Pane integrale di Zia Delhy

Ecco un’altra puntata della serie “Una famiglia in cucina“, questa volta va in scena il Pane integrale di mia zia Delhy (zia protagonista anche della buonissima Torta cioccolato e pere, uno degli articoli più letti del blog, andate a curiosare!) se poi vi domandate perché m’è venuta la passione per il cibo e il cucinare, beh in […]

Pretzelini – Panini a forma di pretzel tedeschi

Pretzelini…non lasciatevi sviare dal nome. Non sono mini-pretzel.
Sono dei panini a forma di pretzel.
Il Natale si avvicina e mi sono detta che devo assolutamente fare delle ricette natalizie.
ottimo, se non fosse che so da che parte cominciare! XD
perchè non sono una grande fan delle feste quelle con le lettere maiuscole, e in casa mia il Natale sì che si festeggia, ma non abbiamo delle ricette tradizionali, come in molte famiglie, che ogni anno, con cura quasi maniacale, preparano sempre lo stesso rigoroso menù.
intendo sia per il dolce che per il salato. non abbiamo mai festeggiato un Natale con un dolce tipico natalizio (se non quelli appunto comprati, tipo Pandoro e Panettone), per il resto siamo sempre andati ad estro, quello che ci andava e piaceva sul momento.
così, nel momento di mettermi a cucinare qualcosa di natalizio mi sono trovata in difficoltà.
non ho un vero repertorio da cui pescare.
non posso andare a frugare nell’agenda di mia mamma che è il mio libro guida, sopratutto in materia di dolci, perchè non esiste una sezione “Natale”.
così ho deciso.
e vi cucinerò io qualcosa che mi fa Natale.
magari non sarà qualcosa proprio di natalizio al 100% ma per me cattura lo spirito del Natale! XD
cioè i Pretzeln.
io adoro i pretzeln, in tutte le forme e misure, da quelli piccolini e croccanti che si comprano al supermercato, a quelli giganti che si trovano alle feste della birra.
sono come le ciliegie per me. una volta sentito il sapore, non riesco a smettere.

Pane celtico con la ricetta di Sara Papa

Pane celtico con la ricetta di Sara Papa

Sapevo che il giorno in cui avrei provato a fare del pane vero sarebbe inevitabilmente arrivato, prima o poi.
beh…quel giorno è oggi.
non sapevo esattamente cosa aspettarmi…il soda bread (versione 1 e versione 2), l’unica mia esperienza con la panificazione, non è una esperienza completa e a tutto tondo, diciamo che è un po’ un pane for dummies. un surrogato del pane.
qui si fa sul serio. a partire dal tempo che si impiega, 2 ore per la prima lievitazione, e mezzora per la seconda.
non sapendo come fare nè a che santo appellarmi, non ho osato fare di testa mia e sperimentare, così ho preso una ricetta di Sara Papa, sotto consiglio di mia mamma che la guarda sempre in Tv e ho incrociato le dita.
devo dire che il processo stesso di panificazione, complice la planetaria, non è stato difficile.
è stato piuttosto lungo e noioso attendere le ore necessarie alla lievitazione, e aspettare aspettare aspettare.
per natura non sono una persona paziente….smaniavo come una pazza, guardando ogni 3×2 l’orologio, il tempo sembrava essersi fermato.
le 2 ore e mezzo più lunghe della mia vita.

anche perchè temevo un enorme disastro.
già mi prevedevo di sfornare una roba di densità e peso specifico sconosciuto sulla faccia della terra, da sfondare un muro di cemento armato in pratica.
quindi in atto preventivo ho dimezzato la dose, in modo da non dover costringere i familiari/cavia di assaggiare il mio “mattoncino”.
ho fatto il mio impasto, messo a lievitare, e wow! dopo 2 ore era davvero lievitato.
ma lievitato sodo. tipo del doppio.
cioè lievitato a regola d’arte, come doveva. senza scherzi strani, senza sorprese.
verso metà dell’opera comincio a sperare verso una risoluzione positiva della questione.
comincio a dare forma alle mie pagnotte.
sorge il primo vero problema.
ossia che io non sono un panettiere.

Panzerotti, pizze fritte, panzanelle, o giù di lì…

Panzerotti, pizze fritte, panzanelle, o giù di lì...

Eccoci qua, con la seconda ricetta salata! mica starò esagerando?
Il nome di questo piatto è una questione seria. è conosciuto in ogni parte d’italia, ma in ogni zona ha un nome diverso. non parlo di varianti regionali, parlo proprio di varianti locali, basta spostarsi di qualche chilometro e già ha acquisito un nome completamente diverso. che poi di fatto altro non è se non la pasta della pizza fritta in olio bollente, quindi la ricetta è praticamente identica per tutti, con qualche piccola variante qua e là.
cercando su Google mi sono imbattuta in decine di nomi con cui questo piatto è conosciuto: panzerotti, quarti fritti, panzanelle, pizze fritte, pizzelle, gnocchi fritti, calzoni fritti, torta fritta, ciaccia fritta, panino fritto, pinzino, crescentina fritta, chisolino, ficattole, ovviamente le ricette differiscono da zona a zona, ma il prodotto finale è molto simile.
quand’ero piccola e abitavo in un piccolo paesino di campagna ero solita chiamarli “quarti fritti” che poi “quarti” di cosa non si sa bene, ma lì si chiamavano così…quando poi mi trasferii (di 10 km, mica 100!) e continuavo a chiamarli “quarti” tutti mi guardavano come se fossi un’aliena! così per essere compresa in terra straniera smisi e cominciai a chiamarli panzerotti, che sembra essere il termine “tecnico” della mia attuale città…
ma basta andare verso firenze (80 km più in là) e già lì si chiamano pizze fritte.
insomma impossibile mettersi d’accordo. in toscana quando ci troviamo a discutere di un piatto di cui nessuno ne capisce il nome, bhe allora sappiamo che stiamo parlando di questo…
sicuramente qua non si chiamano panzanelle come nel sud, perchè la PANZANELLA è qualcos’altro: un piatto rustico e povero della tradizione toscana, a base di pane ammollato, cipolla, pomodori, tonno, basilico e capperi (o almeno così si fa nella mia città, sicuramente anche lì ci saranno varianti).