Questa è una ricetta tipica bergamasca.
Oggi rielaborata è diventata
quasi un must, infatti
molti ristoranti attenti
alle tradizioni la propongono
come antipasto.
Ma quando i miei
genitori erano piccini,
era una ricetta per i giorni di festa
ed era consumata
in modo molto
ma molto spartano.
Il pesce invece di essere
la preziosa acciuga
era l’aringa, parente povera
dell’acciuga, ma sempre
un pesce azzurro e meno costosa.
Era sempre trattata
come l’acciuga e dopo essere
stata dissalata era
messa nell’olio ad insaporirsi.
A questo punto veniva messa
appesa al lampadario,
ed ogni commensale
prendeva un pezzetto di polenta
la insaporiva strofinandola
sull’aringa e la mangiava.
Era un metodo insolito
di mangiare,
ma era dettato dalla povertà
contadina. Allora il pesce
era difficile da reperire
perché distanti dal mare
oltre che costoso.
Quando lo si trovava
era o sotto sale o essiccato
e l’aringa era la più accessibile
economicamente.
Ingredienti:
Polenta fredda, vanno bene anche gli avanzi
Acciughe sott’olio
Procedimento:
Tagliare la polenta a quadretti
lunghi come l’acciuga e spessa 1 cm.
disporre sopra ognuno un filetto di acciuga.
Ciao,
Con Blunotte Live abbiamo organizzato una raccolta per far rivivere la tradizione carnevalesca tutta marchigiana che vede gruppi di bambini in mascher bussare alle porte salutando i padroni di casa con la frase ” Ha fatto l’uovo la gallina per la bella mascherina?”
Ci piacerebbe se partecipassi con una tua ricetta, ci servono delle merende monoporzione da mettere nel paniere delle mscherine.
Ti va? se ti va ti aspettiamo!
http://forum.giallozafferano.it/ha-fatto-luovo-la-gallina-per-la-bella-mascherina/
Martina
@ Grazie mille Tittina
@ Barbara anche a me paice tantissimo la tradizione contadina
@Simo si è un buon reciclo
@ Ornella hai ragione il pesce si vedeva pco anni fa in pianura e sapere che la’ringa si mangiava anche te con la polenta è un piacere
@ Marifra e Enza le ricette della tradizione sono sempre speciali e vanno a mio avviso ricordate
@ Germana hai ragioni i nostri vecchi erano saggi
@ Annamaria arrivo!
@ Gunter mi fa piace che piace l’idea
@ Tiziana Benvenuta e passerò da te appena posso
@ per tutti buona settimana
Ciao e piacere di conoscerti,
questi crostini così particolari mettono appetito,
Tì
magnifica idea di utilizzare la polenta anche per fare dei spuntini o degli operatici, un ideal che mi piace moltissimo
amo le ricette della tradizione…bisogna portarle
avanti…non dimenticarle!!ottimi i tuoi crostini..
bravissima..
buona domenica
Enza
buonissimi questi crostini…ti aspetto nel mio blog per ritirare un premio…un bacio
Annamaria
Mi sembra di rivedere i nostri saggi vecchi, seduti vicino allla porta di casa, gustarsi questo piatto appoggiato sulle ginocchia.
Un bacione e buon we.
Le ricette della tradizione sono le mie preferite.. la tua non fa eccezione! Mi piace l’idea degli spiacchi di uova sode…
Un abbraccio e buonissimo fine settimana
Io amo questi sapori!! Le mie tradizioni venete non si discostano molto da quelle che racconti, anche se noi vivendo in montagna di pesce non se ne vedeva molto, tranne appunto qualche rara volta le aringhe e i “scopetoni” (non conosco il nome in italiano) e l’immancabile polenta. Questo piatto mi riporta alla mia infanzia…Ma qualche volta polenta e aringa appaiono anche qui ad Atene sulla mia tavola! Proverò sicuramente con le acciughe, grazie! Buon fine settimana
Piattino saporitissimo cara Luisa, bella idea anche per riciclare gli avanzi di polenta…
Buon fine settimana!
Mi ha affascinata la tradizione contadina da cui nasce questo crostino; l’aringa appesa e la strusciata di polenta mi riporta alle immagini di una realtà contadina pura e familiare. Grazie
è un antipasto molto sfizioso edi sicuro gustoso con le acciughe sott’olio!!!buon w.e… un bacio Tittina