Month: Dicembre 2022

Eggnog

Eggnog
Eggnog

Eggnog

L’ Eggnog, anche noto come “latte di gallina”, è una bevanda inventata nel 1700 da un barista londinese è diffusa tra l’aristocrazia del tempo.

Oggi, durante il periodo natalizio, è abitudine consumare questa bevanda soprattutto in Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Lussemburgo.

Si prepara con pochi ingredienti (latte, uova, zucchero, brandy, rum, panna per dolci e cannella in polvere) e viene servito freddo, o a temperatura ambiente, se preferite.

Non siate scettici per la presenza delle uova servite crude: questo drink non ha mai ammazzato nessuno, anzi!!

Vi svelo un segreto: io, contrariamente a quanto consiglia la ricetta (“servire freddo”), ho riscaldato l’eggnog per un minuto e mezzo al microonde e poi l’ho gustato davanti una serie TV, inzuppando biscotti al latte nella mia bevanda.

Il risultato?!?! E che ve lo dici a fa!!!

Anzi, la prossima volta sostituirò il latte intero con il latte di soia aromatizzato alla vaniglia… che ne dite?!? Potrebbe essere una buona idea??

Ingredienti per 2 porzioni:

250 ml di latte intero o scremato, in base ai vostri gusti
2 uova
60 gr di zucchero
60 ml di brandy
75 ml di panna per dolci
60 ml di rum
cannella in polvere q.b.

Procedimento:

Separate i tuorli dagli albumi.
In una ciotola, sbattere i tuorli con lo zucchero per ottenere un composto spumoso (aiutatevi con una frusta da cucina o uno sbattitore elettrico) e privo di grumi.
Aggiungere il rum, il brandy, la panna per dolci e il latte e continuare a mescolare per amalgamare bene gli ingredienti.
Montare gli albumi a neve ben ferma (aiutandovi con uno sbattitore manuale o elettrico).
Incorporare gli albumi al composto con le uova, mescolando delicatamente con una spatola, dal basso verso l’alto, per evitare di smontare gli albumi.
Dividere la crema ottenuta in due tazze e lasciarle riposare in frigorifero per almeno 2 ore.
Prima di servire, decorare le eggnog con una spolverata di cannella.

I migliori torroni di Cremona

I migliori torroni di Cremona
I migliori torroni di Cremona

I migliori torroni di Cremona

Secondo la leggenda, il torrone nasce a Cremona nel 1441, come dolce per le nozze tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti.

Negli scritti dell’epoca il torrone era “un dolce squisito fatto con mandorle, miele e bianco d’uovo” ed oggi sono in pochi a prepararlo secondo la ricetta originaria.

Dove comprare il migliore torrone artigianale di Cremona? Ecco a voi i miei consiglI!

 

Augusto Fieschi (Via dei Lanaioli, 24)

La fabbrica Augusto Fieschi nasce nel 1867 e subito si specializza nella produzione di torroni, mostarde, cotognate, panettone, pandoro e dolci tipici.

Tutti i prodotti vengono da sempre realizzati con ingredienti selezionati e di prima qualità, spesso di natura biologica, e senza l’utilizzo di conservati e OGM.

Quanto ai torroni, questi sono realizzati secondo un’antica ricetta dell’800, con più del 50% di mandorle e una miscela di vari tipi di miele che esaltano il sapore del torrone.

Il torrone classico alla mandorla è preparato con mandorle esclusivamente italiane, al naturale e non pelate, senza aromi nè coloranti nè OGM, disponibile nella versione friabile e in quella tenera.

Al classico si aggiunge il torrone mandorlato di Cremona, friabile e disponibile nella versione Bahia (ricoperto di puro cioccolato extra fondente), Fructus (arricchito di frutta candita), al Caffè (ricoperto di cioccolato fondente e caffè macinato).

Infine il Maximus, preparato con miele di tiglio e mandorle, disponibile in versione friabile e in quella ricopera di cioccolato extra fondente Domori.

Il mio preferito? Il mandorlato di Cremona, senza dubbio!

