Panis Artolaganus -Pane Speziato dell’Antica Roma-
Il Sacro Rito al tempio di Saturno
Il Tempio di Saturno, posto alle falde del Campidoglio, era gremito di tutta la popolazione che, lentamente, attraverso la lunga processione, era arrivata ad assistere al sacro rito che avrebbe dato inizio ai festeggiamenti. Le fiaccole accese lungo le alte colonne di marmo e i bracieri che ardevano scoppiettanti d’innanzi l’ingresso, illuminavano i volti concentrati ed estatici degli astanti, con gli occhi puntati alla statua velata con una falce nella mano destra. Le gambe del dio, legate con bende di lana in tutto il resto dell’anno, erano state sciolte come simbolo di libertà in ogni azione per il popolo, in quei giorni di festa.
Aemilia fece scivolare lentamente una mano lungo il braccio dell’uomo che l’affiancava, sino ad afferrare saldamente la sua mano intrecciando le loro dita. Non aveva ancora avuto modo di avvicinarsi a Illus Marcianus, figlio di un noto commerciante di gioielli, troppo preoccupata di non essere all’altezza, essendo nata e cresciuta tra la popolazione più povera. Lo sguardo di felice sorpresa che lui le rivolse e la mano stretta nella sua, le fece capire che probabilmente non era la sola a pensarlo. Sorrise voltandosi nuovamente verso l’altare.
Il sacrificio dell’animale al dio Saturno si stava compiendo per mezzo del sacerdote, al termine del quale gridò «IO SATURNALIA» a cui l’intero popolo rispose in coro allo stesso modo. I festeggiamenti potevano avere inizio.
Numerose candele furono accese e poste su ogni banchetto a disposizione del popolo. Tutti potevano servirsi liberamente di focacce, formaggi, olive e vino annacquato, tutto interamente pagato dallo Stato.
E mentre la musica riempiva di festa la sera e il popolo ballava e si deliziava al banchetto, Illus, totalmente concentrato sulla donna che aveva davanti, si sporse verso un basso muretto alla sua destra e prese un fagotto che consegnò nella mano libera di Aemilia «Io saturnalia Aemilia, questo l’ho preparato per te». La giovane donna l’osservò incuriosita e, liberandosi dalla stretta, lo scartò trovando un profumato Panis Artolaganus: un pane costoso, arricchito di mosto cotto, mandorle e uvetta, per augurare prosperità e abbondanza. Con esso i tre simboli dei Saturnalia sacri a Venere, Apollo e Bacco: il mirto, il lauro, l’edera e un epigramma che così recitava:
Cada la neve gelida, si oscuri il cielo, si scaglino fulmini sulla terra, arda tra le fiamme il mondo, trapassi una lancia il mio cuore: è dunque questo, l’amore?
Una storia per ogni piatto, un piatto per ogni storia!
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Video ricetta del giorno
- DifficoltàMedia
- CostoMedio
- Tempo di preparazione30 Minuti
- Tempo di riposo2 Ore 30 Minuti
- Tempo di cottura30 Minuti
- Porzioni pagnotta da 1.200 kg
- Metodo di cotturaForno elettrico
- CucinaItaliana
- StagionalitàAutunno, Inverno
Ingredienti
- Energia 309,11 (Kcal)
- Carboidrati 47,19 (g) di cui Zuccheri 7,61 (g)
- Proteine 10,05 (g)
- Grassi 8,99 (g) di cui saturi 0,51 (g)di cui insaturi 0,01 (g)
- Fibre 2,41 (g)
- Sodio 168,31 (mg)
Valori indicativi per una porzione di 100 g elaborati in modo automatizzato a partire dalle informazioni nutrizionali disponibili sui database CREA* e FoodData Central**. Non è un consiglio alimentare e/o nutrizionale.
* CREA Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione: https://www.crea.gov.it/alimenti-e-nutrizione https://www.alimentinutrizione.it ** U.S. Department of Agriculture, Agricultural Research Service. FoodData Central, 2019. https://fdc.nal.usda.gov
Strumenti
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Procedimento
Per iniziare la ricetta del Panis Artolaganus -Pane Speziato dell’Antica Roma-:
Versare in una ciotola il lievito madre secco, unire l’acqua appena tiepida mescolando brevemente con una forchetta e lasciarlo “rinvenire” per 10 minuti circa.
Portare ad ebollizione l’acqua in un pentolino, immergere le mandorle per meno di un minuto, scolare e spellarle (facendo attenzione a non scottarsi).

Aggiungere la sapa (mosto cotto) al lievito ormai rinvenuto e unire poco per volta la farina, mescolando bene con la forchetta.
A circa metà impasto aggiungere il miele, il pepe, le mandorle e l’uvetta e mescolare ancora sino a che gli ingredienti siano ben amalgamati.

Quando la farina sarà quasi totalmente assorbita aggiungere il sale, amalgamandolo bene all’impasto e, infine, l’olio d’oliva, procedendo allo stesso modo.
Spostare il panetto sul piano da lavoro, allargarlo bene con le mani formando un quadrato e ripiegare i lembi verso l’interno, facendo delle pieghe di rinforzo, sino a formare una sfera con la chiusura verso il basso.

Foderare di carta forno una placca, tagliare 4 pezzi di spago lunghi come la placca e adagiarli sulla superficie a formare una stella con 8 spicchi.
Adagiare l’impasto al centro dello spago (sulla placca) e schiacciarlo sino a formare un cerchio di circa 5 cm di altezza.

A questo punto, prendere gli estremi di uno spago e legarli sulla sommità, senza stringere eccessivamente sull’impasto (questo lievitando andrà a formare gli spicchi), continuando in questo modo con tutti gli spaghi, sino a formare 8 spicchi di impasto.
Coprire con la pellicola, un canovaccio e riporre a lievitare in forno spento per circa 2 ore e 30 o sino al raddoppio del volume.

Spennellare la superficie con acqua e infornare in forno statico preriscaldato a 200°C per 30 minuti.
Quando il pane sarà ben cotto, spostarlo su una griglia a raffreddare completamente.
Togliere lo spago solo quando sarà completamente freddo.

Consigli, ricette da non perdere e social
Questo pane è perfetto da gustare a colazione e/o merenda , il sapore ricco è un mix tra i nostri attuali maritozzi e il pane dolce all’uvetta. Si può conservare per 2-3 giorni nella dispensa in un sacchetto per alimenti o in freezer, sino a 3 mesi.
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