Benvenuti a un nuovo appuntamento per la rubrica sullo svezzamento, oggi parleremo di come coinvolgere il bambino durante i pasti e assecondarne i comportamenti. L’autosvezzamento è un termine con cui si indica l’alimentazione complementare responsiva in cui ai bambini si offrono gli stessi pasti della famiglia, semplicemente adeguandoli alla loro età. Tuttavia, è sbagliato definire l’autosvezzamento come una moda o un metodo “moderno” di svezzare i bambini, rispetto allo svezzamento “tradizionale” che prevede di offrire al bambino pappe e fa uso di omogenizzati o altre consistenze cremose.
Ricordiamoci, infatti, che decenni fa gli omogenizzati non esistevano, che l’industria del baby food ha introdotto questa tipologia di alimenti solo per marketing e business e non per una reale necessità. Altresì, ci tengo a farvi riflettere su una cosa: i nostri nonni e bisnonni (e, per molti di noi, anche genitori) sono stati svezzati con gli stessi pasti che venivano preparati per il resto dei familiari: nessuna distinzione, nessun omogenizzato, nessuna pappa. Si adeguavano i pasti all’età del bambino.
Ma allora facciamo un ritorno al passato senza progredire? In realtà la scienza e la medicina hanno fatto passi da gigante su queste tematiche, arrivando alla conclusione che sono molteplici i benefici di introdurre cibo solido sin dai primi assaggi, adeguando i pasti della famiglia in un contesto di alimentazione sana e varia. Ma sopratutto che l’introduzione, sopratutto prolungata, di consistenze cremose, così come l’abitudine di imboccare che innesca meccanismi nei genitori di controllo e potere sul cibo del bambino, apportano numerosi svantaggi sul futuro del bambino. Puoi leggere l’articolo sulla differenza tra svezzamento tradizionale e autosvezzamento per capire a fondo cosa c’è dietro l’uso di questi approcci.
Cosa significa tutto questo? Che tra le due tipologie di svezzamento è proprio il cosiddetto “autosvezzamento” a essere quello tradizionale, il più antico in assoluto, e non di certo quello che tutti oggi conosciamo come “svezzamento tradizionale” o “svezzamento a pappe” questo per dire che no, l’autosvezzamento non è una moda dei tempi moderni ma il modo migliore in assoluto di introdurre cibo solido e permettere al bambino di approcciarsi con gli alimenti, i sapori, gli odori verso la scoperta di un’alimentazione sana e etica. Puoi leggere l’articolo sui vantaggi dell’autosvezzamento per comprendere meglio il suo potenziale.
Come coinvolgere il bambino durante i pasti? Il primo passo è rendere il bambino partecipe dei pasti della famiglia sin da subito, tenendolo accanto alla tavola durante i pasti e permettendogli di osservare ciò che mangiano i genitori. Quando mostra interesse, riconoscendo i segnali di prontezza intorno ai 6 mesi, si possono offrire piccoli assaggi degli stessi alimenti che consumano gli adulti, purché siano adatti in termini di consistenza e sicurezza, ma anche senza sale, condimenti grassi e soffritti o frittura.
Quali sono gli step da seguire?
1 – Offrire cibo sano e adatto alla sua capacità di masticazione, anche se non ha denti: seguendo le linee guida dei tagli sicuri e evitando alimenti troppo duri e non adatti che potrebbero causare soffocamento. Per verificare che sia idoneo alla masticazione con le gengive, basta schiacciare l’alimento tra pollice e indice e verificare che si spappola tra le dita: in questo caso è la consistenza giusta.
2 – Lasciare che tocchi e manipoli il cibo, senza preoccuparsi del disordine o dello spreco alimentare (che inizialmente è limitato a pochi maccheroni, per esempio). Permettere al bambino di esplorare con le mani è un passaggio fondamentale per la conoscenza sensoriale del cibo, realmente con tutti i sensi. A tale scopo è bene, sopratutto nelle prime settimane, evitare l’uso di piatti, anche quelli super carini per bambini che invogliano i genitori a comprare, solo per business, ma offrire gli alimenti sul vassoio del seggiolone.
3 – Nessuna forzatura a mangiare: mai forzare il bambino a mangiare, deve essere libero di decidere cosa e quanto mangiare, rispettando il proprio senso di fame e sazietà ma anche la propria curiosità. In questo modo svilupperà una cosa meravigliosa: l’autoregolazione che gli insegnerà a riconoscere il senso di sazietà durante i pasti evitando futuri probabili disturbi alimentari.
4 – Dare il buon esempio: i bambini apprendono per imitazione. Vedere gli adulti, i propri genitori ma anche fratelli e sorelle maggiori, mangiare con piacere li incoraggia a fare lo stesso. L’esempio è alla base di ogni comportamento futuro: mangiare seduti a tavola, senza l’uso di schermi come la tv o lo smartphone, dedicare del tempo al pasto sono tutte azioni che lasciano l’impronta. Non solo, vedere consumare tutti gli alimenti, compresi frutta e verdura, darà il buon esempio di una corretta alimentazione.
5 – Non proporre alternative se rifiuta un alimento: se il bambino non gradisce qualcosa che proponiamo, meglio riproporlo in momenti diversi senza insistere. Sopratutto se si tratta dei primi assaggi, non è necessario né forzare né proprio continuamente alternative.
6 – Non proporre alimenti se il bambino è a digiuno: più ha fame, infatti, più sarà nervoso e questo stress non gli permetterà di esplorare il cibo e vivere il momento del pasto con serenità. Proprio perché il latte è l’alimento principale fino ai 12 mesi, è bene far seder a tavola il bambino sempre dopo la poppata. In questo modo potrà assaggiare più serenamente e prendere confidenza con il cibo.
7 – Non proporre distrazioni come scherzi con cartoni animati o canzoncine, filastrocche e balletti: il bambino deve imparare a mangiare da solo, conoscendo il cibo e il suo significato, non ingoiando cose di cui non sa nulla solo perché “è distratto” ma almeno mangia. Non è questo il corretto rapporto che dovrà avere con il cibo.
Questi sono alcuni spunti fondamentali per capire come coinvolgere il bambino durante i pasti ma la cosa più importante che vorrei dirti è di seguire il tuo istinto: partendo da una buona conoscenza dell’alimentazione complementare e con tutte le informazioni in tuo possesso, il mio suggerimento è quello di comprendere i reali bisogni del bambino, con gentilezza e sempre con rispetto.
Se hai bisogno di ricette leggi le guide sui primi piatti per lo svezzamento o secondi piatti per lo svezzamento.
