I Bocconotti sono dolcetti tipici della mia terra, l’Abruzzo, che mia nonna prepara sempre durante il periodo natalizio, ma talvolta anche nel corso dell’anno, per rendere più gustose le merende dei suoi nipoti.
La mia nonna solitamente usa la marmellata scura per il ripieno dei bocconotti (quindi marmellata di uva, di amarene o di ciliegie), ma, quando vuole esagerare, sostituisce la marmellata con generose cucchiaiate di Nutella.
Il mio parere?
Quelli con il ripieno di marmellata sono più buoni perché quelli con la Nutella sono sempre leggermente meno morbidi e tendono a seccare più in fretta.
Questi tortini ricordano vagamente i più famosi “pasticciotti leccesi”, con la differenza che questi ultimi sono ripieni di crema pasticcera e vengono spennellati con l’uovo in superficie, prima della cottura in forno.
I bocconotti invece sono più soffici, quasi come i muffin, sono ripieni di marmellata, ideali per colazione o come merenda, accompagnati da una bella tazza di cioccolata calda o di the.
Ingredienti:
200 g di farina 00
80 g di zucchero (io ho usato lo zucchero di canna)
2 uova (1 intero e 1 tuorlo)
90 g di burro
1 cucchiaino di lievito per dolci in polvere
1 bustina di vanillina
50 gr di marmellata d’uva
Preparazione:
In una ciotola, mescolare la farina con lo zucchero, le uova, il burro tagliato a cubetti, la vanillina e il lievito in polvere per dolci, impastare fino ad ottenere un composto liscio ed elastico.
Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e farla riposare in frigorifero per 1 ora.
Riscaldare il forno a 180 gradi.
Stendere la pasta su una spianatoia e ricavare tanti dischetti con i quali foderare gli stampi da Cupcake in silicone.
Versare al centro di ogni dischetto due cucchiai di marmellata d’uva.
Ricoprire con un altro dischetto di pasta.
Infornare a 180 gradi per 20 minuti.
Sfornare e, a piacere, cospargere con lo zucchero a velo e poi servire.
I canederli sono un piatto tipico della cucina contadina tedesca (dove vengono chiamati “knodel”), molto diffuso nelle regioni del Nord Italia come Trentino, Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Si narra che questo piatto fu inventato da una contadina che un giorno, alle prese con un gruppo di saccheggiatori che pretendevano gli venisse servito il pranzo o avrebbero distrutto la casa, radunò tutto ciò che aveva in dispensa creando queste gustose polpette servendole in scodelle, accompagnate da brodo caldo.
I saccheggiatori rimasero così soddisfatti dal pasto che andarono via lasciando addirittura qualche moneta di mancia alla contadina.
I canederli non sono altro che polpette di pane secco cotte in brodo (vegetale o di carne, in base alle vostre preferenze) e servite come primo piatto, ideali da gustare per pranzo nei mesi invernali; un piatto semplice ma molto saporito e di facile realizzazione.
Ingredienti per 1 persona (3 canederli):
110 gr di pane bianco secco
50 gr di speck
1 uovo
1/2 bicchiere di latte
1/2 cipolla
1 cucchiaio di burro
1 dado vegetale
Qualche foglia di prezzemolo
1 cucchiaino di farina
Sale, pepe
Procedimento:
Tagliare a dadini il pane bianco secco e lo speck.
Tritare finemente la cipolla e le foglie di prezzemolo.
In una padella, rosolare la cipolla tritata con un cucchiaio di burro e poi aggiungere lo speck.
Quando lo speck sarà dorato, versarlo in una ciotola insieme al pane.
In un’altra ciotola, mescolare l’uovo con il latte, il prezzemolo, un cucchiaino di farina, un pizzico di sale e uno di pepe.
Aggiungere l’impasto con l’uovo alla ciotola con lo speck e mescolare bene.
Lasciare riposare l’impatto per una mezz’ora poi, con le mani umide, formare tre polpette (knodel) non troppo molli.
Riempire una pentola d’acqua, sciogliervi il dado e portarlo a ebollizione per cuocervi i canederli.
Quando l’acqua arriverà a bollore, tuffarvi le polpette e cuocere per 15 minuti esatti, quindi servirli caldi.
