lievito madre rinfrescato
1 cucchiaino di miele
15 gr di sale
1 cucchiaio di olio exstravergine di oliva

procedimento:
Versate il lievito madre in una ciotola, scioglierlo con l’acqua calda, mi raccomando non bollente, e aggiungere il miele.Versatelo in una planetaria ed aggiungere la farina, il sale, l’olio. Impastate il tutto finche l’impasto non risulterà incordato.
Lasciate lievitare l’impasto per almeno 5/6 ore. (io l’ho inpastato la sera, e l’ho fatto lievitare tutta la notte).
Trascorso il tempo infarinate un piano di lavoro e cominciate a fare delle pieghe, almeno 4 o 5 volte. Date la forma di pagnotta , e ponetelo su un placca da forno , foderata con carta forno, e lasaciatelo lievitare ancora 1 ora e mezza, coperto con un canovaccio.
Cuocere a 200 gradi per circa 30 minuti

CONSIGLI DALLA RETE : IL MELOGRANO

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Le proprietà del melograno lo rendono un frutto molto apprezzato in tutto il mondo. Originario dell’Asia occidentale, la melagrana cresce bene nelle zone a clima mite ma può essere coltivato anche in quelle con clima più fresco (purchè sia coltivato il posizione riparata). I melograni, della grandezza di una mela, presentano una buccia coriacea gialla e contengono al loro interno numerosi semi e una polpa succosa, leggermente aspra.
Il melograno è ricchissimo di antiossidanti, vitamina C (un solo melograno ne contiene quasi il 20% dell’intero fabbisogno giornalieri di un uomo adulto), vitamina K, vitamine del gruppo B, proteine e carboidrati. Il melograno inoltre è ricco di potassio, che aiuta a svolgere correttamente le funzioni cellulari. Questo frutto è anche ricco di altri minerali, tra cui ferro, calcio, magnesio, fosforo e, in misura minore, manganese e zinco. Il melograno ha poche calorie: circa 60 Kcal per 100 grammi di prodotto.
Le proprietà del melograno più rinomate sono quelle antitumorali: grazie alla presenza di tannini e polifenoli, questo frutto svolge una potente azione contro i tumori, riducendo i radicali liberi. In particolare sono stati rilevati effetti contrastanti il tumore al seno e alla prostata. Le antocianine contenute nel succo di melograno sono in grado di svolgere un’azione protettiva nei confronti dei danni da raggi UV, una delle cause principali del cancro alla pelle.
Il melograno protegge il cuore: il suo succo può agire come anticoagulante riducendo il rischio di arteriosclerosi. Esso svolge anche un’azione di prevenzione nelle malattie cardiovascolari. Il consumo regolare di succo di melograno aiuta anche a ridurre il colesterolo LDL, e aumentare il colesterolo HDL, migliorando ulteriormente la salute del cuore.
Il succo di melograno aiuta a combattere emorroidi, nausea e parassiti intestinali (tra i quali anche il “famoso” verme solitario). I semi, sminuzzati e preparati come decotto, aiutano a combattere la diarrea. E’ inoltre possibile utilizzare succo di melograno come lassativo. I bambini o le persone adulte che non hanno appetito possono trovare giovamento dal succo di melograno: esso infatti svolge un’azione stimolante dell’appetito.

CONSIGLI DALLA RETE : I CARCIOFI

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Il carciofo è una pianta erbacea bienne probabilmente derivata dalla selezione orticola del cardo selvatico. Quindi non si rinviene allo stato spontaneo, ma viene abbondantemente coltivata come ortaggio.
Nel primo anno si sviluppa una rosetta di foglie basali molto allungate e profondamente divise; nel secondo, dal centro della rosetta si sviluppa il fusto fiorale unico con foglie sessili più piccole ed alla sommità i capolini grandi con fiori tutti tubulosi ermafroditi, con 5 petali di colore blu-violetto. Le foglie basali del carciofo sono pennato-partite lunghe 30-60 cm e larghe 5-10 cm, con nervatura centrale prominente e segmenti dentati sprovvisti di spine; quelle alla sommità del caule sono invece di dimensioni minori, pennatofide, lobate o quasi intere. La foglia completamente sviluppata si presenta verde e glabra nella pagina superiore, mentre l’inferiore è più chiara anche per la presenza di peli lunghi e finissimi.
Frutto:un achenio fornito di pappo.
L’odore del carciofo è nullo ed il sapore amarissimo.
Il carciofo vuole un clima temperato e non umido, terreno profondo e ricco di sostanza organica. La riproduzione si fa per semi o, preferibilmente per polloni (carducci), scegliendo quelli che hanno qualche radice legnosa e 3-5 foglie. I carducci si piantano in buche di circa 30 cm a distanza di 1m una dall’altra. Nella buca, sopra il concime, si pianta il pollone a 10 cm di profondità, poi si copre e si bagna ripetutamente. In estate si tagliano radenti al suolo tutti gli steli mancanti di fiore e in autunno tutti i polloni tranne 1-2, i più belli, attorno ai quali si legano le foglie per preservarli dal freddo. In maggio cominciano a maturare le infiorescenze che si raccolgono. Una carciofaia dura 2-3 anni.
Il cardo, utilizzato per le foglie, subisce verso la fine di settembre-ottobre un imbianchimento, consistente nel legare le foglie in fasci e poi coprirle con paglia, rincalzando bene il piede. Questa tecnica dura 20-25 giorni, ma può prolungarsi anche fino a dicembre. Le piante tolte dal terreno devono essere consumate subito.
Come ortaggio, del carciofo si consumano i capolini giovani, prima dell’antesi, quando sono coperti da vari strati di brattee involucrali carnose alla base e spinescenti all’apice.
In campo alimentare i carciofi sono consumati come ortaggi.
In farmacia ed erboristeria il carciofo è utilizzato come coleretico, epatoprotettivo e diuretico. In fitofarmacia si utilizzano prevalentemente le foglie. Per la presenza di orto-difenoli e di lattoni sequiterpenici, questa pianta è annoverata tra gli amari, dotata di funzioni eupeptiche e stomachiche. E’ inoltre ipocolesterolizzante.
Il carciofo deve la sua azione coleretica principalmente alla presenza di cinarina, sostanza amara ed aromatica che stimola la secrezione della bile.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/erbe-medicinali/carciofo.html

