Cibo e cinema: i 5 film più gustosi di sempre secondo La Salsa Aurora

Se c’è una cosa in grado di rendere il cibo ancor più gustoso, è una buona storia che lo racconti. Forse per questo il cibo è stato spesso protagonista di pellicole memorabili, spesso trasposizioni di libri altrettanto belli, capaci di stuzzicare i sensi fino a stordirli, inebriarli come in un delicato gioco di seduzione, o nutrirli fino a sazietà: non c’è che l’imbarazzo della scelta! Negli ultimi tempi, i film che parlano di cibo lo fanno soprattutto ammiccando alla moda mediatica degli chef stellati: sono film appetitosi, ma non tanto adatti al mio palato. Tra le pellicole meno recenti, è invece più facile trovare dei racconti in cui il cibo arriva a toccare le corde del cuore. Stilare una top 5 dei film più gustosi di sempre non è stato affatto semplice, e ho dovuto fare qualche rinuncia. Ma ecco infine, voilà, il mio personale cine-menu degustazione è servito!

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Il pranzo di Babette

Come l’acqua per il cioccolato (Como agua para chocolate) MEX 1992

Tratto dall’omonimo romanzo di Laura Esquivel, inspiegabilmente tradotto Dolce come il cioccolato dall’edizione italiana, Come l’acqua per il cioccolato è una fiaba sensuale e immaginifica ambientata in Messico in un arco temporale che va dal 1895 fino agli anni Trenta. Vittima di una cultura che vuole che la figlia minore rimanga nubile e serva la madre fino alla fine dei suoi giorni, Tita mette in atto la sua piccola vendetta cucinando piatti magici, sovversivi e scandalosi, e facendo gemere di piacere l’amato Pedro, che per poterle stare accanto ha sposato la sorella maggiore di lei. Come in tutte le fiabe, anche le più crudeli, il racconto è stilizzato e i personaggi poco approfonditi, ma resta il sapore incredibile di molte memorabili sequenze, a base di cioccolato, salsa alle rose e voluttà.

Soul Kitchen GER-FR-ITA 2009

“Una trentina di canzoni nel film, manca quella omonima dei Doors. Costava troppo”. Questa frase, letta sul dizionario dei film Morandini, mi ha fatto sorridere perché sintetizza il film meglio di qualsiasi sinossi. Dalla patina undeground e un po’ grunge, Soul Kitchen è un racconto polifonico, multiculturale, disordinato e appassionante. In una Amburgo contemporanea il greco Zinos, proprietario di una tavola calda senza poesia, assume uno chef disadattato ma geniale appena licenziato da un ristorante di lusso, e ne subisce la rivoluzione. Di pari passo, la sua vita privata sembra andare a rotoli, con la fidanzata in partenza per Shangai e l’arrivo di un fratello galeotto…gli ingredienti sembrano quelli di un disastro, ma la vita è una ricetta imprevedibile.

Un tocco di zenzero (Politiki kouzina) GR-TUR 2003

In questo film, il cibo è emblema di una cultura, e metafora dell’intera esistenza. Il lungo flashback che costituisce la parte centrale del film è un racconto onirico e saporito, seppur posto all’interno di una cornice che riporta la storia al tempo presente con esiti assai dubbi. In una Costantinopoli da mille e una notte, il piccolo Fanis si lascia guidare dal nonno Vassilis alla scoperta (o rivelazione) di verità culinario-esistenziali, e intanto impara cos’è l’amore, e quali spezie occorrono a condirlo. Esiliato in Grecia, terra d’origine del padre, si strugge di nostalgia e cucina di nascosto per ritrovare il sale perduto della sua vita e della sua città. Diventerà un astronomo (la parola gastronomia contiene la parola astronomia) ma vivrà in attesa del nonno Vassilis, di Istanbul, di quel tocco di zenzero. Meravigliose le lezioni del nonno, gustosi molti passi del racconto.

Il pranzo di Babette (Babettes gaestebud) DAN. 1987

Il Pranzo di Babette è un film quasi immobile, di lucente e malinconica poesia. Babette è una raffinata chef parigina che da molti anni, dopo essere sfuggita alle repressioni della Comune di Parigi in cui ha perso il figlio e il marito, vive come governante al fianco di due anziane signorine danesi, figlie di un pastore puritano. In seguito a una vincita di 10 mila franchi, chiede alle sorelle di poter organizzare un pranzo che sembra essere il suo commiato dalla vita retta e incolore del piccolo villaggio: fa così arrivare dalla Francia in grosse casse quaglie, tartarughe, tovaglie e porcellane per allestire il pranzo che sarà indimenticabile. Uno dei dodici ospiti, generale, riconosce in quei sapori il ricordo dei piatti di tanti anni prima al Café Anglais di Parigi… Il cibo, guardato come un vizio e consumato con frugalità nel piccolo villaggio, inebria gli animi dei commensali attraverso i loro sensi e ne conquista il plauso commosso. Babette potrebbe ora tornare a Parigi, ma il pranzo le è costato l’intera fortuna. Con serena rassegnazione, Babette resta al piccolo villaggio, povera, ma con la certezza che “un artista non è mai povero”.

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Ratatouille

Ratatouille USA 2007

“Chiunque può cucinare!” è il motto di Gusteau, il miglior chef di Francia. Certo nessuno poteva immaginare che a raccogliere l’eredità morale del grande chef sarebbe stato un piccolo topino di nome Remy. Capolavoro di animazione firmato Disney Pixar, Ratatouille è una commovente storia di amicizia e coraggio tutta ambientata in cucina, dove, come in una moderna e straniante fiaba di Cenerentola, il topino prodigioso conduce lo sventurato sguattero –figlio d’arte- verso il successo. Come ricorda Colette, la gente guarda all’alta cucina come a qualcosa di snob, e invece i cuochi sono artisti, sono pirati. A volte- ma speriamo solo metaforicamente- persino buffi topastri!

E tu sei d’accordo oppure hai gusti diversi? Quali sono i tuoi cine-food preferiti? Aspetto di conoscerli!
Intanto buona visione e…buon appetito 😉

Pubblicato da Sonia Peronaci

Innamorata della cucina in tutte le sue forme, ho fatto di questa passione un lavoro creando GialloZafferano, ho condotto una trasmissione su Fox-Life e ogni tanto mi diverto a pubblicare dei libri di cucina. Nella mia vita, 3 figlie, un compagno, 2 simpaticissimi e rumorosissimi pincher, oltre a una ventina di ragazzi in redazione a Giallozafferano.

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