Una torta morbida e di facile realizzazione, ideale da mangiare a colazione o a merenda, accompagnata da una bella tazza di the o di cappuccino; una ricetta a base di farina, burro, zucchero di canna (ma voi potete usare anche lo zucchero semolato, il risultato sarà uguale), uova e limone, pochi e semplici ingredienti che danno vita ad una torta profumata e gustosa.
La torta nasce sul finire dell’800, quando una donna lombarda la insegnò a un frate di un monastero pavese. Quest’ultimo, preparò la torta per farla assaggiare ai suoi confratelli e questi ultimi rimasero così deliziati dalla torta che le affibbiarono il nome di “Torta paradiso”.
La torta Paradiso è oggi un classico dolce della cucina italiana, preparata da tutte le nonne per la merenda dei nipotini e per questo, proprio come anche la Torta margherita, la Paradiso mi riporta con la mente ai tempi lontani, quando facevo merenda con succo all’albicocca e fetta di torta, davanti ai cartoni animati su Italia Uno.
INGREDIENTI:
300 gr di farina 00
200 gr di burro a temperatura ambiente
3 uova
3 tuorli
200 gr di zucchero di canna
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
La scorza di un limone
Zucchero a velo (per decorare)
PROCEDIMENTO:
Preriscaldare il forno a 180 gradi.
Lavare un limone e grattugiarne la scorza.
In una ciotola, mescolare le uova, i tuorli, il burro a temperatura ambiente e lo zucchero di canna, per ottenere una crema densa e priva di grumi.
Aggiungere la farina setacciata e il lievito in polvere per dolci, continuando a mescolare.
Aggiungere infine la vanillina e la scorza grattugiata di un limone.
Rivestire una teglia di carta forno.
Versare il composto nella teglia rivestita e cuocere in forno caldo a 180 gradi per 40 minuti.
Sfornare e far raffreddare.
Prima di servire, decorare con una spolverata di zucchero a velo.
La torta di mais è un dolce della tradizione popolare brasiliano, preparata con ingredienti poveri e facilmente reperibili: farina di polenta, uova e burro.
Gli americani per la festa del Ringraziamento preparano solitamente il pane di mais (una versione salata di questa torta, preparato senza l’aggiunta di cannella e di zucchero di canna), un pane molto spugnoso, perfetto per essere inzuppato nelle salse (ad esempio, la salsa ranch, la salsa yogurt, ecc). Per addolcire la torta, ho usato la cannella in polvere ma voi potete sostituirla con una bustina di vanillina o un bicchierino di limoncello, in base a ciò che più preferite.
Anche questa torta è molto spugnosa e risulta perfetta per essere gustata a colazione e o a merenda, magari con una spolverata di zucchero a velo e accompagnato da una bella tazza di caffè forte.
Una ricetta facile che tuttavia richiede un’accortezza: per la riuscita del dolce, è necessario utilizzare esclusivamente la farina di mais “fioretto” perché a grana fine (altrimenti, vi consiglio di frullare la farina di mais da voi scelta nel robot da cucina in modo da affinarla).
Ingredienti:
130 gr di farina 00
130 gr di farina di mais fioretto
2 uova
80 gr di burro a temperatura ambiente
150 ml di latte (intero o scremato, in base ai vostri gusti)
120 gr di zucchero di canna
1 bustina di lievito per dolci in polvere
1 cucchiaino di cannella in polvere
Procedimento:
Preriscaldare il forno a 180 gradi e rivestire una teglia di carta forno.
In una ciotola unire le uova, lo zucchero e il burro, fino ad ottenere una crema spumosa.
Aggiungere il latte a filo e continuare a mescolare.
Aggiungere infine le farine setacciate e il lievito, mescolando di continuo per amalgamare gli ingredienti ed ottenere un impasto liscio e omogeneo.
Versare l’impasto nella teglia rivestita di carta forno e cuocere in forno caldo a 180 gradi per 50 minuti.
10 regole per una cotoletta alla milanese perfetta
10 regole per una cotoletta alla milanese perfetta
La cotoletta alla milanese è uno dei piatti preferiti dai bambini di tutto il mondo: quando ero piccola e mia madre mi chiedeva cosa volessi mangiare per cena, rispondevo sempre “cotoletta e patatine fritte!”, che bei ricordi.
Carré di vitello avvolto in una croccante panatura e cotta in padella con il burro chiarificato, una vera bontà!
I segreti per preparare una perfetta cotoletta alla milanese?
Eccoli di seguito svelati!
