Frzol e Cucchiaredd per una Pasta e Ceci

Un contrattempo e capita di non riuscire a cucinare, non resta che ricorrere alle scorte. Con quel che c’è nel nostro frigo potremmo fare una Pasta e Ceci estemporanea. Nel frigo dei Ceci lessi da qualche giorno, dovevamo fare dei ravioli dolci, mi sa che li rimanderemo, c’è un pochino di Ragù (clicca per una delle nostre ricette), di quelli come li intendiamo al sud con carne a pezzi e cotto tra una cosa e l’altra cinque ore, è avanzato da domenica, ne useremo qualche cucchiaio per insaporire i ceci, occorre scegliere la pasta, delusione, neanche un formato adatto, sembra impossibile eppure . . . Quella meno grande o meno lunga è del formato “Casarecce”, sarà una cosa nuova, è tempo d’arrangio.

Pasta e Ceci DSC_7842pVert_1

Tempo necessario a preparare questa Pasta e Ceci di recupero è quello di portare ad ebollizione l’acqua e cuocere la pasta, diciamo venti minuti, l’occorrente per due commensali è:
  • tre o quattro mestoli di Ceci cotti, al limite andrebbe bene anche una scatoletta
  • due o tre cucchiai di Ragù pronto, anche di quelli già pronti in vasetto
  • un etto di pasta di media grandezza
  • un giro d’Olio Extra Vergine di Oliva
  • un rametto di Rosmarino
  • quanto basta di Pepe Nero
  • quanto basta di Sale grosso

Scaldati i Ceci, che hanno un sufficiente brodo di cottura, li condiamo con i cucchiai di salsa e un ramo di rosmarino; presto pubblicheremo il nostro modo di cuocere sia i ceci (fatto, cliccate qui) che il ragù (fatto, cliccate qui). Quando la pasta è quasi cotta l’aggiungiamo ai ceci, ormai ben caldi e conditi, la portiamo a cottura rimestando dolcemente, i ceci, a differenza dei fagioli non si devono disfare. Impiattiamo e finiamo il piatto con un giro di Olio evo nuovo. Come detto è nostra opinione che i ceci perdano se si disfano in cottura, il loro brodo lo troviamo eccellente quando è molto poco intorbidito, cosa diversa è se decidiamo di fare un passato, questa preparazione si presterebbe molto bene con ceci completamente passati più che frullati, teniamo però presente che andremmo a rinunciare ad uno dei componenti più salutari dei legumi in genere, la buccia, tutte scorie che poi dovremo cercarci in qualche altro alimento o in farmacia, con crusca e cose simili.

Ci siamo divertiti ad usare un vecchio padellino in ferro, l’ideale per riscaldare qualsiasi cosa, con il “pregio” di far facilmente attaccare, cosa che per certi piatti, specialmente le paste, può essere un vero pregio, aggiungendo quel sentore di abbrustolito. Non è mancato uno dei nostri soliti attrezzi in legno, i migliori per non rovinare pentole e padelle e per non dare sbalzi di temperatura. I nomi in tarantino, il mio dialetto, sono a Frzola e a Cucchiaredda.

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C’hama mangià josc . . . mamm ce croc stu mangià

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