Month: Ottobre 2022

Rigatoni con zucca e formaggio

Rigatoni con zucca e formaggio
Rigatoni con zucca e formaggio

Rigatoni con zucca e formaggio

Un primo piatto colorato e delicato, ideale da gustare per un pranzo veloce nei mesi freddi e soprattutto nel periodo che precede la famosa festa di Halloween. Rigatoni conditi con una purea di zucca e una spolverata di parmigiano grattugiato.. Cosa può esserci di più sfizioso da gustare in una fredda giornata?!? Io ho usato i rigatoni ma voi potete usare qualsiasi tipo di pasta (vi suggerisco della pasta corta, come le farfalle, le penne, ecc). Una ricetta facile, veloce, economica e ricca di gusto: cosa si può volere di più?!

 

Ingredienti:
80 gr di pasta (preferibilmente corta, come mezze maniche, ditali, penne, mezze penne)
160 gr di zucca
1 spicchio di aglio
1 rametto di rosmarino
1/2 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
Sale, pepe

 

Procedimento:
Pulire la zucca eliminando la buccia e i filamenti, quindi tagliarla a cubetti.
In una padella, rosolare uno spicchio d’aglio con un cucchiaio di olio poi aggiungere la zucca a cubetti e un rametto di rosmarino.
Sfumare con il vino bianco e mescolare con un cucchiaio di legno, poi aggiungere due bicchieri d’acqua e lasciar cuocere per una quindicina di minuti a fuoco basso, mescolando di tanto in tanto, e coprendo la padella con il coperchio.
Nel frattempo, riempire una pentola d’acqua e portarla a ebollizione per cuocervi la pasta.
Quando i dadini di zucca saranno sufficientemente morbidi, spegnere il fuoco, scolare la zucca e versarla nel recipiente di un minipimer per frullarla e ricavarne una purea (se non avete il minipimer, potete limitarvi a schiacciare i dadini di zucca con i rebbi di una forchetta, come si fa per le patate lesse).
Riversare la zucca in padella e condire con sale e pepe
Scolare la pasta al dente e versarla in padella per saltarla con la zucca.
Servire subito, aggiungendo una spolverata di parmigiano grattugiato.

Whoopie pies alla zucca

Whoopie pies alla zucca
Whoopie pies alla zucca

Whoopie pies alla zucca

Questi sono una variante dei motivi Whoopie pies americani al cioccolato, dove quest’ultimo ingrediente è sostituito dalla zucca. Una ricetta perfetta per la merenda di Halloween o, più in generale, per un dolce da servire nelle stagioni fredde.

Si tratta quindi di soffici dolcetti tondi farciti con una frosting di cream cheese a base di burro e  formaggio spalmabile Philadelphia. Mmmm che bontà!!

 
Ingredienti per 5 whoopie pies (10 biscotti):

85 gr di farina

85 gr di polpa di zucca lessata cotta

35 gr di burro

65 gr di zucchero di canna

1 uovo

1 bustina di vanillina

1 bustina di lievito per dolci

1 cucchiaino di cannella in polvere

1 cucchiaino di zenzero in polvere

1 cucchiaino di polvere di chiodi di garofano

Per il cream cheese frosting:

50 gr di philadelphia

25 gr di burro

125 gr di zucchero a velo

 

 

Procedimento:
Unire il burro con lo zucchero di canna per ottenere un composto diventa spumoso.
Aggiungere l’uovo, la vanillina, la cannella, lo zenzero, la polvere di chiodi di garofano e il lievito e continuare a mescolare.
Aggiungere infine la farina setacciata e la polpa di zucca lessata, mescolando bene per evitare la formazione di grumi.
Rivestire una teglia di carta forno e preriscaldare il forno a 180 gradi.
Inserire l’impasto in una sac a poche con un beccuccio da un cm e formare dei cerchi sopra la carta forno, lasciando abbastanza spazio tra i dischetti perché lieviteranno in cottura.
Cuocere gli whoopie pies per 15 minuti a 180° poi sfornarli e lasciarli raffreddare su di una gratella.
Nel frattempo preparare il frosting unendo in una ciotola il burro e il Philadelphia e, infine, lo zucchero a velo, mescolando bene per ottenere una crema densa.
Una volta raffredati, accoppiare i biscotti due a due formando una sorta di sandwich biscotto-cream cheese-biscotto.
Fare riposare i Whoopie pies alla zucca in frigorifero per almeno mezz’ora e poi divorarli!!