Prezzi: 5,80€ il torrone classico alla mandorla da 150 gr.

 

 

 

Negozio Sperlari (Via Solferino 25)

Era il 1836 quando Enea Sperlari aprì questo negozio a due passi dal Duomo, per specializzarsi nella fabbricazione del torrone e della mostarda.

Il negozio ha subito conquistato il mercato italiano ed estero, tanto da diventare fornitore della Real Casa sia della Regina Madre Margherita nel 1921 sia del Principe di Piemonte Umberto nel 1929.

Un negozio accogliente, con arredi in legno vintage e personale gentile e disponibile, pronto a dispensare i migliori consigli per i vostri acquisti.

I prodotti sono tutti realizzati con l’utilizzo di ingredienti di prima scelta, senza l’aggiunta di conservanti e nel rispetto della più antica tradizione cremonese.

Qui avrete l’imbarazzo della scelta: caramelle, mostarde, confetture, graffioni di puro cioccolato, cioccolatini, liquori e torte da forno come la Sbrisolona e la Gran Mandorla, pandoro, panettone e l’immancabile torrone.

Il torrone mandorlato tenero è fantastico ed è disponibile classico, aromatizzato al limone o alla vaniglia; per i golosi non manca il torrone tenero con cacao e nocciole, e il ricoperto di cioccolato fondente.

Il mio preferito? Mandorlato tenero, as well!

Prezzi: 6,50€ il torrone mandorlato da 150 gr.

 

 

Pasticceria Lanfranchi (Via Solferino 30)

Nelle vicinanze del Negozio Sperlari, trovate la Pasticceria Lanfranchi, aperta sul finire del 1800 e da sempre luogo di ritrovo di artisti, scrittori e letterati.

Qui potrete acquistare i dolci tipici della tradizione cremonese oppure fare incetta di torroncini e torroni, tutti di rigorosa produzione artigianale.

Il torrone mandorlato classico è friabile, preparato con il 65% di mandorle (più della media), disponibile tutto l’anno.

Non manca il torrone ricoperto di cioccolato fondente al 33% e, per gli amanti della tradizione, il “violino mandorlato” che coniuga l’amore per la musica e la passione per il torrone dei cremonesi.

Prezzi: 6€ il torrone mandorlato da 150 gr.

 

 

Vergani Secondo Spa (Via Tacito 7)

Dal 1881, la ditta Vergani Secondo produce torrone, mostarda, marron glaces e cioccolatini per tutti i palati.

I torroni, fiore all’occhiello di Vergani, vengono preparati secondo l’antica ricetta tradizionale e utilizzando ingredienti freschi e selezionati con cura.

Il torrone classico alla mandorla è disponibile nella versione friabile e morbida, entrambi fantastici. Per i golosi, è disponibile anche il ricoperto al cioccolato fondente, aromatizzato agli agrumi e pistacchi, all’arancia e al limone.

Se avete l’imbarazzo della scelta, acquistate una confezione di torroncini assortiti e provateli tutti: rimarrete estasiati!

10 regole per un risotto perfetto

10 regole per un risotto perfetto

Il risotto è un piatto che nasconde in sé molte insidie: si può pensare che sia sufficiente preparare il soffritto, aggiungere il riso per tostarlo e poi aggiungere un mestolo di brodo caldo alla volta, fino a cuocere il riso per 14-15 minuti. In realtà, per la perfetta riuscita di questo piatto è necessario adottare alcuni trucchetti e accorgimenti che vi spiegherò a breve, fondamentali per ottenere un risultato finale cremoso e invitante.

1) Scelta del riso

In commercio esistono molteplici varietà di riso: Carnaroli, Arborio, Vialone, Parboiled, Originario, Roma, Baldo, ecc. Non affidatevi al caso (o alla variante “il meno caro”, “il riso in offerta”) per la scelta del riso da usare: il riso migliore è il Carnaroli, prediletto dagli chef stellati, in grado di mantenere bene la cottura e con un’ottima capacità di assorbimento.

