I tratti distintivi del pitone tradizionale sono la morbidezza dell’impasto, la panatura dorata ed il ripieno ricco di ingredienti locali. Il rustico nasceva dalla tradizione della cucina più povera messinese, quando con la rimanenza della pasta del pane venivano fritte queste piccole mezzelune con pezzi di formaggio pomodori e scarola riccia.
Pare infatti che la differenza di pronuncia questa volta non riguardi la distanza geografica ma una diversa accezione dell’origine del nome. Secondo alcuni, il termine “pitone” sarebbe da ricondurre ad un personaggio della mitologia greca, Pitone appunto. Un drago-serpente che prima di essere ucciso da Apollo custodiva l’oracolo di Delfi.
Sempre seguendo il filone greco, altri ricollegano il “pitone” alla celeberrima “pita”.
Secondo alcuni il nome originario del manicaretto siciliano era “pidone”, da “pede” (piede), ovvero “calza di lana” o “soletta”. Proprio come nella metafora tra “calza” e “calzone” (quello buono che prendiamo in rosticceria), anche il termine “pidone” indicherebbe una sorta di focaccia ripiena. Da “pidone” si sarebbe arrivati poi a “pitone”, perdendo quindi il significato etimologico del termine e seguendo la tendenza del dialetto siciliano a far pronunciare la t al posto della d.
Sono semplici da realizzare, dall’impasto sottile e sfogliato e senza lievito farcito con formaggio filante scarola riccia, pomodoro e acciughe. Il condimento dei Pidoni è uguale a quello della Focaccia messinese un’altra bontà assoluta della cucina siciliana. Se volte la variante pugliese allora dovete realizzare i Panzerotti Pugliesi calzoni buonissimi ripieni di salsa e mozzarella.
Ingredienti
450 g di farina 00
250 g farina di semola rimacinata
1 cucchiaio e mezzo di olio d’oliva
300 ml circa acqua
1/2 cucchiaio di sale
un pizzico di zucchero o un cucchiaino di miele
2 cucchiai e mezzo di birra o vino
1 cespo di scarola riccia
12 pomodorini
200 g pepato fresco o tuma
200 g formaggio filante
6 acchiughe sott’olio
pepe in polvere
sale q.b
1,5 L di olio di arachidi per la frittura.
Preparazione
Preparate il ripieno cominciando a sciacquare bene la scarola; tagliatela poi a pezzettini. Avvolgetela in un canovaccio e asciugatela deve essere completamente asciutta e priva di acqua. Fatelo il giorno prima e mettetela in frigo.
Lavate anche i pomodori, tagliateli a pezzi piccoli e toglietevi l’acqua e i semi. Metteteli a scolare bene.
Aggiungete i pomodori alla scarola all’interno di uno scola pasta. Condite il tutto con olio, sale e pepe e lasciate scolare l’acqua in eccesso meglio se per qualche ora.
Preparate a parte i due tipi di formaggio a cubetti e le acciughe spezzettate.
Procediamo con l’impasto.
Potete impastare a mano o con l’impastatrice.
Miscelare le due farine ed aggiungere un pizzico di zucchero o un cucchiaino di miele. Aggiungete l’acqua tiepida, il vino e il sale e continuate ad impastare.
Una volta ottenuto un buon impasto, unite l’olio d’oliva e continuate a lavorare.
Se l’impasto risulterà troppo duro potete aggiungere un pochino di acqua.
Ricoprire con un panno umido o con della pellicola trasparente e lasciate riposare per un’oretta.
Infarinate il piano di lavoro e dividete l’impasto in 12-13 palline di circa 85 g ognuna.
Con il mattarello e stendete uno ad uno i dischi di pasta.
Adagiate su ognuno la scarola ed il pomodoro, le acciughe ed i cubetti di formaggio.
Ripiegate i dischetti ben pieni di condimento su sé stessi e chiudeteli, sigillando i bordi con una forchetta o con le dita delle mani.
Fate scaldare una pentola con dell’olio di arachidi alla temperatura di 180 gradi circa ed immergete i pidoni.
Una volta fritti metteteli in un piatto foderato di carta assorbente e servite ben caldi.
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