Menu di Halloween

Menu di Halloween
Menu di Halloween

Menu di Halloween

Oggi non potevo proprio esimermi dal preparare un menu particolare per questa festa “importata” dall’America. Il Menu di Halloween perfetto?? Chiaramente deve comprendere la zucca! E allora, guardate a cosa ho pensato: pepite di merluzzo su letto di zucca e, come dessert, un budino alla zucca con scaglie di nocciola. Un menu semplice ed economico, che ne dite??

Pepite di merluzzo su letto di zucca

Ingredienti per 1 porzione:

200 gr di zucca

1 filetto di merluzzo surgelato

2 cucchiai di pane macinato

1 uovo

sale, erba cipollina, paprika

1 cucchiaio di farina (per la panatura)

glassa di aceto balsamico (opzionale)

Procedimento:

Scongelare il merluzzo.

Nel bicchiere del mixer, unire il merluzzo, il pane macinato, il sale e tritare il tutto.

Aggiungere l’uovo, l’erba cipollina e impastare il tutto.

Con il composto ottenuto, formare delle piccole pepite, quindi passarle nella farina e poi adagiarle sul piatto crisp del microonde e cuocere alla max potenza per 5 minuti, funzione combi grill.

Nel frattempo, tagliare la zucca a dadini e rosolarla in padella con un filo d’olio, sale, erba cipollina e una spolverata di paprika.

Sistemare la zucca su un piatto formando un “letto” e disporvi al centro le pepite di merluzzo. Prima di servire, cospargere con la glassa di aceto balsamico.

Buon appetito!

Budino alla zucca con scaglie di nocciole

Ingredienti per 1 porzione:

200 g di zucca

2 cucchiai di zucchero (o dolcificante)

scaglie di nocciole q.b.

1 bicchiere di latte

1 cucchiaio di farina

cannella q.b.

Procedimento:

Sbucciare la zucca, tagliarla a cubetti e lessarla in acqua bollente per circa 10 minuti, fino a quando non sarà morbida, poi scolarla.

Frullare la zucca con un minipimer fino a ridurla a una purea.

Aggiungere il latte alla zucca poi versare il tutto in un pentolino, aggiungere un cucchiaio di farina e due di zucchero, e mescolare a fuoco lento (mescolare bene per evitare la formazione di grumi).

Aggiungere anche una spolverata di cannella e continuare la cottura mescolando. Non appena il budino inizia ad addensarsi, toglierlo dal fuoco e versarlo nel bicchiere (o in uno stampino monoporzione) e lasciarlo raffreddare in frigo per almeno 3 ore.

Prima di servire il budino, cospargerlo con le scaglie di nocciola (o con dei chicchi di cioccolato).

Buon dessert!

Week-end a Torino

Week-end a Torino
Week-end a Torino
Week-end a Torino

Con l’arrivo dell’autunno, vengono abbandonate le calde spiagge e le mete preferite per i week-end fuori porta diventano le città d’arte.

In questo articolo voglio raccontarvi cosa fare, vedere e mangiare in due giorni nella splendida Torino, città ricca di cultura, arte, storia e natura, grazie allo stupendo Parco del Valentino.

Week-end a Torino
Week-end a Torino

Week-end a Torino

Giorno 1: Museo Egizio, Mole Antonelliana, Piazza Vittorio

Arriviamo a Torino con un treno Italo da Roma: il viaggio è durato 4 ore e mezzo e siamo partiti all’alba (poco prima delle 6 del mattino) ma abbiamo dormito in treno e siamo arrivati in città a metà mattina.

