Grissini alla canapa sativa la pianta del futuro
Il mese scorso ho avuto la fortuna di poter assistere ad una presentazione del libro Il filo di canapa della giornalista Chiara Spadaro. Questo libro parla di canapa che io sempre più spesso uso in cucina.
L’ultima ricetta che ho preparato sono appunto questi grissini alla canapa sativa.
Con la canapa si potrebbero salvare ogni anno centinaia di milioni di alberi, produrre ogni tipo di tessuti, fabbricare carburanti, materie plastiche e vernici non inquinanti. Con i semi della canapa si potrebbe colmare la carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo. Salvare l’ambiente, produrre la carta in modo non inquinante e senza sacrificare gli alberi, sostituire i prodotti chimici del petrolio (usidellacanapa.it)
Ma conosciamo meglio la canapa o cannabis sativa
Originaria dell’Asia centrale la canapa sativa si è poi diffusa in tanti paesi. Linneo nel 1750,classificò la cannabis sativa di cui si parla nel libro di Chiara Spadaro. La canapa sativa è una pianta che diventa molto alta, ha un ciclo di vita breve infatti in quattro mesi si semina e si raccoglie. Perfetta per l’agricoltura biologica perchè crescendo molto in altezza, tiene a bada le erbacce e in questo modo non ha bisogno di sostanze chimiche o fertilizzanti. Interessantissimo inoltre sapere che la canapa funziona come una spugna ed assorbe gli inquinanti chimici del terreno.
La canapa sativa viene purtroppo ancora spesso confusa con altri tipi di canapa come la marjuana e questo è deleterio. La canapa sativa puà essere usata a livello industriale, tecnologico, combustibile, edile, cosmetico, medico. Le altre specie si differenziano dalla sativa per la quantità di tetraidrocannabinolo, o THC, prodotto dalle piante. Purtroppo vengono ancora spesso confuse tra loro, ma hanno solo le stesse radici non lo stesso contenuto di molecola psicotropa.
Sottolineamo perciò che la canapa sativa contiene solo lo 0,2% di THC. Proprio questo fattore ha portato ad una grande discriminazione della canapa sativa, cominciato nel 1937 quando Roosvelt vietò qualsiasi tipo di coltivazione di canapa, innescando il proibizionismo che arrivò poi anche in Italia. A quel tempo il nostro paese era il secondo produttore mondiale dopo la Russia. In Italia si coltivavano 90000 ettari a canapa sativa, oggi 3000 ettari. Era dal tempo delle repubbliche marinare che avevamo capito quanto resistente era la fibra di canapa da punto di vista tessile. Elastica e resistente per le reti da pesca, per le tele delle navi e anche per le carte geografiche.
Con l’arrivo di altre fibre come il cotone e fibre sintetiche si abbandonò la difficile lavorazione della canapa. La canapa infatti andava fatta macerare per 10 giorni ed erano le donne con le gambe parzialmente in acqua che facevano questo lavoro.
Ora tutta la canapa coltivata è per uso alimentare, colivazione molto più semplice in quanto usa il seme della pianta. Per il tessile invece si usa lo stelo che poi deve venire trasportato per la lavorazione negli unici due stabilimenti presenti nel nostro paese.
Nonostante tutto anche se coltiviamo canapa sativa, dobbiamo entro trenta giorni dalla semina darne comunicazione alle forze dell’ordine che verranno a fare dei controlli per vedere che effettivamente la % di THC sia inferiore al 0,2%. Interessante poi le notizie nel libro di Chiara che fa chiarezza sull’uso medicinale della canapa non sativa ma terapeutica.
Il seme di canapa è privo di glutine e ricco di proteine, con bilanciamento perfetto di omega 3 e omega 6. Prima di trasformarlo in farina va estratto l’olio, poi dal seme si può ricavare la farina. Non è possibile usare nelle preparazioni in cucina il 100% di farina di canapa ma un massimo di 20% 30% del totale.
Io uso l’olio, i semi decorticati (che sono buonissimi) e la farina, proprio perchè ricchissima di omega 3 e 6 e proteine vegetali. Con la canapa sativa sI possono preparare dei dolci o salati meravigliosi, condire con un goccio di olio a crudo le insalate e metterci anche i semini, usarli nel pane, si può fare un pesto buonissimo e anche il latte di canapa.