10 regole per una cotoletta alla milanese perfetta
1) La carne
La vera cotoletta alla milanese si prepara con la costoletta di vitello, ricavata dal carrè, alta e con l’osso (che non dovrà essere tolto); con un coltello, bisogna eliminare il grasso esterno visibile e incidere il bordo della carne, per evitare che si arricci durante la cottura.
In molte ricette si prepara la cotoletta anche con il petto di pollo (molto gradito dai bambini) o con la carne di agnello, alternative entrambe valide ma sicuramente molto diverse rispetto alla vera milanese.
2) Panatura: uova
La panatura è fondamentale per la perfetta riuscita della cotoletta.
Due sono i segreti per ottenere una panatura croccante, non unta e aderente alla carne: il pangrattato e le uova.
Le uova devono essere sbattute in un piatto, senza l’aggiunta di sale, olio extravergine di oliva o qualche cucchiaio di latte.
La carne deve essere passata nell’uovo, da entrambi i lati, poi scolata e panata nel pangrattato.
3) Panatura: solo pangrattato?
La panatura deve essere fatta con il pangrattato fresco (fatto con pane secco e frullato); alcuni chef aggiungono semi di sesamo, cereali tritati, formaggio grattugiato, erbe aromatiche (paprika, curry, curcuma) ecc. ottenendo una cotoletta sicuramente più saporita ma decisamente diversa rispetto alla vera milanese.
La carne, precedentemente passata nell’uovo e scolata, deve essere panata nel pangrattato, su entrambi i lati, assicurandosi che quest’ultimo aderisca bene alla carne.
Mia nonna ultimamente ha sperimentato la cotoletta con “doppia panatura” (con lo schema uovo-pangrattato-uovo-pangrattato) ma a me non piace perché il sapore della carne viene coperto eccessivamente dalla panatura.
4) Sale: si o no?
Alcuni sostengono che la carne non vada assolutamente salata prima della cottura: una spolverata di sale va aggiunta sulla superficie della cotoletta solo prima di essere servita.
Io seguo questa scuola di pensiero ma voi, in base ai vostri gusti, potete salare la carne prima della panatura o aggiungendo un pizzico di sale all’uovo sbattuto.
5) Cottura
La cotoletta deve essere, per tradizione, cotta nel burro chiarificato, sciolto in padella fuoco vivace; la cotoletta deve cuocere 15-20 minuti ma, se molto alta, dovrete prolungare il tempo.
6) La variante fritta e al forno
Alcune ricette prevedono la cottura in padella con olio di semi fino a doratura, penalizzando però l’aroma e la croccantezza della cotoletta. L’olio deve essere abbondante perché altrimenti, quando viene adagiata in padella la cotoletta, la temperatura dell’olio diminuirà velocemente e l’impanatura rimarrà unta e poco croccante.
Coloro che sono attenti alla linea, consigliano la cottura della cotoletta in forno (a 180° per 20-25 minuti o fino a doratura), ma otterrete un risultato finale meno croccante e saporito.
7) Quantità
Per evitare che, durante la cottura, le fette di carne si attacchino l’una all’altra o che la panatura si stacchi, dovrete dosare bene le quantità ed evitare di friggere troppe cotolette alla volta: regolatevi in base alle dimensioni della padella e alla quantità di burro/olio usato.
8) Servizio
La cotoletta deve essere scolata su un foglio di carta assorbente e servita dopo qualche secondo, ben asciutta, aggiungendo un pizzico di sale sulla superficie.
L’accompagnamento perfetto alla cotoletta milanese??
Sicuramente una generosa porzione di patatine fritte o un’insalata fresca.
Una chicca: a Vienna, l’accompagnamento prediletto della cotoletta è un’insalata di patate lesse condite con aceto, succo di limone, cipolle e prezzemolo, una vera prelibatezza!
9) La variante “Viennese”
La cotoletta viennese si prepara con carne di maiale o di bovino, senza osso, non alta ma sottolissima e ben battuta, impanata nell’uovo e nel pangrattato, e fritta in una padella con olio di semi di arachide.
10) La variante “Bolognese”
La cotoletta alla bolognese si differenzia dalla milanese innanzitutto per il taglio della carne: nella prima si usa la fesa di vitello (taglio di coscia, privo di osso), mentre nella seconda il carrè (con l’osso).