Lasciamo gli zaini in hotel (abbiamo scelto un b&b vicino la stazione per il nostro Week-end a Torino, molto carino e pulito) e usciamo subito alla scoperta della città.

Un caffè è d’obbligo e pertanto ci fermiamo da Roma già Talmone, in Piazza Carlo Felice, storico bar pasticceria famoso per la produzione dei dolci della tradizione torinese, praline, cioccolatini e i classici Gianduiotti.

Caffè e cornetto stracolmo di cioccolata 2,50€, ottimo direi!

Carichi di energia, partiamo in direzione del Museo Egizio, fermandoci però prima in Piazza San Carlo, una delle piazze principali di Torino, caratterizzata dai portici, le le sue 2 chiese gemelle (la chiesa di Santa Cristina e la chiesa di San Carlo Borromeo) e la statua equestre di Emanuele Filiberto, Duca di Savoia.

Il tempo di scattare i selfie di rito e ripariamo alla volta del Museo Egizio, prima tappa del nostro week-end torinese, un museo tra i più grandi e importanti del mondo e secondo solo a quello del Cairo.

Il biglietto di ingresso costa 15€ + 2€ per la prevendita (in caso di acquisto online, come abbiamo fatto noi per evitare file).

Articolato su 4 piani, il museo conserva innumerevoli reperti ritrovati e portati in Italia da Schiapparelli, tombe, statue e templi che conquisteranno l’attenzione anche dei non appassionati alla cultura egiziana.

Usciti dal museo, passiamo davanti Palazzo Carignano (palazzo barocco del XVII secolo, oggi sede del Museo del Risorgimento) e troviamo a destra il Teatro Regio di Torino e, a sinistra, Palazzo Madama e poi Piazza Castello.

Proprio dietro il Palazzo Carignano, è possibile vedere la piazza Carlo Alberto, con la statua equestre di Carlo Alberto di Sardegna.

Essendo ora di pranzo, acquistiamo due piadine vicino Piazza Castello e le mangiamo camminando verso il Palazzo Reale di Torino.

Tornati in Piazza Castello, ci concediamo una lenta passeggiata sotto i portici, lungo via Po, tra caffè, bistrot e boutique di lusso, con una piccola deviazione su Via Montebello per andare alla Mole Antonelliana, da sempre il simbolo della città per eccellenza.

La Mole ospita il Museo Nazionale del Cinemail paradiso per gli amanti della macchina da presa come me.

Il biglietto costa 11€ + 1,50€ per la prevendita (per acquisti online) e fidatevi, non rimarrete delusi.

Visitare il Museo è una full immersion tra ricostruzioni di set famosi, cimeli, attrezzature di ogni epoca, ed esperienze interattive.

Come al solito quando ci si diverte, il tempo vola e, essendo quasi ora di cena, riprendiamo Via Po e arrivando fino a Piazza Vittorio, una piazza suggestiva perchè illuminata con lampioni impero con braccio a cornucopia progettati da Guido Ghidelli.

Attraversiamo il ponte per ammirare la chiesa della Gran Madre di Dio, costruita in onore di Vittorio Emanuele I, per la sua vittoria su Napoleone nel 1814.

In stile neoclassico, la chiesa ricorda il Pantheon di Roma e, secondo una leggenda, il Santo Graal sarebbe stato sepolto fuori dalla chiesa, tra le due statue che rappresentano la Fede e la Religione.

Torniamo in dietro e ci fermiamo per cena nei dintorni di Piazza Vittorio.

Innamorati della stupenda Piazza, ceniamo da Poormanger (Via Maria Vittoria 36/B), un locale unico nel suo genere, incentrato su politiche rivolte al consumo, ben arredato e con cucina a vista.

Il menu è incentrato sulle britanniche jacked potato, ovvero patate ripiene da accompagnare con antipasti, zuppe e dolci fatti in casa.

Non si può prenotare e non si paga il coperto.

Le patate ripiene costano dai 5€ ai 9,50€ l’una, a seconda del ripieno scelto, e per saziarvi ne basta una, magari da accompagnare con un tagliere di salumi e formaggi, o con un dolce di fine pasto.

