La quaresima e le zuppe di castagne e legumi
Da oggi si entra in Quaresima. Personalmente non è periodo di penitenza la Quaresima, infatti sono convinta che questa sia l’alimentazione sana e giusta per tutto l’anno 😉 Oh mamma mia, le mie ricette sono tutte per la Quaresima! No, dai, mangiare sano non vuol dire essere sempre in penitenza!
Dal Vangelo di San Matteo Mt IV,17: «Da lì in poi cominciò Gesù a predicare e a dire: Fate penitenza, poiché il regno dei cieli è vicino»
Quando si comincia a parlare di penitenza e cibi di magro?
I primi libri in cui si parla di cucina di magro risalgono ad un testo francese del duecento che parla di cibi di magro contrapposti a cibi di grasso.
Ci rifacciamo poi ad un altro calendario, Il calendario liturgico, che la Chiesa impose in Europa fin dal primo Medioevo: la regola era di rinunciare ai cibi animali, in segno di penitenza, per alcuni periodi dell’anno (Quaresima anzitutto) e giorni della settimana, e nei giorni di vigilia prima delle principali feste.
La carne era cibo d’eccellenza, il desiderio alimentare. Nel medioevo il grasso era il valore forte, il magro un semplice surrogato. Il grasso il cibo dei ricchi il magro quello dei poveri. Perciò penitenza significava rinunciare al sogno del cibo grasso, per cibarsi dei cibi dei poveri. Delle norme sociali nel Medioevo prescrivevano che il cibo della classe lavoratrice fosse meno raffinato, perché si credeva che esistesse un’affinità naturale tra il lavoro di una persona e il suo cibo; si riteneva quindi che il lavoro manuale richiedesse cibi più scadenti ed economici.
La quaresima e le zuppe di castagne e legumi
La necessità non era solo dovuta ad un fattore religioso ma ricordiamo che verso il 1300 o 1400 un uomo medio consumava un maiale al mese, l’acido urico andava alle stelle e provocava la gotta. Ragion per cui, oltre allo spirito di penitenza, anche la saggezza invitava ad inserire una pausa in questi tipi di consumi alimentari.
Padre P.S. delle Piane dei Padri Minimi col suo libro «Cucina di strettissimo magro» edito nel 1931, ma già composto alla fine dell’800, da «Editori Marchese & Campora» di Genova Certosa e riproposto, con una ristampa nel 2005, scrisse una «Magrissima prefazione», dove si ricorda che coloro che seguivano questo regime alimentare, camparono bene e a lungo.
Vedete, leggete, quanti anni fa avevano già capito che è proprio la cucina della penitenza quella che fa stare meglio il nostro organismo?
La lentezza dei trasporti e le inefficienti tecniche di trasformazione alimentare rendevano estremamente costoso il commercio di cibi sulle lunghe distanze, che solo i ricchi potevano permettersi.
I metodi di conservazione dei cibi erano sostanzialmente gli stessi che erano stati usati fin dall’antichità, Il metodo più semplice e più comune consisteva nell’esporre i generi alimentari al calore o al vento per eliminarne la parte umida e quindi prolungare la durevolezza, se non il sapore, di quasi tutti i tipi di alimento, dai cereali alle carni.
Quando il grano scarseggiava o c’era una vera e propria carestia i cereali potevano essere sostituiti con alimenti più economici e meno pregiati come castagne, legumi secchi, ghiande, semi di felce e un’ampia varietà di vegetali più o meno commestibili.
Nel Medioevo le castagne diventano frutti conosciuti ed apprezzati come testimoniano i manoscritti di moltissimi uomini del tempo.
Le castagne non solo si ritrovano come frutta di stagione o trasformate sui mercati delle città e anche sulle tavole dei ricchi, ma sono ormai diventate merce di scambio e di pagamento, come il grano, nonostante il frutto spunti prezzi sempre più bassi rispetto ad avena, segale e noci.
Alla fine del Quattrocento, periodo di guerre e momenti di crisi, l’uso della farina di castagne si diffonde ulteriormente, compensando la carenza di cereali.