Una seconda scelta può essere il Vialone Nano, con chicchi lievemente più piccoli e tondeggianti rispetto al Carnaroli.

Evitate assolutamente il riso Parboiled (famoso per il fatto che “non scuoce”) e il riso Originario (più adatto per la preparazione di minestre).

2) Scelta del brodo

Per la cottura del risotto, è possibile usare indifferentemente il brodo vegetale (sedano, carote e cipolla) o il brodo di carne: tutto dipende dal sapore che volete conferire al piatto. Unica regola: per il risotto di pesce, usate assolutamente un brodo di pesce!

3) Il tegame

La scelta ottimale sarebbe usare una pentola in rame ma, in mancanza, potete optare per una pentola bassa e larga, di acciaio o alluminio (un tegame o una padella non antiaderente dai bordi alti).

4) Il cucchiaio

Il cucchiaio perfetto da usare per mescolare il riso è quello di legno

5) Il soffritto: cipolla o scalogno? A vostra discrezione, purché tritati finemente

Dipende dai gusti: per un sapore più delicato, è consigliabile usare lo scalogno mentre, per un sapore più deciso, meglio la cipolla.

6) La tostatura

Una delle fasi più delicate della preparazione del risotto, necessaria per scaldare il riso e dilatarne i pori. Quando la cipolla o lo scalogno cominceranno a soffriggere nel tegame, aggiungere il riso e tostare a fuoco vivo, fino a quando i chicchi di riso non cominceranno a caramellare (ci vorrà max 1 minuto).

7) Il brodo

Il brodo va aggiunto appena il riso comincia ad attaccarsi al tegame. Bisogna aggiungere un mestolo di brodo alla volta, non appena il riso si asciuga e non è più fluido, mescolando di continuo con un cucchiaio di legno.

8) Mescolare sempre

Il vero segreto di un risotto perfetto? Mescolare sempre! Il risotto è un piatto che richiede cura, amore, pazienza, quindi abbandonate l’idea di “lasciare il riso sul fuoco e tornare quando il timer suonerà la scadenza del tempo”.

9) La mantecatura

La fase finale della preparazione: quando il riso è al dente, spegnere il gas, togliere il tegame dal fuoco e mantecare per 1 minuto con una noce di burro e una spolverata di parmigiano  grattugiato. La mantecatura permette di ottenere un risultato finale cremoso e avvolgente.

10) Servire subito

Ultimata la mantecatura, il risotto va subito impiattato e servito ben caldo.

E infine, alcune ricette di risotti che trovate nel blog nella sezione “Primi” …

10 regole per un risotto perfetto
10 regole per un risotto perfetto

 

10 regole per un risotto perfetto
10 regole per un risotto perfetto
10 regole per un risotto perfetto
10 regole per un risotto perfetto
10 regole per un risotto perfetto
10 regole per un risotto perfetto

Dove mangiare la pizza napoletana a Roma

Dove mangiare la pizza napoletana a Roma

Dove mangiare la pizza napoletana a Roma

La pizza è uno dei piatti in assoluto più amato dagli italiani. Bassa, croccante, alta, soffice, con cornicione ripieno, a lunga lievitazione, bianca, rossa…

ognuno ha le sue preferenze ma tutti sono concordi nell’affermare che la migliore è sicuramente la pizza napoletana.

Con i bordi alti e soffici ma sottile al centro, impastata a mano, lievitata a lungo e condita in maniera semplice: pomodoro e mozzarella.

Come resisterle??

Eppure, non basta andare in una pizzeria qualunque per mangiare una vera pizza napoletana.

Eh no! Ecco a voi, i locali romani dove potrete assaggiare la vera pizza napoletana, senza correre il rischio di passare la notte insonne (a causa della scarsa digeribilità) e di svuotare il portafoglio.

Carta e penna, o meglio: coltello e forchetta!

 

 

Antica Pizzeria da Michele (Via Flaminia 80/82)

Il tempio della pizza partenopea ha messo radici anche nella Città Eterna, a due passi da Piazza del Popolo.