Noi abbiamo speso meno di 15€ a testa e vi consiglio di assaggiare la patata con burrata, valeriana e pomodorini, molto buona e non troppo pesante.

Week-end a Torino

Giorno 2: Palazzo Reale, Cattedrale di San Giovanni Battista, Castello del Valentino

Iniziamo l’ultimo giorno del nostro Week-end a Torino con una ghiotta colazione da Farmacia del Cambio, in piazza Carignano, ex bottega di speziali aperta nel 1833 e diventata, nel 2014, pasticceria e ristorante stellato.

All’interno l’arredamento è rimasto quello dell’epoca con vetrine e scaffali in legno dove vengono esposti dolci freschi e di prima qualità.

Trovandoci in un luogo rinomato, non possiamo fare colazione con cornetto e cappuccino ma ci lasciamo tentare da un Bonet (il classico budino piemontese a base di cacao, liquore e amaretti) e una fetta di torta di nocciole.

Certo, la colazione non è stata proprio economica (quasi 15€) ma superiore alle aspettative.

La nostra prima tappa della giornata è la visita al Palazzo Reale, in Piazza Castello (biglietto 6€).

Costruito nel 1646, il Palazzo fu residenza reale fino al 1865; oggi è possibile visitare le varie sezioni del palazzo:

  • Gli appartamenti del re, con decorazioni lussuose dorate ovunque.
  • La Libreria Reale e i suoi 200,000 libri, tra cui figurano capolavori come l’autoritratto o il Codice sul volo degli uccelli di Leonardo da Vinci.
  • L’Armeria Reale e la sua impressionante collezione di cavalli imbalsamati con i loro cavalieri armati.
  • La galleria Sabauda, ​​che espone dipinti dal 14° al 20° secolo
  • I giardini reali (ingresso gratuito)

Il Palazzo è meraviglioso, talmente bello da lasciare a bocca aperta: per godersi tutto con calma servirebbero circa 2/3 ore ma noi, restando in città solo per due giorni, ci accontentiamo di una visita di poco più di 1 ora.

Usciti dal Palazzo, a lato, troviamo la Cattedrale di San Giovanni Battista, la chiesa principale di Torino, famosa per ospitare la sacra Sindone, la quale si dice abbia avvolto il corpo di Cristo.

La reliquia riposa sotto un sigillo a tenuta stagna ed è coperta da un lenzuolo, quindi non possiamo ammirarla.

Prendiamo un autobus che conduce fino alla zona dei Murazzi, il posto più vivace e giovanile della città, patria degli studenti piemontesi. Passeggiamo lungo Po e arriviamo all’Arco Monumentale dell’Arma di Artiglieria e poi, addentrandoci nel Parco, al famoso Castello del Valentino, oggi sede della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino.

Immerso nel verde del Parco del Valentino, per gli studenti di Architettura deve essere un piacere ogni volta recarsi in facoltà per seguire le lezioni.

Essendo domenica, non possiamo visitare il Castello ma ci limitiamo a scattare qualche foto e rilassarci nel Parco circostante mangiando due panini in un chiosco all’interno del parco.

Il Parco è bellissimo e ben tenuto, un polmone verde importante per la città, pieno di ragazzi, famiglie con bambini e persino scoiattoli che scorrazzano in cerca di cibo. Sembra quasi Central Park!

Arriviamo fino al Borgo medioevale, proprio all’interno del Parco e poi, a metà pomeriggio, riprendiamo il treno per tornare a Roma in serata.

Muffin al cappuccino

Muffin al cappuccino
Muffin al cappuccino

Muffin al cappuccino

I Muffin al cappuccino sono una variante dei classici Muffin americani: soffici e gustosi tortini lievitati, aromatizzati al caffè, ideali da mangiare a colazione, accompagnati da un bel caffè forte o una tazza di the.

Io adoro i muffin in tutte le varianti, dolci (alla frutta, ai cereali, al cioccolato) e salati (con salumi e verdure).

Questi tortini rappresentano un’ottima alternativa per una colazione genuina ma sfiziosa.