Grissini alla canapa sativa la pianta del futuro
Ingredienti per i Grissini alla canapa sativa la pianta del futuro
- 400 g di farina di tipo 2 biologica
- 100 g farina di canapa bio
- 250 g di acqua
- 1 cucchiaino di malto o zucchero
- una bustina 7 g di lievito secco
- 1 cucchiaino di sale fino
- 50 g di olio extravergine di oliva bio
- 1 cucchiaio di semi di canapa decorticata
Preparazione dei Grissini alla canapa sativa la pianta del futuro
- In una terrina versate l’acqua il malto o lo zucchero e l’olio, mescolate emulsionando con un cucchiaio.
- Nell’impastatrice versate la farina con il lievito, e versate l’emulsione acqua e olio. Fate andare per 4 minuti a bassa velocità con la frusta a K, infineversate il sale e fate andare ancora 30 secondi.
- Togliete la frusta a k e mettete il gancio che impasta a media velocità per circa 10 minuti finchè si stacca bene dal contenitore.
- Togliete l’impasto fate qualche piega, pirlate e mettete in una ciotola oliata e coperta.
- Lasciate lievitare un paio d’ore fuori da correnti d’aria. Sgonfiate e sulla spianatoia appena infarinata tirate sottile un po’ di impasto alla volta.
- Tagliate delle striscie di circa un cm e aarrotondatele un pochino.
- Sistemate i grissini nelle teglie con la carta forno e infornare a 200 gradi ventilato per circa 20 minuti
Se preferite usare il lievito madre, seguite questa ricetta qui
Se volete preparare gli stessi grissini completamente senza glutine mescolate 400 g di farina mix gluten free con 100 g di farina di canapa.
Oggi si festeggiano i grissini sul calendario del cibo, e io partecipo con i Grissini alla canapa sativa la pianta del futuro
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Ciao Daniela, ho usato la canapa sativa più di una volta, come farina però, ho fatto la pasta e mi piace molto, ricordo di aver fatto anche un post dove spiegavo alcune cose, ma non si trova facilmente quindi è difficile che diventi di massa, almeno epr il momento, i tuoi grissini sono venuti molto bene…saluti
Ciao Tamara, si anche la pasta è molto buona. SOno stata fuori in questi giorni, ora corro a conoscere i tuoi grissini! A presto e grazie.
Come sempre in ogni tuo articolo c’è tanto da scoprire e imparare.
Credo proprio che mi farò un giro nella bottega bio che ha appena aperto vicino a casa mia per comprare la farina di canapa.
Bravissima Daniela!
Grazie Ottavia, io trovo che la canapa sia una grande opportunità nell’alimentazione e non solo. Un abbraccio
A me non era piaciuta, in una delle sue prime comparse, in qualche fiera. So che avevo assaggiato un po’ di tutto (biscotti e pane, prevalentemente) e alla fine non avevo comprato nulla, fatto piu’ unico che raro. E lo stesso per le volte successive: ho letto tante ricette con la canapa sativa, le ho sempre archiviate alla voce “non mi piace”. Ora leggo questo articolo , guardo questi grissini.. e ho voglia di cambiare idea, ci credi? solo che se cerco qui la Canapa, mi condannano a morte (e non scherzo 🙂
Grazie davvero per l’enorme contributo che dai al Calendario, ad ogni tuo intervento. Se hai voglia di collaborare con la Redazione, c’e’ la tua scrivania 🙂 I tuoi contenuti sono talmente preziosi, talmente esaustivi, talmente precisi e interessanti che meriterebbero di essere riproposti, ovunque. E come al solito, foto che emozionano. Grazie davvero!
Ma grazie Alessandra, cominciare il mattino così è proprio entusiasmante. Per la canapa è questione di percentuali secondo me, ne basta poca altrimenti si diventa troppo forte il suo gusto che sovrasta gli altri. I semini di canapa decorticata per esempio sono buonissimi, da spolverare e mangiare anche così. Ha un solo difetto, il costo. Come tanti prodotti bio purtroppo ci marciano. Vuol dire che quando ci conosceremo so con cosa arrivare 😉 Buona giornata!