Rispetto al locale in Via dei Tribunali a Napoli, nel menu romano sono proposti diversi tipi di pizza (a Napoli, sono la Margherita e la Marinara), fritti, antipasti e dolci tutti da far venire l’acquolina in bocca.

La pizza è soffice, con i bordi alti e sottile al centro, proprio in perfetto stile partenopeo!

Inoltre, la pizza è ben cotta (non bruciata, come capita spesso), saporita, digeribile e condita con ingredienti freschi.

Gli imperdibili? La pizza Margherita, senza dubbio! Ma anche gli antipasti a base di nodini fritti, pomodoro e stracciatella, o bufala campana.

I prezzi sono leggermente più elevati, ma comunque nella media della capitale: 7,50€ la Margherita.

 

 

 

Pizzeria Loffredo (Via Vestricio Spurinna 51/53, fermata metro Numidio Quadrato)

Un locale semplice e piccolino ma accogliente, a conduzione familiare, dove la simpatia e la cordialità dei gestori la fanno da padrone.

La pizza è ottima, alta quanto basta, non gommosa, abbondante, ben lievitata, digeribile e condita con ingredienti freschi: farina dell’Antico Molino Caputo, pomodoro San Marzano, latticini di provenienza campana consegnati quotidianamente.

Oltre alle pizze, degni di nota sono anche i fritti (le “montanare” sono imperdibili!), le mozzarelle in carrozza e i saltimbocca.

Ottimo rapporto qualità-prezzo e servizio rapido.

La mia pizza preferita? La “Bufalina”, con mozzarella di bufala DOP, pomodoro e basilico fresco.

Prezzi: 6€ la margherita.

 

 

 

Pepe nero (Via Isonzo, Piazza Fiume)

Un locale molto carino, accogliente, arredato in stile newyorkese, con tavoli grandi di legno, forno a legna a vista e bancone per le bevande, con musica in sottofondo e maxi schermo per vedere le partite di calcio.
Insomma, un locale dove passare una serata divertente con gli amici soddisfacendo anche il palato.

Il menu è ampio e propone antipasti, primi piatti, secondi di carne e pesce, e una marea di pizze, tutte di fattura napoletana: bordi alti e centro basso.

La pizza è deliziosa, ben lievitata, digeribile, mai bruciata, condita con ingredienti freschissimi.

La mia  preferita? La “Cantanapoli” con pomodori pachino, mozzarella fiordilatte e ricotta.

Un consiglio: i dolci sono buonissimi quindi, se ci riuscite, lasciate un piccolo posticino nel vostro stomaco per il dessert. I miei preferiti? La “Cornucopia” e la “Cremosa”… provare per credere!

Prezzi: 6,50€ la margherita.

 

 

 

Chiu Sapore (Via Appia Nuova 486)

Un ristorante carino e accogliente, meta di giovani e famiglie vuoi per via dei prezzi “popolari” vuoi per la simpatia del personale e dell’atmosfera gioviale che si respira.

Il menu propone antipasti, primi e secondi piatti di terra e di mare, e infine, le pizze rigorosamente “alla napoletana”, con il cornicione.

Per cominciare, assaggiate un paio di montanare (vi suggerisco quella con burrata e alici) oppure gli angioletti (strisce di pizza fritta condite con pomodoro e parmigiano), e poi scegliete la pizza che più vi intriga.

Se siete affamati, vi consiglio il calzone napoletano, riccamente ripieno di ricotta, salame e pomodoro, una vera bomba calorica e una delizia per il palato!

Se ce la fate, lasciate un posticino nella vostra pancia per i dolci: la delizia al limone è squisita e il tortino al cioccolato divino!

Prezzi: il menu pranzo propone 1 pizza + 1 birra a 6€.

 

 

PummaRè (Via Andrea Doria, Prati)

Una delle migliori pizzerie napoletane di Roma, sopra l’entrata del Mercato Trionfale, in zona Prati.

Il ristorante è accogliente, ben arredato, curato, con una terrazza strepitosa sulla quale si può cenare anche a lume di candela.