Il tocco in più? Aggiungete delle gocce di cioccolato fondente all’impasto e sentirete che bontà! Parola mia!

 

 

Ingredienti per 10-12 Muffin:

225 gr di farina 00

1 cucchiaio di cacao amaro in polvere

1 bustina di lievito per dolci

3 cucchiai di latte (io di soia, ma va bene anche il latte intero/parzialmente scremato)

1 uovo

2 cucchiai di caffè istantaneo solubile

85 gr di burro a temperatura ambiente

85 gr di zucchero di canna

200 ml di acqua

 

 

Procedimento:

Preriscaldare il forno a 180 gradi.

Tagliare il burro a dadini.

In un pentolino, unire il caffè solubile, il burro, lo zucchero di canna e l’acqua.

Cuocere per 5-6 minuti a fuoco lento, mescolando continuamente per far sciogliere lo zucchero.

Trascorso il tempo, spegnere il fuoco e trasferire il composto in una ciotola per farlo raffreddare.

Quando il composto sarà freddo, aggiungervi la farina setacciata, il cacao e il lievito, mescolando bene per evitare la formazione di grumi.

Aggiungere ora il latte l’uovo, quindi mescolare per amalgamare tutti gli ingredienti.

L’obiettivo è ottenere un composto liscio e privo di grumi.

A questo punto, se volete, aggiungete delle gocce di cioccolato fondente.

Versare il composto nei pirottini di carta sistemati su una teglia.

Cuocere in forno caldo per 15-20 minuti, o finché i Muffin non saranno gonfi e sodi.

Sfornare e far raffreddare prima di servire.

Servire i muffin freddi, accompagnati con ciuffi di panna fresca montata o cucchiaiate di Nutella.

I muffin si conservano in un contenitore ermetico per 3-4 giorni.

Dove mangiare indiano a Roma

Dove mangiare indiano a RomaDove mangiare indiano a Roma

La cucina indiana è una delle migliori al mondo, ricca di spezie, odori e colori: solo a guardare un piatto indiano, ci si sente di buon umore!

Pollo tandoori, pollo al curry, samosa, sono solo alcune delle specialità indiane.

Dove assaggiarle? Ecco a voi Dove mangiare indiano a Roma .

 

 

Krishna 13 (Via Foscolo 13)

Nei pressi di piazza Vittorio, Krishna 13 è senza dubbio il più famoso ristorante indiano di Roma.

Una location unica arredata in vero stile indiano con pareti dai toni caldi, tendaggi e profumi che richiamano l’India.

La filosofia del ristorante è il khamasutra of indian cooking, una kamasutra del mangiare, i titolari si occupano direttamente dei clienti mettendoli a loro agio, seducendoli e soddisfacendoli come un rapporto amoroso completo.

Il menu propone piatti tipici indiani preparati nel pieno rispetto della tradizione, con ingredienti freschi, spezie aromatiche, sapori intensi e pungenti.

Tra i piatti consigliati ci sono il  Aloo Gobi (patate e cavolfiori fritti con spezie a secco), il Pesce al Curry e il Pollo Hyderabadi, preparato con yogurt, cipolle, curry, limone, zafferano e curcuma, e accompagnato da riso basmati e un chutney di menta e labaneh, è il comfort food di cui vorreste innumerevoli piatti, uno dietro l’altro.

I prezzi sono bassi rispetto alla qualità dei piatti e all’abbondanza delle porzioni servite: in due persone spenderete 20-25 euro per un pasto completo (bevande incluse!).

 

Jaipur (Via di S. Francesco a Ripa 36)

A Trastevere, Jaipur propone la vera cucina dell’India nord-occidentale con piatti cucinati nel forno tandoori tradizionale, una vera rarità!

Anche se il locale non spicca per l’arredamento (leggermente datato), si respira un’atmosfera accogliente e ci si sente rassicurati dalla bontà dei piatti visto che molti commensali sono proprio indiani.

Nel menu Malai Tikka, Jira Aloo (patate al cumino), il Jaipuri Murgh, pollo al curry con burro chiarificato e altri piatti di carne e verdure.

