Sardenaira o pissalandrea o pissaladière

La sardenaira o pissalandrea è una specialità della cucina ligure del ponente, soffice internamente ma dai bordi croccanti. Viene condita con pomodoro e, a seconda delle versioni, da capperi, origano, olive taggiasche, sarde o acciughe sotto sale, aglio (in camicia) e olio extravergine di oliva.

Il nome sardenaira deriva dall’ingrediente che più ne caratterizzava il sapore, la sardina, poi nei secoli sostituita dall’acciuga. La ricetta è molto antica e ai giorni nostri è tipica della provincia di Imperia, del Principato di Monaco e della città di Nizza.

I nomi con cui viene chiamata, però, sono tanti perchè sull’origine esistono almeno due versioni. La prima racconta che sarebbe stata preparata per la prima volta intorno alla fine del 1400 in onore dell’ammiraglio Andrea Doria (per questo pizza all’Andrea o pissalandrea). Ma a questa etimologia se ne contrappone un’altra che fa derivare il nome dalla preparazione provenzale la pissaladière (da peis salat, pesce salato).

Provatela anche voi, magari tagliata a grossi quadrati per un aperitivo con gli amici, insieme alla torta verde del Ponente ligure, alla frandura e al turtun di Castlvittorio. Farete un figurone! E grazie a Claudia e Luca per la loro gentilezza e per avermi regalato questa ricetta 🙂 Guardate anche la videoricetta.

PS: per chi vuole seguire il disciplinare della ricetta originale De.Co. del comune di Sanremo, ecco il link.

Sardenaira o pissalandrea o pissaladière
  • DifficoltàBassa
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione20 Minuti
  • Tempo di riposo2 Ore
  • Tempo di cottura30 Minuti
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 450 gFarina di tipo 1 o 0 per pizza (senza glutine: Caputo Floregut)
  • 250 mlAcqua
  • 1Cubetto lievito di birra
  • 1 cucchiainoZucchero
  • 2 cucchiainirasi di sale fino
  • 2 cucchiaiOlio EVO Ligure (più quello per ungere la pasta e i bordi alla fine)
  • 1Lattina di pomodori a pezzettoni
  • q.b.Origano
  • 1Manciata di olive taggiasche
  • 1 cucchiaioCapperi (Facoltativi)
  • Acciughe sott’olio (Facoltative)
  • 1 spicchioaglio in camicia

Strumenti

  • Ciotola
  • Teglia
  • Forno
  • Pennello

Preparazione

  1. Sardenaira o pissalandrea o pissaladière

    La versione tradizionale e quella senza glutine sono uguali. Tranne nell’uso del tipo di farina e nella lievitazione e cottura. Vedi dopo.

    Sciogliere il lievito di birra in 25 ml di acqua tiepida.
    Impastare la farina con l’olio e 225 ml di acqua; aggiungere un pizzico di zucchero, il sale e successivamente il lievito e lavorare l’impasto fino a che non sarà omogeneo ed elastico.

    Mettere a lievitare il panetto in una ciotola coperta da un canovaccio per un’ora e mezza.

    Attenzione: senza glutine la lievitazione è più lunga: 4 ore.

    Nel frattempo in una ciotola mettere i pomodori a pezzettoni, zucchero e sale. Mescolare bene.

    Ripendere l’impasto e stenderlo in una teglia unta di olio evo.

    Ungere l’impasto della focaccia, spennellandolo, prima di metterci il pomodoro, in modo che si crei una specie di impermeabilizzazione. Aggiungere il pomodoro e anche i capperi e le olive. Chi vuole può mettere le acciughe e lo spicchio d’aglio intero e in camicia.

    Lasciare lievitare per circa mezz’ora lontano dalle correnti d’aria (vedi note).

    Spolverare con un poco di origano essiccato e cuocere nel forno già caldo statico a 200° C per 25/30 minuti.

    Per la versione senza glutine bisogna farla cuocere di più, 40/45 minuti a 210°.

  2. Sardenaira o pissalandrea o pissaladière

    Ultimo segreto è ungere con un filo d’olio i bordi della sardenaira ancora bollente. Sentirete sfrigolare e la focaccia diventerà soffice e croccante nello stesso tempo.
    Servitela tagliata a pezzettoni.

Lievitazione

Se avete il forno a vapore potete farla lievitare a 32° a vapore per un’oretta.

Per accelerare la lievitazione potete anche mettere la pizza a lievitare nel forno elettrico scaldato a 50° e poi spento. Basta mezz’ora e potete infornarla.

Infine, se volete averla pronta il mattino e non volete fare la levataccia, potete prepararla la sera prima e metterla in frigo. tirarla fuori mezz’ora prima di cuocerla e infornarla come descritto nella ricetta.

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Pubblicato da Renata Briano

Nata a Genova (GE) nel 1964, è laureata in Scienze Naturali e ha lavorato come ricercatrice presso l'ITD del CNR e presso ARPA Liguria. Dal 2000 al 2010 è Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Caccia e Pesca della Provincia di Genova. Dal 2010 al 2014 ha ricoperto l'incarico di Assessore all'Ambiente e alla Protezione Civile in Regione Liguria. Dal 2014 al 2019 è stata Europarlamentare e Vicepresidente della Commissione Pesca al Parlamento Europeo. Da settembre 2019 è Food Blogger, dopo aver preso il diploma da "Chef fuoriclasse" presso il Centro Europeo di Formazione. Mamma di Francesco, è sposata con Luciano Ricci, scrittore. Non si separa mai dai suoi tre cagnolini.

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