Introduzione al Galletto alla Diavola
Ero ancora giovane quando in Polleria cominciarono a proporre, da noi al sud, questi Mini Gallucci. Si chiamavano Galletti Amburghesi Vallespluga, Amburghesi, la razza, e Vallespluga, l’azienda che li proponeva. Se ricordo bene, a seguito di una sentenza, non si poterono più chiamare Amburghesi, forse un marchio protetto, e furono solo Vallespluga.
Si diceva che fossero dei semplici “Grandi Pulcini”, non è così, sono razze nane, ce ne sono parecchie, la dimostrazione è che raggiungono la maturità sessuale, pur restando circa la metà di altre galline e fanno ottime uova, naturalmente più piccole ma quasi del tutto a spese dell’albume, il tuorlo resta quasi delle dimensioni delle altre. In definitiva fanno delle uova molto migliori malgrado consumino meno, date le ridotte dimensioni.
Nei piccoli allevamenti familiari questi polli conservano una forte rusticità, tendono alla vita selvaggia, rifugiandosi sugli alberi per la notte e facendo molto spesso le chiocce.
A proposito di chioccia, questa era un elemento fondamentale del pollaio di una volta, senza di essa non ci sarebbero stati pulcini, quindi Gallucci da mangiare e Galline che facessero Uova. Sarebbe venuto a mancare una delle principali fonti di proteine a basso costo e guadagni dalle vendite, che contribuissero al misero bilancio familiare. L’allevamento degli animali da cortile era, infatti, appannaggio delle famiglie contadine e bracciantili, e vi si dedicavano bambini ed anziani.
Non avere chiocce era una vera disgrazia, la saggezza e l’inventiva popolare, accompagnate da una certa crudeltà, aveva escogitato un metodo empirico. Si faceva mangiare alle galline cose piccanti e salate, si dava quindi da bere solo vino, quando erano belle ed ubriache si afferravano per le zampe e le si roteava per un po’, per poi metterle sulla cesta delle uova selezionate.
La povera bestia, stordita e sbandata, lì restava e quasi sempre questo fatto metteva in circolazione la Prolattina, l’ormone della maternità, simile in tutti i vertebrati, anche le Femmine della Razza Umana. A questo punto c’era da sperare, spesso succedeva, che altre galline diventassero chiocce per empatia.
Ingredienti per un Galletto alla Diavola sufficiente a due commensali
- un Galletto di 500 o 600g
- uno spicchio di Aglio
- due grandi foglie di Salvia
- quattro/sei cimette di Rosmarino
- un cucchiaio di Polvere di Peperone Dolce (Paprika o Pimento o Peperone di Senise)
- un cucchiaino di Polvere di Peperoncino Piccante
- il giusto Sale Grosso
Preparazione del Galletto alla Diavola
Il Galletto è già pulito ma una ripassata non gli fa male, controllare l’interno e fiammeggiare, qualche peletto ci sarà di sicuro. Ora occorre sciacquare e scolare.
Intanto prepariamo gli odori, mischiamo il Sale con le Polveri di Peperone e Peperoncino. Con ben più della metà strofiniamo il Polletto da entrambi i lati.
Distribuiamo ordinatamente gli altri odori sulla parte interna: l’Aglio a fettine sottili ma evidenti, i rametti di Rosmarino e le foglie di Salvia. Spolveriamo l’interno con il restante misto.
Intanto il nostro Forno è stato impostato a 220°C in funzione Termo Ventilata, inforniamo su griglia molto calda, posta su una teglia con qualche cucchiaio di acqua sul fondo e abbassiamo a 180°C, questo per una mezz’ora circa, visto che l’interno è cotto, rigiriamo il Galletto e lasciamo cuocere per un quarto d’ora circa.
Il Galletto è risultato, secondo noi, piccante il giusto, saporito e profumato in generale, croccante all’esterno mentre ha mantenuto umidità e morbidezza all’interno. Quello che volevamo.