Oltre al menu alla carta, ci sono 2 menu degustazione, uno vegetariano e l’altro misto, proprio per facilitarvi la scelta in fase di ordine.
Roti e naan, i tipici pani, sono imperdibili, così come il Malai Tikka (pollo marinato con salsa di anacardi e spezie) e il Baighan Bartha (purea di melanzane speziate).

Lasciate un po’ di spazio nella pancia per il dessert: il kheer (crema di risolatte) è fenomenale e gelato al pistacchio e mandorle è semplicemente superlativo.

Con circa 25 euro a testa potrete mangiare fino a sazietà.

 

Maharajah (Via dei Serpenti 124)

Nel quartiere Monti, Maharajah deve la sua fama ai Samosa, i triangoli di pasta di farina o pasta fillo che racchiudono con patate e piselli.

Menzione speciale, tra gli antipasti, al formaggio fresco ricoperto di farina di ceci.

Nei piatti principali non si può non menzionare il Garlic Chicken Tikka, pollo disossato e cotto sul carbone e il Pollo Tikka Masala, fatto con una segreta ricetta di spezie e erbe orientali fresche come il coriandolo.

Tra i dolci consiglio il firni (crema di riso al latte) e halwa gajar ka (un dolce fatto con farina di carote).

E ancora, pollo, agnello, ceci, lenticchie, curry che lo staff tiene a spiegare da quale zona dell’India provengono.

Un piccolo viaggio nell’affascinante India, attraverso i piatti e le parole delle persone affabili che li servono.

 

Himalaya’s Kashmir (Via Principe Amedeo 325/327)

All’Esquilino, un ristorante in pure arredo indiano, dove tutti i piatti sono preparati al momento nel rispetto dell’autentica tradizione culinaria indiana.

Il menu propone sia piatti della cucina indiana sia di quella pakistana, adatti anche a vegetariani e celiaci.

Tra le specialità vanno segnalati il Pollo Tandoori e il Pollo al Curry, da accompagnare con caldo Naan Chapati (il pane indiano), samosa, purè di melanzane, zuppe e altri piatti.

Buoni anche i piatti di pesce come il Gamberi mughali (Gamberi cotti con pomodoro e mandorle) e il Gamberi Korma (Gamberi cotti con yogurt e pasta di mandorle).

Quanto ai dolci, oltre alla classica crema di riso al latte, consiglio il Suji Halwa, le polpette di sesamo dolce, una bella scoperta.

Il conto totale non supera più di 20€ a testa per un pasto completo.

 

Indian Affairs (Via Palermo 6/B)

Gli arredi un po’ Bollywood con grandi elefanti d’argento e porte dorate, le portate servite in pentolini di rame e la bontà eccelsa dei piatti, fanno di Indian Affairs uno dei migliori ristoranti indiani di Roma.

Qui nulla è lasciato al caso e anche le spezie sono sapientemente combinate in modo da non risultare aggressive al palato e tantomeno stucchevoli.

Il piatto forte è l’abbacchio marinato in salsa yogurt naturale con spezie fresche e insalata Tandoori, come anche i gamberi cucinati sul carbone marinati con spezie indiane.

Fantastico il pollo al curry di madras, pollo piccante insaporito con la più famosa spezia indiana, da accompagna con pane caldo cotto rigorosamente nel forno tandoori.

Per finire, crema di riso al latte con pistacchio.. cosa volere di più?

Indian Affairs è la scelta giusta per chi vuole provare (anche per la prima volta) la cucina indiana, assaggiando i sapori autentici e senza spendere una fortuna.

Whoopie pies

Whoopie pies
Whoopie pies

Whoopie pies

I whoopie pies sono dei deliziosi dolcetti americani il cui nome deriva da una canzone (“Makin’ Whoopee“) del 1928, scritta per il musical “Whooppee!” e intonata da cantanti jazz.
“Makin’ Whoopee” significava “fare l’amore” ed era un’espressione usata per aggirare la censura molto rigida tipica degli anni ’20.
Si tratta quindi di soffici biscotti tondi al cioccolato farciti con un frosting di cream cheese a base di burro e formaggio spalmabile Philadelphia.

