Orecchiette tricolori

Le orecchiette tricolori, così chiamate per i tre colori della bandiera italiana, il verde della rucola, il bianco delle orecchiette e l’aglio (o volendo della mozzarella) e il rosso dei pomodorini, sono un primo piatto fresco e leggero, proprio perché il condimento è tutto crudo. Quando in casa mia fanno capolino, vuol dire che la bella stagione è arrivata, quindi cominciano le cene in veranda, in famiglia o con amici. Le orecchiette tricolori fanno parte della categoria della pasta fredda e sono ideali per chi segue una dieta ipocalorica, naturalmente facendo attenzione alla quantità e per chi segue una dieta vegetariana.

Orecchiette tricolori

Orecchiette tricolori

Ingredienti per 6 persone:

  • 700 g di orecchiette
  • 250 g di pomodorini ciliegino
  • 100 g di rucola
  • 2 spicchi d’aglio
  • olio evo q.b.
  • sale q.b.

Preparazione:

Per preparare le orecchiette tricolori, per prima cosa, lavate e tagliate in quattro i pomodorini. Metteteli in una ciotola molto capiente e conditeli, con abbondante olio evo, sale fino e 2 spicchi d’aglio tagliati in due.

Lavate anche la rucola, tagliatela a pezzetti con un coltello affilato e mettetela da parte.

Nel frattempo, cuocete le orecchiette, in abbondante acqua salata, scolatele al dente e mettetele nella ciotola, con i pomodorini conditi, aggiungete anche la rucola e un altro filo di olio e fatele intiepidire.

Dopo, copritele con della pellicola per alimenti e mettetele in frigorifero. Servite le orecchiette tricolori fredde, decorandole con delle foglioline di basilico.

Un consiglio: per arricchire questo piatto, al momento di servire le vostre orecchiette tricolori, potete arricchirle con una grattata di ricotta salata o potete aggiungere negli ingredienti dei dadini di mozzarella; io non l’ho fatto perché non amo i formaggi.

La rucola utilizzata per questa ricetta è la rucola selvatica, che da me in Puglia, si può raccogliere in campagna o si può acquistare dall’ortolano a prezzi modici. Si trova con facilità durante tutto l’anno anche per la sua adattabilità alla coltura protetta nella stagione fredda. La rucola selvatica ha un sapore ancora più marcato ed amarognolo, rispetto a quello della rucola coltivata. La rucola selvatica si trova facilmente allo stato spontaneo negli incolti, ai bordi delle aree coltivate, di fossi, prati, strade. La differenza principale tra le due rucole è la forma delle foglie, che nella rucola coltivata sono arrotondate (in particolare nella parte superiore e soprattutto nelle foglie giovani) mentre nella selvatica sono allungate e frastagliate. Un’altra caratteristica è il colore dei petali dei fiori che nella rucola coltivata è bianco-giallastro con venature marroni, mentre è giallo vivo nella selvatica. La rucola coltivata ha ciclo sostanzialmente annuale (vegeta, fiorisce e produce i semi nell’arco di un anno), quella selvatica è perenne. L’adattabilità climatica e la rusticità della rucola selvatica sono notevoli, tanto che sopporta sia inverni piuttosto rigidi che estati calde (notizie dal web).

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