I legumi erano considerati in epoca medievale un piatto povero ed erano consumati soprattutto dalle classi povere. Proprio per queste caratteristiche divennero uno dei simboli dell’alimentazione monastica che diffondeva un modello di comportamento alimentare molto sobrio. Così gli alimenti da prediligere erano su tutti gli ortaggi e i legumi, simboli della purezza in quanto primordiale cibo dell’uomo.
Al di là dei significati simbolici, nel medioevo i legumi rappresentarono per la popolazione meno agiata i migliori alimenti da affiancare o da sostituire ai cereali, non solo in periodi di crisi e carestia, ma anche in momenti di normalità.
In genere però il resto dei legumi, grazie alla loro facile conservazione, venivano essiccati ed erano utilizzati in cucina interi o franti o addirittura macinati. Servivano particolarmente per la preparazione di minestre, di brodi, di creme o zuppe calde, ma potevano anche essere preparati insieme agli ortaggi o semplicemente cotti e conditi con l’olio.
Nel Medioevo le zuppe erano il cibo dei poveri, dei penitenti in Quaresima, zuppe di castagne e legumi come questa Vellutata di castagne e cannellini
Puoi vedere tante altre zuppe ideali in quaresima nel mio blog (praticamente tutte) per esempio Zuppe minestre vellutate con legumi
Poi ti basta cercare con la lente in alto a destra, vellutate, minestre, minestroni, zuppe e vedrai quanta pappa buona!
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Alimentazione_medievale
http://www.ilgiornale.it/news/cucina-magro-penitenza-ad-arte-gastronomia-ligure.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Castagna
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/medioevale/usi-curiosita/Legumi-cibo-dei-santi-e-degli-umili.html
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Articolo e Foto: Copyright © All Rights Reserved Timoelenticchie di Daniela Boscariolo
Bellissimo post e bellissima ricette, quante cose sto imparando oggi. Grazie
Contribuire al calendario del cibo mi piace soprattutto perchè imparo e nel frattempo mi diverto a cucinare. Grazie di essere passata.
Bravissima Dani!! Proverò sicuramente!
Ciao tesoro, io ho ancora la scorta di castagne congelate dall’autunno, ma anche con quelle secche viene buona. Un abbraccio.
… ma qui sei nel tuo elemento-e si vede! scelta raffinatissima, colta, eseguita alla perfezione e presentata come un vero e proprio “peccato di gola”. A conferma di quello che si diceva- e cioè che non è vero che “mangiare di magro” sia per forza mortificante, anzi. Con piatti come questo, è esattamente il contrario. Bravissima e grazie!
Grazie Alessandra, ho aperto il blog soprattutto per trasmettere il mio entusiasmo per la cucina vegetariana e sono felice che questo si noti. Quando posso mi piace contribuire al calendario del cibo perchè è cultura non soltanto culinaria.
Come dici tu il calendario non è solo ricette tout court, ma è una miniera di cultura e di storia. La cucina vegetariana, come quella quaresimale infondo, può dare grandi soddisfazioni e offrire piatti di tutto rispetto. Ti ringrazio per aver parlato delle castagne, ingrediente che amo molto, e che anche qui sulle colline di Parma, rappresentava il cibo dei più poveri. La tua zuppa di legumi e castagne è meravigliosa!
Grazie per il contributo, bravissima!
Che felicità che ti piaccia. Io ho letto tutto d’un fiato il vostro post ieri mattina e i tuoi spaghetti speziati dell’ Artusi li ho messi in lista! Un abbraccio.
Anche tu con le castagne, cibo che letteralemente adoro e di cui ho fatto scorta… nel congelatore, visto che al giorno d’oggi abbiamo la possibilità di conservarle come fresche, o quasi, per tutto l’anno. L’abbinamento con i legumi, è fantastico e la cremosità della tua preparazione la dice lunga anche sulle tue abilità culinarie. La faccio anch’io! Ciao 🙂
E io non ho mai provato l’abbinamento castagne e riso, e domani sicuramente preparo la tua minestra, troppo buona.A presto