CONSIGLI DALLA RETE: LE LENTICCHIE

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Esistono moltissime varietà di lenticchie, differenziate principalmente in funzione del colore. Inoltre, si ricordano le lenticchie di Onano (Viterbo) e le lenticchie di Villalba (Caltanissetta): le prime sono note per il sapore particolarmente delicato ed il colore grigio-nerastro. Quelle di Villalba, invece, sono ricordate non solo per le proprietà organolettiche straordinarie e per gli apporti proteici molto elevati, ma anche per la capacità di migliorare la fertilità del terreno in cui sono coltivate, grazie alle proprietà azoto-fissatrici della pianta medesima.
Seppur facilmente coltivate nei luoghi temperati caldi, si sente la necessità di perfezionare le tecniche di coltivazione, per raggiungere alcuni obiettivi:
Aumentare la resistenza della pianta a climi più freddi;
Conferire alla pianta un portamento eretto;
Raccolta meccanica dei frutti;
Eliminazione dei difetti morfologici della pianta;
Aumento della resistenza ai parassiti e alle avversità.
Abbiamo visto che lo sviluppo delle lenticchie è facilitato dal clima caldo temperato: è un legume “forte” perché resiste anche in terreni aridi e poco vantaggiosi. Non a caso, le lenticchie resistono anche in climi siccitosi e sopravvivono persino con pochissima acqua, assicurando una resa piuttosto soddisfacente. Sconsigliata la coltivazione di lenticchie in terreni calcarei, perché la resa risulta di scarso valore, sia commerciale che nutrizionale; inoltre, le lenticchie non amano terreni troppo fertili con alti livelli di salinità. Particolarmente adatti i terreni sabbiosi ed argillosi. Nelle aree di bassa altitudine, la semina è consigliata in novembre, mentre nelle aree di elevata altitudine è preferibile agli inizi della primavera (marzo ed aprile).
Nel Nostro Paese, circa 1.000 ettari di terreno sono destinati alle coltivazioni di lenticchie: a tal proposito, l’Italia è un modesto produttore di questi legumi.
Essendo legumi, le lenticchie rappresentano una miniera in termini di proteine, fibre, ferro, magnesio e potassio: si stima che il loro contenuto in ferro sia di gran lunga superiore rispetto alla carne, malgrado l’assorbimento del ferro sia pressoché ridotto e le proteine di scarso valore biologico. Infatti, le proteine contenute nelle lenticchie (e nei legumi in genere) sono carenti di alcuni aminoacidi essenziali (cisteina e metionina): ne consegue un’inevitabile minor assimilazione di tutti gli aminoacidi. Per ovviare a questo inconveniente, è consigliabile associare le lenticchie a pasta o a cereali.
Le lenticchie sono molto nutrienti ed energetiche: 100 grammi di prodotto apportano infatti 291 kcal. Sono costituite da circa il 51% di carboidrati, 23% di proteine, 14% di fibre, 1% di grassi e dal restante 11% di acqua.
Tra i componenti chimici di maggior rilievo, troviamo:
Isoflavoni, potenti antiossidanti;
Tiamina, utile per favorire la memoria e la concentrazione;
Vitamina PP (vitamina B3), importante per equilibrare il metabolismo energetico e ridurre i trigliceridi nel sangue; la niacina è inoltre un potenziale antiossidante
Per tutti questi motivi, il consumo di lenticchie non dovrebbe limitarsi solamente alle festività di fine ed inizio anno, come la tradizione insegna, ma dovrebbe estendersi fino a divenire una sana abitudine se non quotidiana almeno settimanale.
Ad ogni modo, le lenticchie sono sconsigliate per i malati di gotta e di uremia, perché fonte di purine.
Da non dimenticare, infine, che le lenticchie non dovrebbero mai essere consumate crude per la presenza di sostanze antidigestive, distrutte durante la cottura.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/benessere/lenticchie.html