Le pizze sono realizzate secondo i canoni della tradizione napoletana: bordi alti e centro basso, condite con ingredienti freschi e di prima qualità, come il pomodoro San Marzano, le mozzarelle di Agerola, le alici di Cetara.

Nel menu, accanto alle pizze classiche (come la Margherita, la Bufalina, ecc.), sono proposte le “Gourmet”, basate su abbinamenti estrosi.

Alcuni esempi? La “Golosa”, preparata con un impasto di farina integrale e condita con fior di latte di Agerola, erborinato di bufala, radicchio di Chioggia e speck I.T.G.

Prezzi: 7€ la Margherita.

 

 

Napul’è (Via Giulio Cesare, Prati)

Un ristorante molto carino in zona Prati, con ottima cucina partenopea e musica dal vivo che allieta la serata.

Nel menu sono proposti i piatti tipici della tradizione partenopea, preparati con ingredienti freschi e di prima qualità.

La pizza è fantastica, impastata a mano, preparata con lievito madre e lievitata 72 ore, cotta nel forno a legna, con bordi alti e centro basso.

Per chi ha difficoltà a digerire la pizza, il menu include anche pizze preparate con un impasto di oltre 20 tipologie di farine, fiocchi, semi, un mix che rende la pizza più digeribile e più saporita.

La migliore? La pizza “Napul’è”, con cornicione ripieno di ricotta, pomodoro, mozzarella di bufala e foglie di basilico fresco, oppure la “Massimo Troisi” con melanzana a Funghetto,  prosciutto cotto e mozzarella di bufala.

Se avete ancora un posticino nel vostro stomaco, provate a chiuderlo con una pastiera napoletana rigorosamente fatta in casa o una Delizia ai limoni di Amalfi.. Semplicemente irresistibili!

Prezzi: 8,50€ la Margherita.

 

 

 

Giulietta (Piazza dell’Emporio, Testaccio)

Un locale in stile newyorkese, aperto da poco in Piazza dell’Emporio, firmato Cristina Bowerman e Fabio Spada, due nomi, una garanzia.

Il menu coniuga i piatti tipici della cucina romana a quelli della tradizione napoletana, con l’aggiunta di antipasti, dolci e leccornie preparate con ingredienti freschi e di prima qualità.

Accanto alla pizza croccante e friabile tipica della cucina romana, viene proposta la classica pizza napoletana, alta, con il cd. “cornicione”, preparata secondo le direttive dei fratelli Salvo di San Giorgio a Cremano.

Il segreto? Impasto a lunga lievitazione e condimento a base di prodotti tipici della cucina partenopea.

I miei consigli? Non perdete la “Cosacca”, con pomodoro di Corbaro e pecorino, un vero trionfo di gusto e sapore!

Prezzi: 8€ la Margherita.

 

 

 

Mangianapoli (varie sedi)

Una pizzeria di stampo napoletano con varie sedi sparse per la capitale: a Centocelle, Tor de Schiavi, San Giovanni, Tuscolana.

I locali sono molto carini, arredati con colori vivaci e immagini di paesaggi campani appese alle pareti il che, con uno staff cordiale e simpatico, crea un bell’ambiente rilassato e amichevole.

Nel menu sono proposti tutti i grandi classici della cucina partenopea: i fritti (mozzarelle in carrozza e diavoletti sono imperdibili), pagnottielli, focacce, primi piatti, secondi, pizze e dessert (tutti fatti in casa).

Chiaramente, le pizze la fanno da padrone e, accanto alle classiche (Margherita, Marinara, Diavola), sono proposti abbinamenti più accattivanti (come la Casareccia, con cicoria, pancetta, parmigiano e provola) e quelle con il cornicione ripieno.

Le pizze sono impastate a mano, ben lievitate, cotte nel forno a legna, con bordi alti e soffici, saporite e digeribili.

La mia preferita? La Bella Napoli, con pomodori pachino, mozzarella di bufala, scaglie di grana e foglie di basilico fresco.

