Arriva l’Epifania, festa cristiana che si celebra 12 giorni dopo il Natale. Il significato della parola Epifania deriva dal greco antico e significa “manifestazione”, “apparizione divina” e si riferisce all’apparizione di Gesù Bambino all’umanità dei Re Magi
Re Magi che diventarono tre solamente nel Medioevo, infatti non si trova traccia nella Bibbia e nei vangeli, quanti e da dove arrivassero i Magi. Fu proprio nel Medioevo che furono scelti i nomi Melchiorre, Baldassare e Gaspare, tra quelli in voga tra i sovrani indoeuropei e persiani.
Come si incrocia l’Epifania cristiana con la tradizione della Befana?
Il nome befana in origine significava “epifania” dal greco Bifania. Le sue origini sono pagane, risalgono infatti all’antica Roma e sono legate al culto di Diana dea dell’abbondanza e della cacciagione.
Se Natale era legato alla festa pagana del Sol Invictus quando il sole vince sul giorno più lungo dell’anno, L’Epifania Bifania,identificata con Diana si festeggiava 12 giorni dopo, tra la morte e la rinascita della natura. A Roma Bifania era identificata con Diana, come nei paesi germanici Holda e Berchta rappresentavano il femminile dell’inverno. Diana Bifania non era certo brutta e vecchia, fu nel Medioevo la chiesa cattolica a trasformare la befana in una strega. per condannare i riti pagani.
Da qui a “brusare la vecia” il passo è breve e così durante la festa dell’Epifania si bruciavano i roghi per lasciare l’anno vecchio e dare il benvenuto all’anno nuovo, in sintonia con lo scandire delle stagioni, con la natura e il raccolto dei prodotti della terra da cui si dipendeva.
Passato l’oscurantismo la chiesa cattolica volle dare un’immagine più buona alla Befana collegandola alla storia dei Re Magi. La leggenda racconta infatti che nel XII secolo i Re Magi chiesero ad un’anziana informazioni.su come trovare il luogo dove era nato Gesù. La signora si rifiutò di aiutarli, per pentirsene subito dopo e con un cesto carico di dolci partìre alla ricerca dei Magi. Non riuscendo però a trovarli, si fermò in tutte le case del tragitto, donando dolci ai bimbi che incontrava. Da qui arriva perciò l’usanza di lasciare fuori casa calzini o scarponcini nel caso la Befana volesse usarli per il lungo viaggio o ancora meglio nella speranza di trovarli riempiti di dolcetti.
Sicuramente i miei dolcetti integrali e poco zuccherati assomigliano a quelli che preparavano i nostri nonni, senza magari arrivare fino al Medioevo. Non sono dolcetti o biscotti pieni di colori artificiali, farine raffinate o dolcissimi. Qualche volta ho riempito la calza dei miei figli anche solo con frutta secca o clementine.
Possiamo offrire ai nostri piccini dolcetti golosi senza riempirli di zuccheri, faremo del bene a loro e più in la ci ringrazieranno.
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