Turdilli calabresi con miele di fichi o di api- o Struffoli

Turdilli calabresi con miele cotto di fichi o miele di api, il dolce più amato delle feste di Natale in Calabria. Avrete già sentito parlare degli struffoli napoletani, altro non sono che i fratelli gemelli dei turdilli calabresi di cui parliamo oggi. La ricetta è la stessa, è solo stata modificata nel corso del tempo, per adattarla ai propri gusti e agli ingredienti a disposizione. La vera differenza tra le due sta nell’uso del lievito e nella dimensione, quella campana non lo prevede, così come era in origine anche in Calabria, mentre la mia si, così vengono più morbidi, ma fate conto che anche in Calabria le ricette sono tante e diverse, da un paese all’altro uno conosce una ricetta e non l’altra. Anche qui c’è chi li fa piccoli, senza lievito, chi grandi con il lievito, chi usa il vino per legare la farina, chi un po’ di vermut, o la grappa o altri liquori solo per aromatizzare l’impasto. Anche sull’uso delle uova per la preparazione dell’impasto c’è ampio dibattito, ma come vi dicevo ci sono tanti modi di prepararli, anche un  semplice impasto di farina vino e olio senza uova, trovate qui la ricetta turdilli al vino, e in alcuni casi anche senza zucchero, ma procediamo per gradi, e prepariamo insieme quelli che tutti gli anni, da che ne ho memoria, si fanno a casa Scofano. Ah prima di procedere vi parlo un attimo della glassa, i turdilli  sono glassati con miele cotto di fichi una leccornia vera e propria, ma anche in Calabria ormai molti usano il miele d’api, perchè quello di fichi lo preparano solo in pochi. Allora mettiamoci a lavoro per preparare i turdilli calabresi al miele cotto di fichi, quelli che da  bambina vedevo impastare a mia mamma e mia nonna, per regalarci quella gioia tipica del Natale.

Turdilli al vermut
turdilli calabresi al miele cotto di fichi
  • DifficoltàMolto facile
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione30 Minuti
  • Tempo di cottura10 Minuti
  • Porzioni10 Persone
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 500 gFarina 00
  • 4Uova medie
  • 100 gZucchero
  • 11/2 bicchierelatte (55g) (o grappa)
  • 11/2 bicchiereolio di semi (55 g)
  • q.b.scorza di limone o arancia
  • Olio di semi (per friggere)
  • q.b.Lievito in polvere per dolci (mezza bustina)
  • 500 gMiele cotto di fichi
  • q.b.Confettini colorati

Preparazione

  1. turdilli calabresi al miele cotto di fichi

    Mettiamo in una ciotola capiente la farina. Facciamo un buco al centro e aggiungiamo tutti gli altri ingredienti, lo zucchero, le uova, il latte, l’olio, la buccia di limone grattugiata, o anche d’arancia, il lievito e impastiamo con le mani, fino ad ottenere un composto omogeneo molto simile ad una pasta frolla. Se l’impasto dovesse risultare troppo morbido aggiungiamo un po’ di farina, se invece dovesse essere troppo secco, aggiungiamo un po’ di olio, o altre uova se è tanto asciutto. Il bicchiere per dosare è un bicchiere piccolo, 1/2 bicchiere corrisponde a 55 g circa.

  2. Ritagliamo dei pezzi di impasto e su una superficie infarinata allunghiamo la pasta a formare un cordino spesso quando un pollice. Ritagliamo il cordino in tanti pezzi tipo degli gnocchetti. Ora dobbiamo rigare i pezzi di impasto proprio come si fa con gli gnocchi. Usiamo i rebbi di una forchetta, o l’apposito attrezzo di legno zigrinato che lascia il segno sulla pasta, passandola sullo stesso esercitando una certa pressione con l’indice.

  3. A questo punto non rimane che friggere i nostri turdilli calabresi o struffoli come sono più diffusamente chiamati. Mettiamo una padella piuttosto piccola sul fuoco, ma coi bordi alti, la riempiamo d’olio il tanto che serve a coprire i turdilli. Scaldiamo l’olio, e solo quando è caldo vi tuffiamo i turdilli, uno alla volta, distanziati fra loro, senza riempire troppo la padella, infatti se lasciamo lo spazio sufficiente i turdilli da soli si girano mano a mano che cuociono. Ad ogni modo usiamo una schiumarola per girarli tutti quando sono dorati, o se vogliamo, uno ad uno con una forchetta. La schiumarola sarà necessaria comunque per tirarli fuori dall’olio quando saranno belli dorati. Li depositiamo in una ciotola rivestita da  carta assorbente, così da eliminare tutto l’olio in eccesso, vedrete che non rimarranno unti per nulla. Può capitare durante la cottura, il formarsi di una schiuma bianca, succede per effetto delle uova e del lievito, con la schiumarola cercate di tenere sotto controllo la schiuma, abbassate leggermente le fiamma e proseguite con la cottura. SArà utile dopo la seconda padellata sostituire l’olio per tenere a bada la schiuma.

  4. Procediamo così fino a terminare la cottura, dovrebbero venire 3-4 padellate, mano a mano mettiamo altri fogli di carta, così da togliere tutto l’olio in più.

  5. Ora non rimane che glassare i turdilli con miele di fichi. Mettiamo il miele in una pentola capiente,aggiungiamo un po’ di acqua se è troppo asciutto, e scaldiamo il miele, così sarà leggermente più diluito, io uso il miele cotto di fichi fatto in casa, ma se non lo trovate potete usare un miele d’api che vi piace, anche non glassati sono comunque buoni, o perchè non con cioccolato.

  6. Mettiamo pochi per volta i turdilli nel miele di fichi, li giriamo bene, e sempre con la solita schiumarola li tiriamo e depositiamo su un piatto da portata. Alla fine il miele che rimane nella pentola lo versiamo sui turdilli e cospargiamo con confettini colorati come da tradizione. I turdilli calabresi con miele di fichi sono deliziosi caldi, ma in genere si mangiano freddi, anche dopo diversi giorni sono ancora buoni, morbidi e friabili, grazie alla glassa col miele di fichi si conservano a lungo, diversi giorni fuori dal frigo.

  7. Non aspettate Natale per preparali, io li preparo almeno 3-4 volte l’anno, ci vuole un attimo a prepararli e sono veramente fantastici.

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  9. Miele cotto di fichi, anche su amazon.

  10. Pagina con link di affilaizione.

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4 Risposte a “Turdilli calabresi con miele di fichi o di api- o Struffoli”

  1. In Calabria mancano canzoni popolari adatte a fare da sottofondo musicale, per cui è necessario ricorrere a canzonette di lingua . Sono proprio senza parole , scusate la volgarità o sono io il coglione o quell’imbecille che ha voluto farsi bello a discapito della enorme cultura nazionale

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