Prezzi: 5€ la Margherita.

 

Cuori di marmellata vegan

Cuori di marmellata vegan
Cuori di marmellata vegan

Cuori di marmellata vegan

Adoro i biscottini di pasta frolla, sono i miei preferiti per accompagnare il the o una bella tazza di cioccolata calda.
Oggi ho voluto provare a realizzarli sostituendo il burro con l’olio, ottenendo così dei biscotti più leggeri e adatti anche a chi segue una dieta vegana.
Ho farcito questi biscotti con una marmellata ai mirtilli, ma voi potete usare qualsiasi tipo di marmellata (vi suggerisco la marmellata scura, come quella alle amarene o alle visciole)1212 e anche la Nutella o la crema di cioccolato bianco.
Risultato strepitoso, garantito!

 

Ingredienti:

150 gr di farina integrale
70 ml di olio extravergine di oliva
100 ml di acqua
40 gr di zucchero di canna
La scorza di un limone
Marmellata q.b. (io ai mirtilli)

 

Procedimento:

In una ciotola, unire l’olio, l’acqua è la scorza grattugiata di un limone.
Mescolare bene poi aggiungere lo zucchero di canna e la farina, e impastare.
L’obiettivo è ottenere una palla morbida e elastica.
Avvolgere la palla nella pellicola e farla riposare in frigorifero per 1 ora.
Dopo 1 ora, stendere la pasta frolla su una spianatoia con l’aiuto di un mattarello.
Preriscaldare il forno a 180 gradi e rivestire una teglia di carta forno.
Con un taglia biscotti a forma di cuore, ritagliate dei biscotti in numero pari.
Alla metà dei biscotti ottenuti, fare un altro taglio più piccolo a forma di cuore, con uno stampo a cuore più piccolo di quello usato prima (se non avete due stampi uguali, potete fare il biscotto a forma di cuore e realizzare un semplice buco al centro, al posto del cuore).
Adagiare i biscotti sulla teglia rivestita e cuocerli in forno caldo per 15-20 minuti, fino a doratura.
Sfornare e far raffreddare su una gratella.
Una volta freddi, spalmare la marmellata sui biscotti “interi”, e coprire con i biscotti “con il buco” come a realizzare un sandwich.

Firenze in 2 giorni

Firenze in 2 giorniFirenze in 2 giorni

Visitare Firenze in 2 giorni sembra impossibile ma non lo è! Basta comprare tutti i biglietti in anticipo, munirsi di scarpe comode e sperare nel bel tempo!

Il nostro itinerario? Ecco qui il nostro tour di Firenze in 2 giorni !

 

Firenze in 2 giorni

Firenze in 2 giorni

 

Giorno 1: Duomo, Uffizi, Palazzo Pitti, Giardini di Boboli

Arriviamo a Firenze Santa Maria Novella alle 8.45 con un treno Frecciarossa partito da Roma Termini.

Usciamo dalla stazione e ci fermiamo a far colazione al Bar Pasticceria Deanna, a due passi dalla stazione.

Si tratta di una pasticceria storica con vasta scelta di brioches e sfoglie con varie farciture (more, lamponi, pistacchio). Buona anche la caffetteria. Prezzi nella media.

A pancia piena, imbocchiamo Via Panzani e arriviamo al Duomo, o Cattedrale di Santa Maria del Fiore, con la cupola del Brunelleschi, il Battistero con la Porta del Paradiso del Ghiberti e il Campanile di Giotto.

L’intero complesso del Duomo è visitabile a pagamento ma noi, avendo poco tempo, vediamo solo l’interno del Duomo.

Passando da Via dei Calzaiuoli, arriviamo a Piazza del Mercato Nuovo per farci una foto con la Fontana del Porcellino, sinonimo di buona sorte.

La leggenda vuole che si lasci scivolare una monetina nella bocca del porcellino: se la moneta cade nella grata, allora saremo fortunati.

Raggiungiamo la magnifica Piazza della Signoria, il fulcro della vita politica cittadina, con il Palazzo Vecchio, sede attuale del comune e museo civico, e la Loggia dei Lanzi.

