Le ballerine di Lillaz

di Luciano Ricci

tratto dalla raccolta “L’effimiro incanto del foliage” – Concorso letterario Parole del Gran Paradiso 2020

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Eccola!

L’ultima foglia delle mie due betulle è caduta dolcemente al suolo. Un evento che ogni anno attendo con paziente curiosità e annoto sul diario con maniacale precisione.

Il momento in cui rimangono nude è un giorno particolare: senza il loro manto splendente le due sorelle mi destano un sottile senso d’inquietudine.

Vederle così mi provoca un sentimento di profonda tenerezza, mi appaiono indifese, fragili, vulnerabili, anche se sono ben conscio del fatto che quanto sto osservando avvenga proprio per proteggerle dal rigore dell’ormai prossimo inverno.

Allora ritorno indietro con la mente come si fa guardando un figlio ormai adulto e si ripensa a un tempo trascorso inesorabilmente. Ripenso all’estate quando il vento che soffia dal monte Bianco lambisce le mie betulle e le loro foglie ruotano mostrando alternativamente le due facce in uno scintillio che le fa apparire come riflessi di un torrente di montagna; i rami più esterni, lunghi, sottili e pendenti, appaiono braccia sinuose dolcemente oscillanti nell’aria e loro due sembrano danzare in un sincronismo perfetto, muovendo con armoniosa maestria lo scialle lucente di cui sono ricoperte.

Ora sono spoglie, il loro vestito bianco, la candida corteccia, è ancora più visibile, affascinante: le mie ballerine sono lì, senza vesti, davanti ai miei occhi, dolci compagne e affettuosa prima visione di ogni mattino quando apro le finestre di casa mia a Lillaz, pronte ad augurarmi un buon giorno e a ricordarmi che presto il loro mantello ricrescerà puntuale nello straordinario ciclo della natura.

Ricordo ancora, una torrida estate di qualche anno fa: le vidi sofferenti e, temendo per la loro sopravvivenza, andai tutti i giorni a innaffiare le loro radici cercando di attenuarne la sete e, seppur malandate, arrivarono alla tanto attesa frescura autunnale anche grazie, mi piace pensare, al mio affettuoso gesto.

Altri ricordi iniziano a sovrapporsi, a intrecciarsi, ad affiorare uno dopo l’altro nella mia mente, momenti della vita trascorsi con le mie amiche a far da testimoni, pronte a condividere dolori, gioie, stupore, una giornata storta o un’inaspettata buona notizia.

Da bambino avevo sempre il timore che, dopo aver perso le foglie, potessero restare per sempre spoglie e morire: così chiedevo a mio nonno, uomo dalle mille storie da narrare, cosa sarebbe successo. Lui pazientemente mi rassicurava garantendomi che il letto di foglie che giaceva in terra sarebbe a poco a poco scomparso rendendo alle piante il nutrimento per rigenerarsi e, naturalmente, a ogni primavera l’incanto si ripeteva come da lui descritto, ridonando alle betulle una nuova veste nel meraviglioso alternarsi delle stagioni.

Proprio ripensando al sorprendente ciclo naturale delle piante, mi sono soffermato sul fatto che tutto questo però non accada agli esseri umani che, inesorabilmente, invecchiano esteriormente per tutta la vita senza interruzioni o rinnovamenti ciclici.

Fossimo una pianta, quel tipo di pianta, dovremmo spogliarci ciclicamente e ricominciare tutto da zero, in un rigenerante alternarsi di stagioni, per ricreare ogni volta una nuova pelle, giovane e fresca.

Ma dentro di noi?

Non è forse quello che accade, certamente in un modo differente, alla nostra vita interiore? Emozioni, prospettive, opportunità, talvolta disperazione, ci presentano scenari sempre differenti.

Non è forse capitato a tutti noi di ricominciare da zero dopo aver smarrito la strada, aver perso una persona amata, un lavoro, la serenità, oppure dopo aver dovuto semplicemente cambiare città in cui vivere, perdendo così i riferimenti, il nostro ambiente consolidato e confortevole?

E così trovo finalmente un’inaspettata similitudine con le affascinanti ballerine: amiche mie quante volte, in realtà, anch’io come voi ho perso, dentro di me, tutte le “foglie”, le ho smarrite nel vento dell’esistenza per poi ricominciare un nuovo capitolo, l’ennesimo, di questo sconosciuto romanzo che tutti noi viviamo, giorno dopo giorno, che chiamiamo semplicemente vita.

Buon riposo splendide ballerine, aspetterò ansioso che le vostre foglie germoglino, ancora una volta, belle come non mai e ritornino a ricoprire i vostri rami; attenderò ansioso di rivedervi al più presto riprendere a danzare leggiadre per me….

NOTA

Dopo aver ricevuto il volume 2019 contenente il racconto “La neve nei suoi occhi” anche per il 2020 il racconto di Luciano Ricci è stato selezionato da Elena Loewenthal per il Concorso letterario “Parole dal Gran Paradiso”. Quest’anno tema scelto da Luc Jacquet (regista della “Marcia dei pinguini” tanto per intenderci..) era “L’effimero incanto del foliage”, veramente molto stimolante. Madrina dell’iniziativa Laura Roullet, che ha annunciato il nuovo tema per il 2021 che sarà: “La montagna ci salva”. Luciano non farà mancare un suo contributo. 

ALTRE PUBBLICAZIONI DI LUCIANO RICCI

Per chi fosse interessato ai libri di Luciano Ricci:

L’anomalia del panda: Diario di un Prof per un anno,

La fanciulla delle fate

Baba Dochia

Leggete anche il racconto pubblicato qui sul blog La diagonale perfetta dedicato al tema della violenza sulle donne e Il bivacco dei sogni.

Pubblicato da Renata Briano

Nata a Genova (GE) nel 1964, è laureata in Scienze Naturali e ha lavorato come ricercatrice presso l'ITD del CNR e presso ARPA Liguria. Dal 2000 al 2010 è Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Caccia e Pesca della Provincia di Genova. Dal 2010 al 2014 ha ricoperto l'incarico di Assessore all'Ambiente e alla Protezione Civile in Regione Liguria. Dal 2014 al 2019 è stata Europarlamentare e Vicepresidente della Commissione Pesca al Parlamento Europeo. Da settembre 2019 è Food Blogger, dopo aver preso il diploma da "Chef fuoriclasse" presso il Centro Europeo di Formazione. Mamma di Francesco, è sposata con Luciano Ricci, scrittore. Non si separa mai dai suoi tre cagnolini.