Il Peperoncino!

Il peperoncino è originario dell’America Centrale, più precisamente del Messico, nella valle del Tehuacan, dove venne conosciuto e consumato per la prima volta attorno al 5000 a.C.

In Europa arrivò soltanto nel 1492, grazie a Cristoforo Colombo che gli diede il nome “pimento”, anche se nel Sud America veniva chiamato “Aji”.

Alvaro Diego Chanca, un medico della seconda spedizione di Colombo, fu il primo occidentale a scoprire il suo sapore piccante.

 Non commetteremo però l’errore di attribuire il merito al famoso esploratore circa proliferazione di questo “frutto” in tutto il resto del mondo; il merito va ai Portoghesi, che lo trasportarono ovunque grazie alle loro rotte commerciali.

Fu invece il botanico italiano Pier Andrea Mattioli a descrivere il peperoncino come una pianta comune, dando erroneamente il nome “pepe d’India” o “pepe cornuto”.

In cucina il peperoncino veniva inizialmente utilizzato come pianta ornamentale, per poi diventare anche un alimento, prima utilizzato dai contadini per insaporire i loro piatti e successivamente utilizzato come conservante grazie alle sue proprietà disinfettanti.

Nel 1931, grazie a Filippo Tommaso Marinetti, questo alimento fece il suo debutto nelle tavole dell’alta società, mentre nel 1983 troviamo la prima ricetta degli “spaghetti aglio, olio e peperoncino” nel libro “Gentiluomo” scritto da Livio Cerini.

 

Varietà:

Al mondo esistono circa 3.000 varietà, vediamone alcune, indicate in base al grado di piccantezza nella scala Scoville,

dal più basso al più alto:

  • Peperone dolce, Pimento, Paprica dolce (0 – 100 SHU)
  • Mexican Bell, Cherry, Peperone, Paprica, Peperoncino sigaretta (100 – 1.000 SHU)
  • Ancho, Anajeim, Espanola (1.000 – 1.500 SHU)
  • Sandia, Cascabel (1.500 – 2.500 SHU)
  • Mirasol, Chipotle, Cherry Bomb, Pimiento de Padron (2.500 – 5.000 SHU)
  • Serrano, Jalapeno (5.000 – 15.000 SHU)
  • Calabrese, Mini Topepo (15.000 – 30.000 SHU)
  • Aji Amarillo, Cayenna, Tabasco (30.000 – 50.000 SHU)
  • Scotch Bonnet, Rocoto, Thai Pepper (50.000 – 100.000 SHU)
  • Habanero Red savina, Indian Tezpur (350.000 – 855.000 SHU)
  • Bhut Jolokia (876.000 – 970.000 SHU)
  • Naga Morich, Naga Dorset (855.000 – 1.041.427 SHU)
  • Trinidad Scorpion Moruga, Naga Viper, Komodo Dragon Chili (1.067.286 – 2.000.231 SHU)
  • Carolina Reaper (2.000.000 – 2.200.000 SHU)

Proprietà:

Il peperoncino è un’ottima fonte di vitamine, contiene infatti vitamina A, C ed E, con proprietà antiossidanti, ottime per proteggere il nostro sistema immunitario, il sistema visivo e il nostro apparato digerente.

Ottima fonte di carotenoidi, che oltre a conferire al frutto il noto colore rosso, ci aiutano a proteggerci da diverse patologie.

La capsaicina contenuata, prodotta da alcune piante come elemento di difesa, oltre a conferirgli piccantezza ha funzione analgesica, antinfiammatoria e disinfettante, utilissima soprattutto per l’apparato digerente e il sistema immunitario. 

L’utilizzo della capsaicina è molto frequente soprattutto per alleviare alcuni dolori, come mestruazioni, mal di denti e dolori muscolari; utile anche per prevenire alcune malattie oncologiche più diffuse.

Il peperoncino viene impiegato anche nelle diete per ridurre il grasso addominale e conseguentemente per la perdita di peso, aiutando anche a regolarizzare i livelli di colesterolo, trigliceridi e glucosio.

infine, il consumo di questa pianta aiuterebbe anche a diminuire il rischio di ischemie, oltre a ridurre la pressione sanguigna.

 

Controindicazioni:

In caso di gastrite o reflusso se ne sconsiglia l’uso, evitando di aggravare la situazione. È altresì sconsigliato l’uso eccessivo e continuativo.

 

Curiosità:

Molti pensano che per calmare il bruciore prodotto dal peperoncino si debba bere acqua, ma è ormai noto che per fare ciò sarebbe meglio mangiare del pane o bere del latte.

Nella medicina Cinese, questo frutto è un ottimo rimedio contro la depressione, l’inappetenza e i cali metabolici.

Nell’antichità, in Perù, il peperoncino era utilizzato come mezzo di scambio. Le bacche senza picciolo e senza semi erano chiamate “guaine” e venivano usate nei mercati come moneta.

Nelle Tribù Indiane questo frutto era considerato un talismano portafortuna, e ancora oggi in Calabria e Abruzzo è tradizione appendere corone di peperoncini in casa per allontanare il malocchio e i nemici.