Quanto alla preparazione, una volta panata nell’uovo e nel pangrattato, la cotoletta alla bolognese viene dorata in padella con una noce di burro, poi rivestita di fette di prosciutto crudo, cosparsa di parmigiano grattugiato e infine cotta di nuovo in padella con un mestolo di brodo, necessario per far sciogliere il formaggio.
Una torta autunnale realizzata con uva nera, farina, uova, zucchero, lievito, burro e latte.
Pochi e semplici ingredienti che si uniscono per creare una torta economica e gustosa, perfetta da mangiare a merenda o come dessert dopo cena, soprattutto nelle serate di San Martino, accompagnata da un bicchiere di vino novello e qualche castagna arrostita.
Io ho usato latte di soia e zucchero di canna, ma voi potete usare qualsiasi tipo di latte e di zucchero a vostra disposizione!
Ingredienti:
400 gr di uva nera senza semi
300 gr di farina (io ho usato 200 gr di farina 00 e 100 gr di farina di riso, per ottenere un risultato finale più soffice ma potete usare anche solo farina 00)
3 uova
220 gr di zucchero (io ho usato lo zucchero di canna ma va bene anche il semolato, in base alle vostre preferenze)
130 gr di burro
75 ml di olio extravergine di oliva
120 ml di latte (io ho usato il latte di soia ma vanno benissimo anche il latte intero o scremato, in base a ciò che avete a disposizione)
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito per dolci
Procedimento:
Preriscaldare il forno a 180 gradi e rivestire una tortiera di carta forno.
Lavare e privare gli acini di uva dei semi.
In una ciotola, sbattere le uova con lo zucchero per ottenere un composto soffice e voluminoso (aiutatevi con una frusta manuale).
Aggiungere il burro a pezzetti, l’olio extravergine di oliva, il latte, la vanillina e continuare a mescolare.
Aggiungere infine la farina setacciata e il lievito in polvere per dolci e mescolare per ottenere un composto liscio e senza grumi.
Aggiungere all’impasto 2/3 dell’uva.
Versare il composto nella tortiera rivestita e cuocere in forno caldo per 10 minuti, poi sfornare e adagiare sulla superficie della torta i restanti acini, e rinfornare per 40-45 minuti.
Sfornare e far intiepidire prima di servire.
Una ricetta facile e veloce per un dolce sfizioso e ricco di gusto, ideale da gustare a colazione o a merenda, accompagnato da una bella tazza di the.
Un Ciambellone soffice e profumato, ripieno di marmellata e ricoperto come un frosting di cream cheese: può esserci qualcosa di più buono?
Su consiglio di una mia amica, per ottenere un risultato finale soffice e dal gusto delicato, nella ricetta ho usato sia la farina 00 sia la farina di riso, ritenuta formidabile per preparare dolci soffici e alti, come la chiffon cake americana.
Per il ripieno del ciambellone, ho usato la marmellata di fragole biologica ma voi potete usare una marmellata di altro gusto (ad esempio, alle ciliegie o ai frutti di bosco), la Nutella, la crema di nocciole o, addirittura, una bella crema pasticcera. A voi la scelta!!
Ingredienti:
200 gr di farina 00
150 gr di farina di riso
3 uova
200 gr di dolcificante (io ho usato la Stevia)
125 ml di yogurt bianco
1 bustina di lievito in polvere per dolci
350 gr di marmellata (io di fragole)
200 gr di Philadelphia
200 gr di zucchero a velo
Procedimento:
Preriscaldare il forno a 180 gradi.
In una ciotola, unire le uova con lo zucchero, mescolando per ottenere una crema densa.
Aggiungere la farina setacciata, lo yogurt e infine il lievito, mescolando per amalgamare tutti gli ingredienti e ottenere un impasto senza grumi.
Versare metà dose dell’impasto in uno stampo in silicone (o in una teglia rivestita di carta forno) e livellarlo.
Con l’aiuto di una spatola, versare la marmellata al centro, e poi coprirla con l’altra metà di impasto.
Cuocere la ciambella in forno caldo a 180 gradi per 35 minuti.
Sfornare e far raffreddare.
Nel frattempo, preparare il frosting mescolando in una ciotola il Philadelphia con lo zucchero a velo, fino ad ottenere un composto morbido e liscio.
