Ravioli ladini Cajincì te ega – cancì

Ravioli ladini Cajincì te ega – cancì

Come? Una ricetta con l’uovo e il burro? Si questa volta si. Ho voluto riproporre una classica ricetta della cucina ladina i Ravioli ladini Cajincì te ega – cancì. Perché?

Perché proprio questo mese  l’AIFB per il Gran tour d’Italia tocca il Trentino Alto Adige, regione a cui sono molto affezionata da appassionata di montagna. Il Trentino confina con il mio Veneto e appena posso scappo a riempire occhi e spirito di boschi, valli e cime trentine.

Voglio proporre proprio un piatto della cucina ladina, potete trovarla  anche nell’articolo che ho scritto proprio per il tour: La cucina ladina delle valli e dei rifugi ,  vi invito a leggere se volete conoscere le storie, tradizioni e piatti tipici delle  cinque valli ladine.

Come prima ricetta ladina ho scelto proprio questi Ravioli ladini Cajincì te ega – cancì, mezzelune tirolesi così famose e tipiche.

Appositamente non ho voluto variare nulla dalla ricetta originale dei cajinci te ega, si parla di storia e tradizione di montagna, così era la ricetta e così ve la passo.

Dalle mie ricerche  ho scovato però anche una variante veg che proverò quanto prima: preparando una sfoglia senza uova,  togliendo il  burro nell’impasto e sostituendo il parmigiano e burro fuso finale con semi di papavero frullati con poco zucchero di canna.

La caratteristica più importante di questi Ravioli ladini Cajincì te ega – cancì è proprio la farina di segale  usata nella sfoglia del raviolo.

La segale è un cereale antico che andrebbe rivalutato. Naturalmente va sempre scelta una farina di segale macinata a pietra certificata bio. La caratteristica principale della segale è che contiene meno glutine del frumento, è ricca di lisina, ricca di pentosani, sostanze molto importanti per la nostra salute. Inoltre la farina di segale ha un indice glicemico basso, ricca di fibre che ci saziano a lungo.

La segale contiene minerali come fosforo, potassio, magnesio, calcio, zinco, rame, manganese e ferro. Vitamine PP, E, B5, B1, B6

Il sapore della segale ricorda proprio la montagna, il pane nero, quel sapore tipico di buono. La farina di segale ricorda anche nel colore il rustico del legno, del naturale, dell’antico e sano. Un insieme di profumi e sapori che solo la cucina di montagna sa dare.

Inviterei a tavola fate e folletti elfi e gnomi delle valli ladine, per farmi raccontare da loro le leggende e favole di quei luoghi magici e sentire cosa ne pensano di questi Cajincì te ega.

 

 

  • Preparazione: 30 Minuti
  • Cottura: 15 Minuti
  • Difficoltà: Medio
  • Porzioni: 4 persone

Ingredienti

Ingredienti pasta

  • 100 g farina tipo 2 bio
  • 150 g farina di segale bio
  • 50 ml acqua tiepida
  • 1 uovo bio
  • 1 cucchiaio olio extravergine d oliva
  • q.b. Sale

Ingredienti ripieno

  • 150 g spinacini al vapore
  • 100 g ricotta di malga
  • 50 g scalogno tritato fine
  • 1 cucchiaio burro di malga
  • 1 cucchiaio Erba cipollina
  • q.b. Sale
  • q.b. Noce moscata
  • q.b. Pepe
  • q.b. Trentin grana
  • q.b. burro fuso
  • q.b. Semi di papavero

Preparazione

  1. Naturalmente la sfoglia da pasta tirata a mano è eccezionale, ma visti i tempi sempre risicati, ottima alternativa la macchina da pasta, chiamata nonna papera.

    Per prima cosa setacciate assieme la farina di segale con quella di tipo 2 con un pizzico di sale.  Su  un piano di lavoro versate la farina e fate la solita fontana dove aggiungerete piano l’uovo e poca acqua intridendo bene con una forchetta. Poi mettereci le mani aggiungendo acuqa poco alla volta fino ad avere un impasto liscio e omogeneo.

    Riponete la pasta in una terrina, coprite con pellicola e lasciatela riposare a temperatura ambiente per circa mezz’ora.

    Nel frattempo preparate l’impasto:  Ripassate in padella gli spiancini cotti al vapore,  stufando con un pochino di scalogno tritato. Spegnete e dopo qualche minuto unite la ricotta, sale, pepe, noce moscata ed erba cipollina.  Trasferite in frigorifero a raffreddare.

    Riprendete la pasta, tagliatela a pezzi, lasciando l’altra coperta. Stendete prima con il matterello infarinando un poco e poi passatela nella macchina taglia pasta fino ad ottenere lo spessore desiderato. Fate questo poco alla volta, spendendo le  le striscie e con un coppapasta rotondo da 7/8 cm. ritagliate tanti tondi.

    Riprendete l’impasto e mettetene un cucchiaino al centro di ogni cerchio e chiudete a mezzaluna premendo bene per sigillare i bordi.
    Fate bollire dell’acqua, salate e tuffateci le mezzelune ladine, scolateli dopo cinque minuti, la cottura dipende da quanto è sottile la pasta.

    Spolverate di parmigiano e serviteli con burro di malga fuso e semi di papavero.

Note

Consigli: Non lasciate seccare i cerchi di pasta fresca da farcire, se succede, date una pennellata d’acqua nella circonferenza dove va chiusa, così si sigilla di nuovo bene.

Un’altra eccellente ricetta ladina? La trovate nel blog: La zuppa d’orzo panicia!

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