Pancia di agnello CBT e fragole

Primavera periodo di asparagi, erbe spontanee, ma soprattutto di fragole, che in questa ricetta ho abbinato ad un taglio di agnello che normalmente non si trova sul banco del macellaio: la pancia.

Si tratta di una porzione di carne molto succulenta, non grassa come quella di maiale, ma saporitissima, sottile ed estremamente versatile, a tal punto da poter essere valorizzata sia con cotture veloci come alla piastra o sulla griglia, che con altre cotture lente a bassa temperatura come la CBT.

Ricetta facile e con abbinamenti azzeccati, perchè non provarla?

A questo piatto abbiamo abbinato la canzone “As it was” di Harry Styles:

Ingredienti per 4 persone:

600g di pancia di agnello

100g di pistacchi al naturale, tritati

6 fragole

olio evo

q.b. Acino Bianco

q.b. sale

1 rametto di mirto

Preparate il giorno prima il sacchetto sottovuoto con l’agnello ed il rametto di mirto tritato e massaggiato sulla parte interna della pancia, fate riposare in frigorifero una notte ed estraetelo almeno 2ore prima della cottura. Preparate il bagno termostatato (se non disponete del roner potete cuocere la sacca sottovuoto in acqua calda controllando spesso la temperatura) ed impostate una temperatura di 60° per 1,5 ore per una cottura media.

Tostate i pistacchi tritati ed affettate il più sottile possibile le fragole, trascorsi i 90 minuti levate dal bagno termostatato l’agnello, raccogliete i suoi sughi in un pentolino e riducete il liquido fino ad ottenere una consistenza più densa.

Scaldate una padella antiaderente, spennellate con una miscela 1:1 di olio evo e Acino Bianco e ponete la carne sulla padella calda, fate ben dorare la superficie della pancia ed impiattate.

Alla ricetta abbiamo abbinato il riserva cannonau “Barrosu” della cantina Montisci, che in rete viene descritto “veste rubina che vira verso il granato. Il naso è francamente spiazzante ed emozionante per la varietà di suggestioni che propone e per la capacità di restituire senza esitazioni il proprio luogo d’origine: il mirto, il finocchietto, l’elicriso e la salsedine si fondono in un quadro sontuoso e di grandissimo impatto. Il sorso non è da meno, totalizzante per capacità di conquistare il palato in virtù della sua potenza debordante. “