Finta carbonara del Picchi
La finta carbonara del Picchi raccontata direttamente attraverso le parole del suo autore è, più che una ricetta, una poesia, come tutte le ricette che è solito raccontare (perché il Picchi le ricette non le spiega ma le “racconta”). Come non rimanere affascinati di fronte ad un “…una punta di origano, un non niente di pepe e una punta di un cucchiaino di curcuma …”? In quel “non niente di pepe” … c’è tutta la maestria e la grandezza di questo grandissimo personaggio fiorentino …
- 200 g di spaghetti o bucatini
- 1 porri
- 5 olive di Kalamata
- burro
- curcuma
- origano
- succo di un limone
- sale, pepe
- olio extravergine d’oliva
- Pulire il porro, tagliarlo a rondelle e farlo stufare in una padella, a fuoco dolce, con burro e olio.
- Togliere i noccioli alle olive e tritarle grossolanamente “a fare, senza esserlo, la parte del guanciale” (cit. Picchi).
- Lessare gli spaghetti ( o i bucatini) in abbondante acqua salata; una volta pronti, bene al dente, trasferirli, nella padella contenente il condimento. Per fare questo utilizzare una pinza per spaghetti così rimarrà nella pasta quel poco di acqua necessaria a permettere il perfetto amalgama con il resto degli ingredienti.
- “Una punta di origano, un non niente di pepe e una punta di un cucchiaino di curcuma. Al fine rigirare il tutto saltando la pasta al dente con il succo di mezzo limone” (cit. Picchi)
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