La marmellata sugosa di arance a fette è una conserva molto particolare, dal sapore intenso e leggermente amarognolo conferito dalla presenza della buccia delle arance.
Proprio per il fatto che per questa marmellata viene utilizzato TUTTO il frutto preoccupatevi di scegliere della frutta naturale, possibilmente biologica e assolutamente non trattata.
Considerando che il procedimento è semplice ma non velocissimo è sicuramente preferibile investire bene il proprio tempo ed il proprio impegno per ottenere un prodotto sano e delizioso.
Essendo presente la frutta intera la marmellata avrà un sughetto piuttosto liquido; questo tipo di conserva è perfetta per preparare delle crostate perchè durante la cottura la marmellata si asciugherà ulteriormente senza caramellare come invece avviene con confetture più dense.
- Preparazione: 3 Giorni
- Cottura: 20+20+30 Minuti
- Difficoltà: Molto facile
- Porzioni: circa 800gr
- Costo: Molto economico
Ingredienti
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1 kg Arance intere
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500 g Zucchero di canna
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1 Limone
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50 g Mela (frullata)
Preparazione
1° GIORNO
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Lavate la arance e mettetele intere in una pentola; ricopritela di acqua e portate a bollore. Lasciate cuocere a fuoco basso per 15 minuti quindi spegnete il fuoco e lasciate raffreddare le arance immerse nell’acqua.
Tagliate le arance a metà e affettatele ad uno spessore di circa 2-3mm. Adagiate tutte le fette inuna pentola, irroratele con il succo di limone e con 300 ml di acqua. Coprite e lasciate riposare 8-12 ore.
2° GIORNO
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Frullate la mela molto finemente e aggiungetela alle arance. Portate a bollore e lasciate cuocere per 20 minuti quindi spegnete e lasciate raffreddare.
Coprite nuovamente la pentola e riponetela in luogo fresco fino al giorno successivo.
3° GIORNO
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Aggiungete lo zucchero e mescolate con delicatezza per non rompere le fettine di arancia ormai morbide e delicate.
Preparate i vasetti che devono essere ben puliti e fatti scaldare in forno a 100° per 30 minuti.
Nel frattempo cuocere nuovamente la marmellata di arance per circa 30 minuti quindi versarla all’interno dei vasetti caldi, sigillate subito con il tappo e metteteli a testa in giù per almeno 15 minuti.
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Cibo per la mente
…e io correvo, uscivo dal bosco, superando il battistrada senza sapere che stavo per farlo. Pif-paf, pif-paf, clip-clop, clip-clop, cric-crac, cric-crac, di nuovo attraverso un vasto campo, correndo ritmicamente e senza sforzo alla mia maniera da levriero, sapendo che avrei vinto la gara anche sapendo che era ben lontana dall’essere finita, che l’avrei vinta quando avessi voluto, potevo continuare per quindici o venti o trenta chilometri, se vi fossi stato costretto, e cadere morto sulla linea del traguardo, il che sarebbe stato, alla fine, come vivere la vita onesta che voleva impormi il direttore.
La solitudine del maratoneta, Alan Sillitoe