Picnic parte seconda!
Questa focaccia è stata pretesa da Chiara e direi che è stata decisamente apprezzata!!!
Con queste dosi vengono fuori due teglie da 8 porzioni.
Per la base:
500 gr di farina
10 gr di lievito di birra
350 gr di acqua tiepida
10 gr di sale
25 grammi di olio E.V.O.
1 cucchiaino di zucchero
Olio E.V.O. q.b.
Per la farcitura:
30 fiori di zucca
500 gr di pomodorini
8 alici sott’olio
2 spicchi di aglio
150 gr di olive nere denocciolate
Olio E.V.O., sale, peperoncino q.b.
Sciogliere il lievito di birra in mezzo bicchiere d’acqua preso dai 350 gr totali.
Sciogliere il sale in mezzo bicchiere d’acqua, sempre preso dai 350 totali.
Mettere la farina in una ciotola, aggiungere l’acqua e l’olio cominciando ad impastare, quindi l’acqua con il lievito e farla assorbire completamente. Aggiungere in ultimo l’acqua con il sale.
Ne risulterà un composto molto morbido e appiccicoso. Depositarlo in una ciotola unta d’olio.
Coprirlo con pellicola e lasciarlo lievitare per due ore.
Nel frattempo mettere in padella gli spicchi di aglio, 3 cucchiai di olio, il peperoncino a pezzetti e le acciughe. Lasciare sciogliere le acciughe e colorire l’aglio, quindi aggiungere i pomodorini ben lavati. Lasciarli insaporire, quindi aggiungere 200 ml di acqua, coprire e lasciare cuocere per 15 minuti. A metà cottura aggiungere anche le olive.
Pulire accuratamente i fiori, trascorsi i 15 minuti aggiungerli in padella con i pomodori e le olive, coprire nuovamente e lasciare cuocere altri 7/8 minuti. Assaggiare e regolare eventualmente di sale. Lasciare raffreddare.
A lievitazione avvenuta ungere le teglie, prelevare l’impasto e stenderlo nelle teglie con la punta delle dita, senza forzarlo troppo.
Lasciare lievitare ancora 1 ora. Aggiungere sulla superficie il condimento preparato, cercando di affondare le olive nell’impasto.
Cuocere alla temperatura massima per 25/30 minuti. Se la superficie dovesse colorirsi troppo coprire con un foglio di alluminio.
Dunque, io ne ho fatta una più sottile e una più spessa, gli assaggiatori dicono “buone entrambe, ma forse quella più sottile è un pizzico meglio”… fate vobis! 🙂