Spalmare il frosting sul Ciambellone e servire subito.
by unacucinadasingle | Commenti disabilitati su Ciambellone ripienoDessert, Merenda
Una torta gustosa proveniente dalla pasticceria mantovana, molto amata dalla corte dei Gonzaga, che deve il suo nome alle briciole grandi e piccole che si formano quando viene tagliata per essere servita.
Una torta realizzata con un impasto semplicissimo a base di uova, farina, burro e zucchero, e ripiena di ricotta e mirtilli freschi.
Perfetta da mangiare a merenda insieme ad una bella tazza di the o da servire ai vostri ospiti come dessert, magari accompagnata da qualche ciuffo di panna fresca o di crema pasticcera.
Per la farcitura, io ho usato i mirtilli freschi ma voi potete usare indifferentemente fragole, visciole, amarene, o addirittura marmellate e confetture, in base ai vostri gusti!
Ingredienti:
400 gr di farina 00
150 gr di zucchero di canna
100 gr di burro
3 uova
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito per dolci
500 gr di ricotta di pecora o di mucca (in base ai vostri gusti)
100 gr di zucchero a velo
200 gr di mirtilli freschi
Procedimento:
Preriscaldare il forno a 180 gradi.
In una ciotola unire la farina 00, lo zucchero di canna, la vanillina, il lievito per dolci, le uova e il burro a temperatura ambiente ed impastare per ottenere un composto sbricioloso.
Rivestire una tortiera di carta forno.
Con metà delle briciole ottenute, ricoprire la tortiera rivestita i carta forno.
Preparare ora il ripieno della torta, unendo, in una ciotola, lo zucchero a velo e la ricotta, mescolando bene per amalgamare gli ingredienti.
Con una spatola, distribuire la crema di ricotta sulla base della torta.
Sciacquare i mirtilli sotto l’acqua corrente e poi distribuirli sulla crema.
Ricoprire con le briciole restanti.
Cuocere la sbriciolata in forno caldo a 180 gradi per 30-40 minuti o fino a doratura della superficie.
Sfornare e far raffreddare a temperatura ambiente.
Servire la Sbriciolata ricotta e mirtilli tagliata a fette e con una spolverata di zucchero a velo.
by unacucinadasingle | Commenti disabilitati su Sbriciolata ricotta e mirtilliPrimi
La pasta alla carbonara è una delle ricette più famose della cucina romana ma, avreste
mai pensato di mangiarla nella versione “risotto”??? Neanche io! E pensare che, in
fondo, in fondo, ciò che cambia è solo il formato di pasta!
Un risotto cremoso, gustoso e saporito, che costituisce un crocevia tra la cucina
romana (patria della carbonara) e la cucina milanese (amante del risotto).
Ingredienti per 1 porzione:
80 gr di riso (Carnaroli, Arborio, Vialone, Roma)
50 gr di guanciale o di pancetta a cubetti (affumicata o dolce, in base ai vostri gusti)
1 uovo
1 scalogno
olio extravergine di oliva q.b.
2 tazze di acqua (potete anche usare il brodo vegetale, se preferite)
2 cucchiai di formaggio grattugiato (io ho usato il pecorino abruzzese)
1 cucchiaio di latte
sale, pepe
Procedimento:
In un tegame, rosolare lo scalogno con un filo di olio extravergine di oliva.
Quando lo scalogno comincerà a dorare, aggiungere la pancetta tagliata a striscioline o a cubetti e cuocere per 4-5 minuti a fuoco basso, coprendo il tegame con il coperchio.
Quando la pancetta sarà croccante, toglierla dal tegame e versarla in un piatto.
Nel tegame, aggiungere il riso e farlo tostare per 2-3 minuti.
Aggiungere una tazza di acqua e cuocere il riso mescolando fino al completo assorbimento dell’acqua, quindi aggiungere l’altra tazza e continuare la cottura.
Salare e pepare.
Nel frattempo, rompere l’uovo e sbattere il tuorlo in un piatto fondo insieme a due cucchiai di formaggio grattugiato, due cucchiai di latte e un pizzico di pepe. L’obiettivo è ottenere un composto omogeneo e abbastanza liquido.
Quando il riso sarà cotto, spegnere il fuoco e aggiungere nel tegame il composto di uova e formaggio e la pancetta a cubetti, quindi mescolare con un cucchiaio di legno per amalgamare bene gli ingredienti.
Servire il risotto alla carbonara caldo, magari con una spolverata finale di parmigiano.