Mm mm che bontà!

 

Ingredienti per 5 whoopie pies (10 biscotti):

85 gr di farina 00

35 gr di burro

65 gr di zucchero di canna (va bene anche il semolato, a vostra scelta)

1 uovo

1 bustina di vanillina

25 ml di latte (intero o scremato, in base ai vostri gusti)

1 bustina di lievito in polvere per dolci

20 gr di cacao amaro in polvere

Per il cream cheese frosting:

50 gr di philadelphia

25 gr di burro

125 gr di zucchero a velo

 

 

Procedimento:
Unire il burro con lo zucchero di canna per ottenere un composto diventa spumoso.
Aggiungere l’uovo, la vanillina e il lievito e continuare a mescolare.
Aggiungere infine il latte e la farina setacciata mescolando bene per evitare la formazione di grumi.
Infine aggiungere anche il cacao amaro mescolando bene per amalgamarlo.
Rivestire una teglia di carta forno e preriscaldare il forno a 180 gradi.
Inserire l’impasto in una sac a poche con un beccuccio da un cm e formare dei cerchi sopra la carta forno, lasciando abbastanza spazio tra i dischetti perché lieviteranno in cottura.
Cuocere gli whoopie pies per 15 minuti a 180° poi sfornarli e lasciarli raffreddare su di una gratella.
Nel frattempo preparare il frosting unendo in una ciotola il burro e il Philadelphia e, infine, lo zucchero a velo, mescolando bene per ottenere una crema densa.
Una volta raffreddati, accoppiare i biscotti due a due formando una sorta di sandwich biscotto-cream cheese-biscotto.
Farli riposare in frigorifero per almeno mezz’ora e poi divorarli!!

Fettuccine alla papalina

Fettuccine alla papalina
Fettuccine alla papalina

Fettuccine alla papalina

Come poteva un cuoco degli anni ’50 rifiutarsi di preparare per il Papa Pio XII una “carbonara più delicata” e non chiamarla “alla papalina”?!?

Ecco la storia di questo piatto, fettuccine con prosciutto crudo, parmigiano grattugiato e tuorlo d’uovo, ma che molti realizzano aggiungendo panna, funghi champignon, formaggio pecorino, prosciutto cotto e piselli primavera (come ho fatto io).
Vi consiglio di utilizzare la pasta fresca all’uovo, tanto per rimanere fedeli alla ricetta originale, ma, in mancanza delle fettuccine, potere usare tonnarelli o tagliatelle, purché all’uovo!
Un primo piatto sfizioso, economico e raffinato poiché degno della bocca di un Papa, ideale per un pranzo fugace o da servire ai vostri ospiti insieme ad un bel calice di vino bianco secco.

Ingredienti per una porzione:

70 gr di fettuccine all’uovo
2 fette di prosciutto crudo
20 gr di burro a temperatura ambiente
40 gr di piselli primavera surgelati
1/4 cipolla
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 uovo
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
Sale, pepe nero

Procedimento:

Tritare finemente la cipolla.
Tagliare le fette di prosciutto crudo a striscioline.
In una padella, rosolare la cipolla tritata con un cucchiaio di olio extravergine di oliva e il burro, poi aggiungere i piselli primavera.
Salare, mescolare e cuocere a fiamma bassa, coprendo la padella con il coperchio.
Quando i piselli saranno morbidi, aggiungere le striscioline di prosciutto crudo, mescolare e far saltare per qualche minuto, fino a quando il prosciutto sarà leggermente croccante.
In una ciotola, sbattere l’uovo con il parmigiano grattugiato, un pizzico di sale e una spolverata di pepe nero.
Riempire una pentola d’acqua e portarla a ebollizione per cuocervi la pasta.
Scolare le fettuccine al dente e versarle in padella per saltarle insieme al condimento.
Spegnere la fiamma, versare l’uovo sbattuto sulle fettuccine e mescolare bene per amalgamare gli ingredienti.
Servire le fettuccine ben calde, magari aggiungendo un ulteriore spolverata di parmigiano.