CONSIGLI DALLA RETE : I FAGIOLI NERI

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I fagioli neri sono benefici per la salute in quanto ricchissimi di antiossidanti, importanti nella prevenzione di varie malattie degenerative. Il fagiolo nero è presente soprattutto nella tradizione culinaria delle Americhe: lo troviamo nella cucina creola dell’America centrale, in quella tex-mex del sud degli Stati Uniti d’America e in Brasile.
I fagioli neri hanno un elevato valore nutritivo. Contengono un alto contenuto di proteine vegetali (25%) e moltissime sostanze nutritive quali fibre, enzimi e antociani (antiossidanti molto importanti nella prevenzione di varie malattie degenerative).
Sono anche ad alto contenuto di ferro, calcio, vitamina B e acido folico, sali minerali e il magnesio, fosforo e manganese. La presenza dell’alto contenuto di fibre fa sì che siano ottimi per favorire la digestione e prevenire la stipsi.
Aiutano a tenere basso il livello del colesterolo nel sangue, stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue e ridurre il rischio di diabete e malattie cardiache.
Una tazza di fagioli neri cotti senza sale contiene circa 227 calorie e in particolare:
1 g di grassi,
15 g di fibre,
41 g di carboidrati,
15 g di zucchero.
Fornisce inoltre il 20 per cento del ferro giornaliero utile e il 5 per cento del calcio raccomandato.
I fagioli neri si trovano sia già pronti in barattolo o secchi. Quelli secchi necessitano di una notte di ammollo (6-8 ore), poi vanno cucinati in acqua per circa un’ora. Una volta cotti i fagioli neri possono essere consumati con insalate o come contorno o aggiunti a salse. Si possono aggiungere anche nei minestroni ai quali conferisce un colore molto scuro e che esaltano tutto il loro sapore.

Una delle ricette più comuni è quella dei frijoles refritos, vale a dire fagioli stracotti. La ricetta è la seguente:

Ingredienti – 200 g di fagioli neri, 1 cipolla rossa, 3 spicchi d’aglio, 1 cucchiaio da minestra di peperoncino in polvere, 1 mazzetto di prezzemolo fresco, 1 cucchiaino di polvere di cumino, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

Procedimento – Fate ammollare i fagioli in abbondante acqua per dodici ore quindi metteteli in una nella pentola non esagerando con l’acqua in modo che si crei una crema dalla giusta consistenza e piena di sostanze nutrienti (per le dosi fornite, va bene circa mezzo litro d’acqua). Cuocere per circa un’ora. Mentre i fagioli neri cuociono, fate un battuto molto fine di aglio e cipolla e fatelo appassire in padella con olio; non appena la cipolla diventa trasparente aggiungete il peperoncino e mescolate per bene. Versate in padella i fagioli che ormai saranno cotti, amalgamate con cura e riducete in purea con il frullatore a immersione; se necessario unite il liquido di cottura dei fagioli, tenendo presente che il risultato alla fine deve essere quello di una crema molto spessa, in cui il cucchiaio sta in piedi. Spolverate con il prezzemolo.

CONSIGLI DALLA RETE : I DATTERI

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Il dattero è conosciuto da molti soltanto come una vera e propria bomba calorica; pochi sono a conoscenza delle numerosissime proprietà terapeutiche di questo frutto di di Phoenix Dactylifera, tanto straordinarie e prodigiose quanto sconosciute ed ignorate. In questo articolo daremo una descrizione generale – ma nel contempo approfondita – della pianta da dattero e, successivamente, descriveremo i frutti in termini di valori nutritivi ed indicazioni terapiche.
Dato l’elevato potere energetico, il consumo di datteri è sconsigliato per chi segue un regime alimentare ipocalorico, mentre può essere raccomandato durante le diete energetiche, in particolare in caso di debilitazione fisica e di affaticamento: i datteri secchi forniscono, infatti, circa 253 calorie per 100 grammi. Sono costituiti dal 50-70% di zuccheri (carboidrati), 20-30% di acqua, 2,7% di proteine e 0,60% di grassi. Visto lo scarso contenuto in proteine, i datteri sono adatti anche nelle diete ipoproteiche.
Inoltre, la polpa del frutto è fonte di magnesio: la palma da dattero – in particolare delle zone sahariane – cresce in terreni ostili, sabbiosi e ricchi di Sali di magnesio. A tal proposito, il dattero, che come una spugna assorbe i minerali del terreno, rappresenta una miniera di questo importante minerale (contiene all’incirca 50-60 mg di magnesio per 100 g di prodotto).
Ad ogni modo, il magnesio non rappresenta l’unico minerale contenuto nel dattero; si ricorda anche il ferro, il potassio, il rame, lo zinco, il calcio, il manganese ed il fosforo.
DatteriAd eccezione della tirosina, il dattero contiene anche tutti gli aminoacidi essenziali, seppur in modiche quantità [tratto da Le piante da bere, di P. Chiereghin]. I datteri contengono anche una modesta quantità di vitamine, soprattutto quelle del gruppo B (B1, B2 e B6).
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/benessere/datteri.html

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