I biscotti di Garibaldi alla mia maniera

Oggi parliamo de i biscotti di Garibaldi alla mia maniera. Sinceramente neanche io sapevo che questi particolari biscottini  si chiamassero proprio biscotti Garibaldi.

Le gallette di uva passa erano il dessert preferito da Garibaldi e grazie a lui, in Inghilterra da 150 anni li gustano mentre in Italia ben pochi li conoscono. Ecco i Garibaldi biscuits, come vennero poi chiamati. Nel 1854 l’eroe dei due mondi arrivò in visita a Tynemouth nel nord-est dell’Inghilterra e per festeggiarlo, un produttore di biscotti scozzese, su istruzioni di Garibaldi, creò questi dolcetti. Dal 1861 furono poi commercializzati da Peak Freans, ottennero molto successo sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. Leggevo che sono così famosi che fanno parte di aneddoti usati anche nelle piece teatrali.

Non potevo non riproporli perchè anche io come il grande eroe dei due mondi amo i dolci semplici, senza zuccheri aggiunti, con frutta secca.RICETTA VEGAN. Naturalmente alla mia maniera, senza lattosio e proteine animali.

 Il Generale – scrive Paolo Paci – “era un personaggio particolare anche a tavola: astemio (nonostante avesse scelto di sbarcare a Marsala), era goloso di quei prodotti semplici ed essenziali, tipici del territorio”. Spazio dunque a formaggio e pecorino, o a zuppe rustiche di verdure e legumi.

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Sovente d’ estate, il suo menu era vegetariano: adorava i carciofi, cotti, crudi e soprattutto in frittata; le insalate di erbe selvatiche e i ravanelli; si preparava personalmente una sorta di “condigion” di pomodori, acciughe e basilico e magari olive in salamoia. Non consumava quasi mai le prede di caccia (pernici, tordi e beccacce) cui provvedeva il figlio Menotti e aveva proibito di sparare agli uccellini. Visto che non beveva quasi mai il vino, che cosa beveva il Generale? Il caffè (con i cui fondi si scuriva la barba: debolezza d’ un vecchio rubacuori) era fisso dopo ogni pasto, gradiva il the e, alla maniera argentina, il “mate” succhiandolo con l’ apposita cannuccia dalla zucchetta. Combatteva la sete con l’ orzata preparata con le “sue” mandorle personalmente dalla moglie. Alla figlia Clelia quasi adolescente faceva mangiare la manna di cui aveva alcuni alberi. Era comunque, anche a tavola, di gusti spartani: mangiava un piatto solo, parcamente. Racconta la figlia che però godeva a tavola della felicità degli altri. gli appennini e le ande Il menu garibaldino: Pesto e canestrelli, carne alla brace alla moda argentina, bouillabesse provenzale fave e pecorino è il piatto che il generale nel racconto della figlia Clelia offrì ad alcuni ospiti a Caprera.

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I biscotti di Garibaldi alla mia maniera

Ingredienti de i biscotti di Garibaldi alla mia maniera

  • 100 g di farina di tipo 2 macinata a pietra bio
  • 120 g di uvetta sultanina bio
  • 20 g olio extravergine delicato
  • 1 cucchiaio di zucchero di canna
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci biovegan
  • 50 g di latte di mandorle
  • un pizzico di sale

Preparazione

  1. Accendete il forno a 190 gradi
  2. Lavate bene e fate ammollare in acqua per qualche minuto l’uvetta, strizzatela bene.
  3. Passatela al frullatore per renderla a piccoli pezzettini e mettete da parte.
  4. In una terrina preparate una frolla con la farina e mescolandoci l’olio finchè avrete delle briciole e poi unendo il cucchiaio di zucchero, pizzico di sale e lievito e il latte di mandorle a filo, dovrete ottenere un impasto elastico e morbido, tanto  da fare una palla di pasta frolla.
  5. Trasferitelo su carta forno e con un altro foglio di carta sopra tiratelo più sottile possibile in un rettangolo.
  6. Spalmate sopra solo su metà l’uvetta tritata, ricoprite con l’altra metà, poi con un taglia pasta formate tanti rettangolini tipo ravioli  di cm. 3×6 –  Staccateli delicatamente
  7. Trasferiteli sulla teglia, spolverizzate ancora con un pizzico di zucchero di canna e fateli cuocere in forno per 12/15 minuti fino a doratura.

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Note: Nella ricetta originale si usa il burro, il latte vaccino e la chiara d’uovo che io non ho usato. Se non si vuole usare il burro di soia, si può sostituire con olio delicato nella stessa quantità. Non ne vengono molti con questa dose, circa 18 biscottini, raddoppiate tranquillamente la dose, tanto spariscono. Si conservano in scatole di latta per parecchi giorni.

Fonti:

http://starbooksblog.blogspot.it/
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/06/23/buon-appetito-garibaldi-alla-tavola-dei-due.html

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8 Risposte a “I biscotti di Garibaldi alla mia maniera”

  1. Ciao Daniela fatta e postata anche sul mio blog, ho però apportato qualche modifica ;P Ti ho anche citata nel post. Buona giornata. Lara

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