Pasta alla vodka

Pasta alla vodka
Pasta alla vodka

PASTA ALLA VODKA

Quando una mia amica all’università mi ha invitato a pranzo a casa sua proponendomi le “pennette alla vodka”, sono rimasta inizialmente un po’ perplessa: che sapore poteva avere una pasta condita con il liquore??

E poi, come al solito, il risultato finale mi ha conquistata al primo assaggio!

La pasta alla vodka era un piatto molto in voga negli anni ’70-’80, a base di vodka, panna, pancetta (io ho usato la pancetta a fette ma voi potete usare quella già tagliata a cubetti) e pomodoro.

Io, come da tradizione, ho scelto le pennette come pasta, ma voi potete optare per qualsiasi altro tipo di pasta purché corta (es. farfalle, fusilli).

Una ricetta facile e veloce per un simpatico primo piatto che non si cucina tutti i giorni, e quindi perfetto da servire ai vostri ospiti per una cena vintage, magari accompagnata da un antipasto di salumi.

Ingredienti:

80 gr di pasta corta (pennette, farfalle, fusilli)
1/2 bicchiere di vodka
2 fette di pancetta dolce (o di pancetta dolce a cubetti confezionata)
100 ml di passata di pomodoro
100 ml di panna da cucina
1/2 cipolla
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
Sale, peperoncino macinato

Procedimento:

Riempire una pentola d’acqua e portarla a ebollizione per cuocervi la pasta.
Tagliare la pancetta a striscioline sottili (se usate la pancetta a cubetti, saltate questo passaggio).
Tritare finemente la cipolla e rosolarla in padella con un cucchiaio di olio extravergine di oliva.
Quando la cipolla comincerà a dorare, aggiungere la pancetta in padella e farla imbiondire.
Sfumare con la vodka.
Aggiungere la passata di pomodoro, la panna da cucina, un pizzico di sale e una spolverata di peperoncino, quindi mescolare con un cucchiaio di legno e cuocere per qualche minuto a fiamma media.
Scolare la pasta al dente e saltarla in padella con il sugo.
Servire subito.

Polpette alle tre carni

Polpette alle tre carni
Polpette alle tre carni

Polpette alle tre carni

Una ricetta facile per delle polpette speciali poiché a base di tre carni: manzo, maiale e pollo! Quel che si dice “riciclare gli avanzi con maestria”: un trionfo di sapore!!

Polpette morbide e delicate, che possono essere servite come secondo piatto, naturalmente accompagnate da qualche fetta di pane per fare la cd. scarpetta con il sugo, oppure possono essere usate per condire un bel piatto di spaghetti (come fanno gli americani). Che ne dite??

 

Ingredienti:

300 gr di macinato di manzo, pollo e maiale

500 ml di salsa di pomodoro

1/2 cipolla

2 cucchiai di olio extravergine di oliva

2 uova

Qualche foglia di prezzemolo fresco

2 cucchiai di parmigiano grattugiato

1 cucchiaio di pangrattato

Farina q.b.

Sale, pepe

 

 

Procedimento:

Tritare finemente la cipolla.

In un tegame, rosolare la cipolla con due cucchiai di olio extravergine di oliva.

Aggiungere la salsa di pomodoro e cuocere a fuoco basso.

In una ciotola, unire le tre carni macinate, le uova, il pangrattato, qualche foglia di prezzemolo tritato, il parmigiano grattugiato, una spolverata di pepe e una di sale.

Impastare con le mani per amalgamare bene gli ingredienti.

Formare delle polpette ben sode e adagiarle su un piatto.

Cuocere le polpette nel tegame con la salsa di pomodoro per 15-20 minuti.

Mescolare di tanto in tanto, per evitare che il sugo si attacchi alle pareti del tegame.

Rigirare le polpette più volte, per farle cuocere su tutti i lati.

Servire le polpette ben calde, aggiungendo qualche foglia di prezzemolo.