Muffin con farina di kamut e albicocche

Muffin con farina di kamut e albicocche

Nonostante il caldo, la stanchezza, il poco tempo, e le avversità (queste 2 settimane tra giugno e luglio per me sono proprio da cancellare dal calendario!!) sono riuscita a cucinare anche oggi dei buonissimi muffin con farina di kamut e albicocche!!! quasi quasi mi faccio l’applauso da sola 😛
invece che stancarmi ulteriormente fare dolci mi rilassa, quindi perchè no? quando trovo un ritaglio di tempo mi sembra di prendere una boccata d’aria e dimenticare per un attimo tutti i problemi!!!
i muffin poi sono un buon compromesso, sono veloci da preparare e anche da cuocere, quindi non troppo forno acceso, e il caldo in cucina è sopportabile, una mezzora di forno la si può sopportare!!!
avevo già provato dei muffin con kamut, ricotta e prugne ed ero rimasta piacevolmente sorpresa dalla delicatezza della farina di kamut, così ho voluto fare il bis e provare un’altra ricetta, leggermente diversa. è così che sono nati i muffin con farina di kamut e albicocche.
come sempre più che da una ispirazione vera e propria mi lascio guidare dalla dispensa o dal frigo….avevo delle albicocche essiccate (tipo queste) e delle mandorle a lamelle e ho pensato di sfruttarle.

Muffin ai fiocchi di avena – ricetta integrale

muffin ai fiocchi di avena

la ricetta per questi muffin l’ho trovata online, molto tempo fa, probabilmente su un blog. ho l’abitudine di appuntarmi le ricette su un quaderno, e purtroppo non ricordo la fonte.
come al solito però l’ho modificata, cambiandola secondo il mio gusto. la ricetta infatti prevedeva l’uso del miele, molto miele, al posto dello zucchero.
io non amo il miele quindi ho preferito sostituirlo con dello zucchero muscovado, che è uno zucchero integrale scuro e dal sapore intenso, simile alla melassa, ma non stucchevole quando il miele (almeno a gusto mio)
avevo già provato numerose ricette a base di farina di avena, ma non mi avevano soddisfatto poichè la consistenza del muffin veniva troppo poco compatta, e il muffin al momento di essere sfornato spesso si spaccava, oppure al palato era troppo incostistente, si “sfarinava” in bocca.