Pasqua in una Famiglia Pugliese, per essere più precisi di Taranto, dove questa festa è particolarmente sentita, famosi sono i suoi Riti, che cominciano dal Giovedì Santo con i fantasiosi e tanto poco tristi, anzi, tutt’altro, sepolcri, che ogni chiesa addobba con la sentita partecipazione dei fedeli. Notevoli, naturalmente, quelli del Borgo, comunemente chiamato Taranto Nuova, e quelli della Città Vecchia, Taranto Vecchia. I sepolcri vengono presidiati sempre da una coppia di Perdoni, penitenti incappucciati, che si muovono da una chiesa all’altra, con un lentissimo incedere dondolante, la Nazzicata. La sera o, meglio, la notte cominceranno le processioni con quella dell’Addolorata, esce da San Domenico nella città Vecchia, durerà fino al mattino del Venerdì, giorno in cui comincerà quella dei Misteri, questa esce dalla Chiesa del Carmine, nella Città Nuova. Entrambe sono accompagnate da schiere di Perdoni e bande musicali, che intonano marce funebri, alcune composte da maestri locali specificatamente per questi eventi. Le mirabili statue sono tutte in cartapesta di fattura napoletana settecentesca, coperte da abiti veri e ricchi, specie le due Addolorate che “gareggiano” nell’atteggiamento toccante. Due spettacoli, perché di questo si tratta, a tema religioso che vanno visti al di la della propria religiosità.
Questo è un nostro modestissimo contributo alla loro conoscenza.
Naturalmente ora parliamo di cucina, l’argomento che ci compete, se pure. Come i Riti anche i preparativi cominciano almeno dal giovedì, cominciando dai Taralli, dolci e con il pepe, sostentamento dei Perdoni.