Pane dolce alla banana – ricetta inglese

Pane dolce alla banana - ricetta inglese

Stanchi del tour virtuale nella pasticceria anglosassone?
beh..io no!
quindi continuo con i miei esperimenti e le mie indagini in materia.
il mio libro “guida” in materia è diventato quello di Pam Corbin, ho già preso un sacco di ricette di lì e mi sono quasi sempre trovata bene.
quello che mi piace molto di questo libro è la scelta davvero particolare delle ricette, ci sono dolci poco conosciuti, che non scoverei altrove se non avessi avuto la fortuna di incappare nel suo libro.
così piano piano li sto provando tutti.
tra l’altro ho scoperto di essere un genio del re-cake.
sembra che si chiami così.
quando si rifa una ricetta di qualcuno alla lettera.
in pratica seguendo tutte le indicazioni passo passo, cosa che non avevo mai fatto fin’ora, perchè?….eh! perchè erano dolci che conoscevo e in cui mi sentivo sicura, che mi sentivo in grado di poter rimaneggiare.
qua invece mi muovo in un territorio completamente nuovo, la pasticceria anglosassone, con nuove tecniche e nuovi procedimenti che ancora non padroneggio.
datemi un po’ di tempo, e poi comincerò a destreggiarmi anche qua e a diventare più creativa incasinando le ricette altrui.
comunque, dicevo, sono un “genio” del re-cake. perchè i dolci mi vengono identici identici a quelli del libro!
va bene va bene….sono dolci semplici. questo va detto.
però è una piccola soddisfazione, non credete?

Soda bread 2 – la vendetta del bicarbonato assassino

Soda bread 2 - la vendetta del bicarbonato assassino

Vi avevo promesso che ci avrei riprovato no?
quindi eccomi qua, testarda come non mai, a ritentar la ricetta del soda bread.
perchè il primo soda bread (Soda bread alla farina di orzo e avena) era venuto un po’ una ciofeca.
non alla vista perchè era bellissimo, ma al sapore.
era un po’ strano, molto bicarbonoso.
allora che ho fatto? ho fatto affidamento ad una mia cara amica blogger, la Zia Consu, il cui blog dispensa sempre grandi perle di saggezza, sopratutto saggezza panificatrice, e le ho rubato…o meglio preso in prestito… la ricetta del suo soda bread.
per capire se:
a. sono proprio io che sono negata a farlo.
oppure
b. io e il bicarbonato proprio non andiamo d’accordo.
la questione non è che ha trovato proprio una risposta precisa al 100% , devo esser sincera.
i due soda bread sono venuti mooolto diversi, sia per consistenza che per sapore.
la ricetta che avevo provato la prima volta, il Soda Bread alla farina di orzo e avena, era una ricetta che avevo preso dal sito della BBC e avevo rimaneggiato leggermente, cambiando il tipo di farina (da integrale a metà avena e metà orzo).
se dovessi ingaggiare una specie di paragone tra le due ricette mi azzarderei a dire che…

Soda bread alla farina di orzo e di avena

Soda bread alla farina di orzo e di avena

Era un po’ di tempo che volevo provare a fare il pane.
ecco appunto provare, perchè di lì a riuscirci il passo è grande.
complice il mal di schiena di stanotte che non mi ha fatto chiudere occhio, stamani mi sono svegliata con l’ispirazione di fare qualcosa di semplice, che non richiedesse troppo lavoro e impegno. e forza bruta di cui stamani proprio non disponevo.
quale soluzione migliore del Soda Bread?
il Soda bread è un tipico pane inglese/scozzese/irlandese, non si capisce molto bene, che ha il bicarbonato di sodio come agente lievitante.
in pratica si bypassa tutta la noiosa attesa delle 2 ore di lievitazione del lievito di birra, più la mezzora dopo aver dato la forma al pane/pagnotta/panini.
in pratica un pane “istantaneo”. si impasta, e neppure troppo, gli si da forma, si inforna ed è pronto.
peccato che non è buono come il vero pane.
almeno a parer mio non lo è.
è una soluzione semplice e veloce quando si è alle strette, ma secondo me non è all’altezza del pane che siamo abituati a mangiare in italia.
poi era la prima volta che lo facevo, può essere che abbia sbagliato qualcosa io?
ho preso la ricetta dal sito della BBC (questa), ma come al solito, cuoca sgangherata che non sono altro, non avevo tutti gli ingredienti e ho ovviato come potevo, cercando di usare un po’ di buon senso.