In Piazza si trova la bellissima Fontana del Nettuno e il monumento equestre di Cosimo I del Giambologna.

A pochi passi da Palazzo Vecchio troviamo la Galleria degli Uffizi, uno dei musei italiani più visitati e conosciuti al mondo.

Noi abbiamo acquistato il biglietto online (24€) ed entriamo per visitarlo.

Il museo ospita una collezione di opere del Rinascimento di artisti come Botticelli, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Raffaello, ed è qualcosa di veramente eccezionale.

La visita dura poco più di 2 ore ma, se avessimo avuto più tempo, saremmo rimasti almeno un’altra ora!

Affamati, ci fermiamo All’antico vinaio, in Via dei Neri, un piccolo posto famoso per le schiacciate.

La fila fuoriesce dal locale e ci tocca aspettare più di 20 minuti per essere serviti, ma alla fine mangiamo una schiacciata con lampredotto a testa pagando 5€, un affare!

Dopo un buon caffè, riprendiamo il nostro tour dirigendoci verso Ponte Vecchio, a metà strada tra gli Uffizi e Palazzo Vecchio e uniti dal Corridoio Vasariano, che passa proprio sopra le teste dei turisti affacciati sul ponte.

Attraversando il Ponte Vecchio, mentre ammiriamo le botteghe degli orefici, raggiungiamo Palazzo Pitti, sede di diversi musei tra cui la Galleria Palatina, la Galleria dell’Arte Moderna e il Giardino di Boboli.

Avendo acquistato i biglietti in anticipo, visitiamo sia Palazzo Pitti sia i Giardini di Boboli, concludendo così il nostro pomeriggio immersi nell’arte, nella natura e nella bellezza dei Giardini.

Poco prima di cena, andiamo in hotel per lasciare i borsoni e poi riusciamo per cenare nei dintorni di Piazza Santo Spirito.

Qui visitiamo la Chiesa di Santo Spirito, costruita dal Brunelleschi e affacciata sull’omonima piazza.

Ceniamo da Trattoria Pandemonio, in Via del Leone, un piccolo locale a conduzione familiare dove si mangiano i piatti tipici della cucina fiorentina.

Abbiamo preso una bistecca alla fiorentina accompagnata da patate saltate spendendo circa 30€ a testa. Tutto molto buono e con un servizio eccellente.

Firenze in 2 giorni

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Giorno 2: Santa Maria Novella, Chiesa di San Lorenzo, Chiesa Santa Croce, Galleria dell’Accademia

Dopo un’abbondante colazione in hotel, iniziamo il nostro tour dalla Chiesa di Santa Maria Novella, una delle più belle della città, con la sua facciata in marmo bianco e verde (disegnata da Leon Battista Alberti) e la Cappella Tornabuoni (affrescata dal Ghirlandaio).

La tappa successiva è l’Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella, nel complesso conventuale di Santa Maria Novella, la farmacia storica più antica di tutta Europa.

Oltre 1700 mq suddivisi in sale, aree adibite a museo e a biblioteca, l’antica spezieria, la sagrestia (sala dove si conservavano le acque), l’angolo dei fiori e la tisaneria, dove i clienti possono degustare thè e tisane.

Imbocchiamo Via del Giglio e arriviamo a Piazza San Lorenzo, dove visitiamo la Chiesa di San Lorenzo e le Cappelle Medicee, quest’ultime ospitanti i membri della famiglia Medici.

Andando verso il Duomo, arriviamo a Piazza Santa Croce per visitare la Chiesa di Santa Croce, dove sono sepolti Michelangelo e Galileo.

Pranziamo al volo con una schiacciata e poi visitiamo la Galleria dell’Accademia, famosa per essere la sede della statua in marmo originale del David di Michelangelo!

Nel tardo pomeriggio, riprendiamo il treno e torniamo a Roma, stanchi ma felici del nostro week-end fiorentino.

 

 

Firenze in 2 giorni